Mistero sulla morte del vigile | "Nessun segno di colluttazione" - Live Sicilia

Mistero sulla morte del vigile | “Nessun segno di colluttazione”

La morte di Mirko Vicari si tinge di giallo: le indagini sono a 360 gradi, ogni ipotesi è al vaglio degli investigatori. L'esame autoptico conferma quell'unico colpo che ha ucciso Vicari, ma sul corpo non è stato rilevato alcun altro segno collegabile ad una colluttazione coi malviventi. Oggi i funerali.

LA TRAGEDIA DI VIA SCILLATO
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PALERMO – Solo un colpo. Preciso, dritto verso il petto e mortale. L’autopsia effettuata dal professore Paolo Procaccianti all’Istituto di Medicina Legale del Policlinico conferma quello che era già apparso evidente: quell’unico sparo, che ha raggiunto l’uomo dall’alto verso il basso, non poteva lasciare scampo a Mirko Vicari, 38 anni. Il vigile urbano è stato ucciso, secondo una delle ipotesi, nel corso di una rapina che ha provato a sventare, ma l’esame autoptico non chiarisce da chi sia stata impugnata la pistola.

L’ipotesi della colluttazione, infatti, non troverebbe riscontro: “A parte il colpo d’arma da fuoco – spiega Procaccianti – non abbiamo trovato alcun altro segno sul corpo di Vicari. Aspettiamo i risultati effettuati sulle mani, che accerteranno la presenza o meno di polvere da sparo. Anche le analisi sul foro d’entrata – aggiunge – potrebbero svelare ulteriori dettagli”.

Di sicuro c’è che ad ucciderlo è stato uno sparo partito dalla sua pistola, una calbro 9, ma il mistero resta su chi l’abbia impugnata. Quella venuta a galla nelle ultime ore, infatti, è la terribile ipotesi di un omicidio simulato, ma gli investigatori sono cauti. A raccontare le difficoltà e la volontà di farla finita del 38enne, sarebbero state due colleghe, alle quali avrebbe riferito di “volersi uccidere inscenando un omicidio”.

A fare luce sul giallo sarà anche il guanto di paraffina effettuato ad una decina di pregiudicati della zona per rilevare la presenza di polvere da sparo. Vicari avrebbe raccontato, negli ultimi mesi, anche di avere serie difficoltà economiche. Una confidenza che avrebbe rivelato agli amici più intimi. Lo stipendio del vigile urbano era di ottocento euro al mese per ventuno ore alla settimana, probabilmente quei soldi non erano sufficienti.

Ma che Vicari non vivesse nell’oro è stato subito chiaro: viveva in un appartamento di un’umile palazzina, in un quartiere popolare come Altarello. In quell’appartamento non c’era nulla di prezioso, a stento quel televisore ed il proprio telefono cellulare, lo stesso con il quale stava parlando con la propria compagna, una collega della polizia municipale.

“Non era qui da qualche giorno – diceva davanti a quel portoncino il papà di Mirko, Enzo -. Era venuto a dormire da noi per qualche sera, mi chiedo chi potesse pensare di trovare qualcosa di valore qui, siamo gente umile, ma credo ugualmente si sia trattato di una rapina”. Le lacrime, lo strazio, poi la rabbia per un presunto ritardo dei soccorsi. E adesso il dubbio più terribile, in base a quanto avrebbero raccontato le colleghe.

Nel frattempo sono stati interrogati anche alcuni colleghi del 38enne. Si occupano anche loro dei controlli nei mercati rionali e conducono l’attività anti abusivismo. L’obiettivo è quello di accertare se, negli ultimi mesi, sia stato messo in atto qualche intervento che possa avere dato “fastidio” a qualcuno, al punto da avere fatto subire al giovane delle minacce poi sfociate in un agguato. Dagli interrogatori ai residenti della zona, d’altro canto, nulla è venuto a galla: nessuno avrebbe sentito quello sparo, nonostante la tragedia sia avvenuta alle 2 del pomeriggio, quando la maggior parte delle famiglie è in casa.

Ieri, intanto, è stata allestita la camera ardente nel salone di rappresentanza del Comando di Polizia Municipale di Via Dogali per consentire il saluto dei colleghi e della cittadinanza. I funerali si svolgeranno  alle ore 11,30 presso la chiesa di Passo di Rigano.


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