Quel video non è nostro | Ma l'accoglienza vince - Live Sicilia

Quel video non è nostro | Ma l’accoglienza vince

Luigi Carollo, una delle anime del Palermo Pride, scrive una nota su Facebook per dire il suo personale punto di vista sul 'video dello scandalo'. La riprendiamo.

Lo dico subito: non ho mai amato le provocazioni (lasciano il tempo che trovano) ed amo ancor meno le polemiche con la Curia (non riconosco alla Chiesa il ruolo di interlocutrice su temi che riguardano solo le Istituzioni dello Stato). Motivo per cui, se il video da proiettare sulla Cattedrale lo avessero commissionato a noi del Coordinamento Palermo Pride, quasi certamente non avrei mai pensato di inserire l’asterisco che è ormai simbolo del Pride stesso né tantomeno altri riferimenti ai temi Lgbt. Però quel video non lo ha ideato il Palermo Pride. E questo cambia tutto. Quel che è accaduto ieri dimostra che il Pride che noi abbiamo costruito è diventato, anche al di là delle nostre aspettative, un “messaggio” ricco e complesso.

E’ diventato paradigma di inclusione, di partecipazione, di accoglienza senza barriere e, soprattutto, celebrazione della libertà di amare e desiderare a prescindere da Generi ed Orientamenti Sessuali. E di questo paradigma hanno preso possesso tutti/e: associazioni, movimenti e persone anche e soprattutto non Lgbt. Lo hanno preso e lo usano per esprimere la loro idea di libertà, la loro idea di partecipazione. Il Palermo Pride è diventato, in questa città, lo strumento che meglio e più velocemente di ogni altro permette di raccontare un progetto di Città libera ed inclusiva. Non solo perchè è la manifestazione più partecipata degli ultimi decenni, ma anche perché è la prima e la sola che sia stata costruita per accogliere qualunque istanza di liberazione individuale e collettiva. Il Palermo Pride, e quindi il suo simbolo più riconoscibile, non appartengono più al solo Movimento e/o alla sola Comunità Lgbt: al punto che può addirittura accadere che il Comitato organizzatore del Pride scopra solo attraverso i giornali e i blog dell’asterisco proiettato sulla Cattedrale.

Lo ammetto, per quanto mi riguarda con grande divertimento per giunta Questa idea ha suscitato scandalo e siamo noi organizzatori ad essere presi di mira? Mi dispiace, ma non per gli insulti bensì perché chi ci attacca commette un errore di valutazione e di ignoranza. Siamo considerati i colpevoli di una provocazione? Mi dispiace, ma solo perché non si è trattato di una provocazione e chi la riduce a questo non ha evidentemente colto il messaggio fondamentale. E cioè che dentro l’asterisco del Palermo Pride una grande parte di questa città trova le sue storie e le sue battaglie e le racconta senza più chiedere il permesso nemmeno a chi il Pride lo ha ideato e lo organizza; perché l’asterisco è diventato un simbolo che va oltre i temi Lgbt. Anzi, ancora meglio: perché una grande parte di questa città ha scelto di assumere le battaglie Lgbt come “segno” di una più complessa e più diffusa battaglia di Libertà.

Quel che è accaduto ieri alla Cattedrale dimostra che noi organizzatori del Pride abbiamo “perso” il nostro simbolo. E quindi abbiamo decisamente “vinto”. Politicamente e culturalmente. Quindi grazie a chi ha ideato e proiettato quel video, grazie Palermo e, per una volta, grazie anche Santa Rosalia


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