Aprì lo sportello dell'auto e colpì un ingegnere| La donna patteggia la pena - Live Sicilia

Aprì lo sportello dell’auto e colpì un ingegnere| La donna patteggia la pena

Un anno e dieci mesi, pena sospesa, oltre al pagamento delle spese processuali alla famiglia della vittima. Si chiude così la vicenda processuale che riguarda Adelaide Perez, che provocò l'incidente in cui morì a 50 anni, l'ingegnere Massimo Mamì.

PALERMO – Ha patteggiato un anno e dieci mesi, pena sospesa, Adelaide Perez, la donna di 51 anni che la mattina del 17 aprile dello scorso provocò, secondo l’accusa, l’incidente in cui morì Massimo Mamì, noto ingegnere palermitano. La donna, poco dopo avere parcheggiato in via Brigata Verona all’incrocio con via Re di Puglia, aprì il portellone della macchina colpendo in pieno il professionista che in quel momento viaggiava a bordo di un Piaggio Beverly 150.

L’uomo cadde battendo la testa violentemente sull’asfalto, riportando gravissime emorragie interne: trasportato d’urgenza all’ospedale di Villa Sofia, nulla fu in grado di salvarlo. Nonostante indossasse il casco, infatti, riportò due ematomi nel lobo frontale e una frattura nella parte posteriore del cranio. Nel pomeriggio le sue condizioni furono considerate migliori dai medici del “trauma center”, ma fu un arresto cardiaco a spegnere qualunque speranza.

Insomma, quella che poteva essere soltanto un banale incidente, si trasformò in tragedia nel giro di pochi secondi: lo sportello si aprì nello stesso istante in cui Mamì stava percorrendo quel tratto, spezzando la sua vita. Quando la notizia arrivò ai parenti e ai colleghi dell’ingegnere, in molti stentarono a credere quanto fosse successo: quella coincidenza appariva impossibile.

E invece era tutto vero: quell’uomo che tutti ricordarono come un professionista appassionato, amante della sua attività privata, ma anche dell’insegnamento negli istituti di formazione professionale, non c’era più. “Era uno dei più attivi sia sul campo professionale che di interesse per la categoria”, commentò Alessandro Calì, collega della vittima.

Una dinamica che non fu chiara sin dall’inizio, ma che nel corso delle indagini confermò la tragica fatalità, anche grazie a due testimoni, il portiere di uno stabile di via Brigata Verone ed un’automobilista che stava percorrendo quel tratto di strada proprio al momento della tragedia.

Oggi l’udienza di patteggiamento davanti al gup Giuliano Castiglia: si chiude così la vicenda giudiziaria durante la quale i parenti dell’ingegnere si erano costituiti parte civile. Per la Perez, la condanna al pagamento delle spese processuali: il giudice ha liquidato, 3500 euro per la madre e la sorella di Mamì, difese dagli avvocati Massimo Motisi e Cinzia Calafiore e 2500 euro per la moglie dell’ingegnere e i due figli, difesi dall’avvocato Carlo Lo Monaco.

 


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI