Si riuniscono i renziani di Sicilia | E attaccano Crocetta - Live Sicilia

Si riuniscono i renziani di Sicilia | E attaccano Crocetta

Fabrizio Ferrandelli e Davide Faraone

Parte la corsa verso il congresso nazionale e regionale. Faraone e Ferrandelli sfidano i vertici del partito: "Loro padroni delle tessere, ma noi vogliamo cambiare l'Isola". E sul presidente della Regione: "Siamo stanchi dei suoi annunci".

"Il governatore è da censura"
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PALERMO – Circa 400 tra amministratori locali e rappresentanti delle categorie produttive e dei sindacati, provenienti da tutta la Sicilia. Prende corpo il progetto dei renziani nell’Isola, che oggi si sono ritrovati al teatro Crystal di Palermo per uno degli appuntamenti che scandiranno l’avvicinamento al congresso dove i sostenitori del sindaco di Firenze proveranno a sfidare la “nomenclatura” del partito.

A “celebrare” l’appuntamento di oggi la coppia composta da Davide Faraone e Fabrizio Ferrandelli. Che non hanno risparmiato bordate al governatore Crocetta. A riprova del fatto che oggi, in atto, è una resa dei conti interna al partito, proprio in vista del congresso. “Chiediamo a Crocetta – ha detto Davide Faraone – di fare la rivoluzione sul serio. Degli annunci non sappiamo che farcene”. Poi, ecco l’affondo nei confronti dei vertici del Pd: “Loro vogliono il partito delle tessere, noi vogliamo il partito dei cittadini. Loro vogliono stare in sella anche se hanno perso. Noi vogliamo cambiare. Faremo un congresso che miri realmente a cambiare in Italia e in Sicilia”.

E, come detto, anche da Fabrizio Ferrandelli, fino a poco tempo fa molto vicino al Presidente della Regione (che ne ha sostenuto, ad esempio, la corsa a sindaco di Palermo), non sono mancate le stoccate a Rosario Crocetta. Del resto, il deputato regionale è tra i “papabili” per la corsa verso la carica di segretario regionale: “Crocetta è da censurare – ha detto Ferrandelli – se non riceve le istituzioni culturali (teatro Biondo, Foss), quando non incontra i familiari delle vittime di mafia,e quando non ascolta gli appelli delle associazioni sindacali e delle categorie produttive che chiedono un’inversione di tendenza”. Poi, ecco la stoccata contro il partito: “Il Pd in Sicilia in questi anni? – ha provcatoriamente domandato – Scusate per l’interruzione, le trasmissioni riprenderanno il più presto possibile. Vogliamo finalmente sintonizzare il Pd alla società: un partito unito, aperto e serio. Ci batteremo per un congresso con primarie aperte per far prevalere ai padroni delle tessere le teste i cuori”.

Sul palco si sono alternati diverse personalità finora formalmente esterne al Pd. Da Manlio Mele al dirigente generale dell’Ufficio legislativo e legale della Regione Romeo Palma, dal presidente provinciale delle Acli Toni Costumati, all’imprenditore Maurizio Scaglione fondatore di “Secolo Ventuno”. E ancora, a prendere la parola anche il presidente regionale di Legacoop Elio Sanfilippo, e Giovanni Felice (ex presidente di Confesercenti).

Presenti, come detto, in platea molti amministratori e consiglieri comunali provenienti da tutta la Sicilia. I renziani hanno, nei giorni scorsi, ottenuto l’adesione “pesante” del sindaco di Agrigento Marzo Zambuto. Ma in tanti sarebbero in procinto di fare la stessa scelta. Tra questi, per restare nell’Agrigentino, ecco l’ex sottosegretario del Pd Nuccio Cusumano. A seguire l’ex leader siciliano dell’Udeur potrebbero essere alcuni sindaci come quello di Montevago Caogero Impastato, quello di San Biagio Platani Filippo Bartolomeo, oltre a un nutrito drappello di consiglieri provenienti dalla gran parte dei Comuni della provincia di Agrigento, uniti sotto il segno del movimento “Democrazia è territorio”. Uno di quei movimenti che ha deciso di sposare la causa del sindaco di Firenze, per fare i conti anche in Sicilia.

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