In radio c'era un pulcino - Live Sicilia

In radio c’era un pulcino

Un'estate al mare. Ricordate il Pulcino Pio, quello della radio e del trattore? Quest'anno pare che latiti dalle nostre spiagge. Sarà mica che...

Quest’anno festeggiamo, a scanso di brutte sorprese, la morte del Pulcino Pio. Il trattore l’aveva appiattito. Lui era risorto più Pio che prima. E continuava a scorrazzare barbaramente lungo la nostra estate. “In radio c’è un pulcino! In radio c’è un pulcino…”. Al primo ascolto apparve una cosa innocua, tipo la vecchia fattoria dello zio Tobia, ma per rincoglioniti definitivi.

Certo, a sentirla tremila volte in un pomeriggio, dava pure dei disturbi psicosomatici, il capogiro e la nausea. E qui c’entra un discorso acustico culturale. C’era il mare col suo silenzio, ricovero di poeti, di sognatori, di depressi, del quarumaro, del militare, dell’avvocato. Il mare democratico che offriva a tutti le decalcomanie del suo paesaggio. E le sue voci. Un misto di rumore del vento, Pollaaanca! (non il cantante: ma il nome dell’estensore di questa rubrica e di un tipico alimento balneare palermitano), “Tony ora che ci sei salito con i piedi sull’ombelico almeno chiedi scusa al signore!” (e Tony, bambino di sei anni, dal peso di seicento chili, col ghiacciolo in mano, bellamente se ne fotteva). Insomma, un casino in cui i sinceri amanti del popolo però stanno bene. Non c’è niente di più popolare della fruizione del mare a Palermo.

Poi arrivarono gli invasori degli altoparlanti. In principio serviva soprattutto per l’acquagym, sorta di tortura medievale che obbliga una serie innumerevole di panzoni a sgambettare tra le onde, sempre più velocemente, finché il cuore non gli scoppia, per giunta incalzati dalle urla di un paio di aguzzini in forma di strepitose gnocche. Infine, fu il Pulcino Pio.

E sembrava proprio una canzoncina per bimbi scemi e ripetenti con ‘sto pennuto che piomba in radio e si scatena un’orgia di animali, ognuno con un verso più ridicolo dell’altro. Il colpo di scena splatter sull’ultima strofa, con l’avvento del trattore e un oh oh a corredo, per annunciare la dipartita del protagonista, investito dalle ruote pesanti.

Solo che Pio risorgeva. E la canzoncina ricominciava. Era una pena di Sisifo. In radio c’è un pulcino, la gallina che fa co co, oh h (il trattore). Verso l’infinito e oltre. Quest’anno no. Finora non abbiamo sentito l’odioso motivetto, forse è colpa nostra, forse lo sentiremo in seguito, quando il Pulcino Pio sarà dimesso dal centro poli-traumatico che l’ha in cura. Forse è morto sul serio, come muoiono i cartoni: senza lacrime, né sangue. Nel caso, la spiaggia condolente balla. Non fiori, ma trattori.

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