Tonnellate di rifiuti elettronici destinati al Ghana| Ventisei denunciati al porto - Live Sicilia

Tonnellate di rifiuti elettronici destinati al Ghana| Ventisei denunciati al porto

Uno dei container sequestrati al porto

Almeno cento le tonnellate di rifiuti speciali trovati all'interno di sette container pronti a partire a bordo delle navi. In Africa, le discariche a cielo aperto create per lo smaltimento illecito si sarebbero trasformate in bombe ecologiche.

PALERMO – Veicoli demoliti, migliaia di pezzi di ricambio per macchine e motocicli, centinaia di autoradio, ma anche televisori, vecchi frigoriferi e altri apparecchi elettronici. Almeno cento le tonnellate di rifiuti trovate dalla Guardia Costiera di Palermo all’interno di sette container pronti a partire a bordo di una nave: spacciati per “beni di seconda mano”, sarebbero stati destinati al mercato illegale africano.

Molti di questi rifiuti sarebbero quindi finiti in discariche a cielo aperto, provocando forti danni ambientali. Dopo, sarebbero avvenute le operazioni di estrazione di metallo e rame, rivenduti poi per pochi dollari al chilo. Ventisei le persone identificate e denunciate all’Autorità Giudiziaria nel corso dell’operazione alla quale hanno contribuito la polizia giudiziaria, il Nucleo operativo regionale del corpo forestale di Palermo e l’ufficio provinciale Antifrode delle Dogane. I denunciati sono ghanesi e somali che avrebbero effettuato diversi viaggi con l’obiettivo di portare a destinazione i grossi carichi di rifiuti.

La maggior parte di questi sarebbe finita in Ghana. L’esito dell’operazione conferma ancora una volta come il Porto di Palermo diventi spesso crocevia di traffici illegali di rifiuti speciali. Un “business” dagli scenari sconfortanti che trova conferma nel rapporto stilato da Greepeace che ha visitato negli scorsi anni due aree ghanesi in cui avvengono lo smantellamento e la lavorazione illegale di rifiuti provenienti dai paesi industrializzati. “Nella capitale del Ghana, Accra – si legge nel rapporto – è stato individuato il principale centro di riciclaggio di rifiuti elettronici. I campioni, prelevati sia da aree dove i rifiuti vengono bruciati all’aperto che da una laguna superficiale ad Abogbloshie, contengono metalli tossici come il piombo anche in quantità cento volte superiore ai livelli trovati in campioni di suolo e sedimenti non contaminati. Nella maggior parte dei test – viene specificato – sono stati trovati gli “ftalati”, sostanze pericolose che interferiscono con il sistema riproduttivo dei bambini, influendo sul loro sviluppo. Ma questi tipi di sostanze incidono anche sul cervello il sistema nervoso”.

Un sistema, quello che man mano si è svelato agli investigatori, che provoca quindi gravissimi conseguenze sulle popolazioni più povere, considerando che soprattutto i bambini si riversano nelle discariche per guadagnare qualche soldo da portare a casa. L’attività di ghanesi e somali è così stata monitorata. A venire a galla è stata una vera e proria rete di giovani extracomunitari che accumulavano tonnellate di rifiuti elettronici: la destinazione finale è stata accertata dalla polizia giudiziaria, che insieme agli esperti dell’Arpa – l’Agenzia Regionale Protezione Ambientale – ha avviato le lunghe perquisizioni dentro i sette container: tonnellate e tonnellate di materiale elettrico e resti di automobili, provenienti dal circuito legale, ma destinato ad uno smaltimento che si sarebbe trasformato in bomba ecologica.

Le indagini sono ancora in corso e mirano ad accertare la provenienza di quanto sequestrato e l’eventuale coinvolgimento di altri extracomunitari che avrebbero coordinato coloro che si trovavano a Palermo.

 


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