Eni, sversamento di idrocarburi| L'intervento della guardia costiera - Live Sicilia

Eni, sversamento di idrocarburi| L’intervento della guardia costiera

Un momento dei controlli

Gli uomini della Guardia Costiera, in collaborazione con il personale della raffineria gelese, hanno effettuato una minuziosa ricognizione sui luoghi interessati dal recente incidente ambientale.

GELA – La Capitaneria di Porto di Gela ha scritto ai vertici della Raffineria Eni di Gela per sottolineare “l’esigenza di intensificare in maniera incisiva e completa le operazioni di pulizia delle aree interessate dallo sversamento di idrocarburi, nei pressi della foce del fiume Gela”. L’incidente, lo ricordiamo, è avvenuto lo scorso 4 Giugno, quando a causa di un guasto, forse una manovra sbagliata, all’impianto Topping Uno dell’Isola 7 dello stabilimento petrolchimico, circa una tonnellata di miscela composta al 90% di acqua salata e al 10% di idrocarburi al primo stato di raffinazione, è finita in acqua.

Gli uomini della Guardia Costiera, in collaborazione con il personale addetto della Raffineria, negli ultimi due giorni hanno effettuato una puntigliosa ricognizione sui luoghi interessati dall’incidente ambientale. Dai controlli è emerso che “ci sono ancora consistenti chiazze di idrocarburi in prossimità delle panne assorbenti poste a sbarramento del fiume in corrispondenza del ponte di Via Generale Cascino”, dicono dalla Capitaneria. E aggiungono: “Abbiamo richiesto l’ intervento di due piccole imbarcazioni in grado di navigare il fiume e di un’auto-spurgo per procedere alla pulizia delle acque fluviali”.

L’allarme, dunque, non sembra essere totalmente rientrato così come conferma il personale della Capitaneria precisando che “gli argini artificiali del fiume e le massicciate di scogli a pelo d’acqua sono risultate essere ancora pesantemente contaminati da idrocarburi che, sotto il sole cocente di questi giorni, stanno rilasciando in acqua chiazze e iridescenze a volte anche molto vistose. Nel tratto del fiume a monte della confluenza con il canale A, gli interventi effettuati appaiono in fase avanzata, rispetto invece al tratto di oltre 700 metri che intercorre tra lo sbocco del Canale A e la foce del fiume”. Dalla Guardia Costiera assicurano che gli interventi proseguiranno anche nei prossimi giorni allo scopo di “accertare l’efficacia delle operazioni di volta in volta effettuate”. Le indagini sono ancora in corso da parte dell’autorità giudiziaria che dovrà accertare ogni responsabilità sull’incidente.

Intanto, scatta a Gela l’operazione “Mare Sicuro 2013”. Gli uomini della Guardia Costiera saranno impegnati durante tutta la stagione balneare in assidui controlli, anche con mezzi, in terra ed in mare volti a garantire una corretta fruizione delle spiagge. Diramato anche l’elenco delle aree interdette alla balneazione. Si tratta dei tratti di mare per una distanza di 100 metri dai costoni rocciosi franosi delle località Faino e Desusino del Comune di Butera; degli specchi d’acqua a trenta metri dai gruppi rocciosi e franosi delle località Due Rocche di Butera e scogli di Manfria a Gela. Vietato fare il bagno anche nella località di Montelungo per la presenza del relitto della “Irini” e al molo di Ponente nei pressi del lato esterno del Porto Rifugio per la presenza del relitto della “New Rose”, affondato nel 1991. Tuffi e bagno vietati anche in prossimità della testata di ponente della seconda scogliera e a levante del pontile sbarcatoio, peraltro oggi interessato da lavori di ripristino, per la formazione di pericolosi gorghi.


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