Chiude il cinema Fiamma |Addio a un pezzo di cultura - Live Sicilia

Chiude il cinema Fiamma |Addio a un pezzo di cultura

Addio a una delle storiche sale cinematografiche del capoluogo. Tra aumento delle tasse e concorrenza, alla fine la sala non ha retto e ha chiuso la saracinesca.

PALERMO – Sembrano scorrere velocemente come sequenze di un film, i ricordi di Alessio Mangano, proprietario del cinema Fiamma di Palermo. Mentre passeggia in quella sala vuota in cui sembra rimbombare ancora l’eco dei film più celebri, proiettati dal 1953 ad oggi, ammette che il suo cinema non alzerà più la serranda. Tempi d’oro, quando ancora gli incassi erano da capogiro, quando il cinema era una passione, quando ci si organizzava la domenica con la famiglia, felici, nonostante si pagasse il biglietto intero. Il cinema Fiamma chiude e con questa sala di nicchia, da sempre apprezzata da un pubblico di cultura medio alta, va via un pezzetto di storia palermitana.

Dalla produzione di Woody Allen, ai cartoni animati storici della Disney fino alle eleganti commedie hollywoodiane, per un totale di 1500 titoli in 60 anni. Questa la storia del locale di Largo degli Abeti, un angolo di gloria per questa sala cinematografica che già negli anni 50’ aveva 520 posti a sedere e una numerosissima clientela.

“La mia è la storia di un’azienda privata che si trova in difficoltà e di conseguenza mette in difficoltà i propri dipendenti e fornitori – ha detto Alessio Mangano -. Una storia come tante, troppe, per adesso in Italia. L’unica differenza è che quando chiude un cinema in città, si crea un vuoto culturale, si chiude un centro di aggregazione e la parte di città interessata rimane vuota e preda del degrado. Un locale come il Fiamma – ha detto il titolare – dovrebbe incassare almeno il doppio di quanto ha incassato negli ultimi anni. Attualmente l’unica possibilità è la gestione familiare, senza affitti (anche se c’è l’Imu) e senza personale. Pertanto io, che ho una gestione più industriale, con diversi locali, non riesco più a tenere strutture in perdita”.

L’imprenditore ha riconsegnato le chiavi alla proprietaria, la zia, Maria Mangano, nella speranza che il prossimo affittuario possa dare la stessa destinazione d’uso al locale, senza stravolgerne l’architettura e che trovi un posto alla cultura.

Mentre il Golden, sempre di proprietà di Mangano, non subirà modifiche e incrementerà teatro e spettacoli musicali tra una proiezione cinematografica e l’altra. Ma il tramonto dei cinema monosala e dei cinema di nicchia a cosa è dovuto? Quanto è stata determinante la nascita delle strutture multiplex a Palermo? Secondo Mangano “non esiste un cinema di nicchia, ma un prodotto che, pur essendo di qualità, interessa un numero ristretto di spettatori. Purtroppo a Palermo – ha detto – è diventato di nicchia anche un tipo di prodotto che in altre città ha anche valenza commerciale. Piazze come Bologna, Firenze, Bergamo, pur avendo un numero di abitanti pari ad un solo quartiere di Palermo, su titoli importanti di autori e interpreti molto noti, ma che fanno un prodotto ‘culturale’, incassano 5 o 6 volte in più rispetto a quanto si incassa in tutta Palermo”.

Le multisala – aggiunge – sono molto utili e desiderabili nelle piazze non servite da molti schermi. Palermo era già fin troppo servita. Gli schermi erano già troppi, quindi non c’era bisogno di averne altri per migliorare l’offerta per il pubblico”. Ma perché esiste quella parte di clientela che preferisce la multisala, anziché il cinema ‘sotto casa’ tradizionale? “I ragazzi mi dicono che scelgono i multiplex per la comodità del biglietto online, così non rischiano di rimanere fuori – ha detto l’imprenditore -. A questi rispondo che il rischio di non trovare posto c’è lo stesso, perché ogni sala contiene mediamente 150 persone, mentre nelle strutture ‘ classiche’ si va dai 250 posti del piccolo ABC ai 1032 posti del Golden. Andiamo all’aspetto che maggiormente trae in inganno gli avventori. A chi dice che i multiplex sono più moderni – precisa Mangano – rispondo che quando si progetta un cinema, bisogna tenere conto di varie cose: le dimensioni della sala rispetto alla grandezza dello schermo, devono essere tali che, lo schermo stesso riempia totalmente il campo visivo umano (non di più e non di meno) per la maggior parte degli spettatori. Questo – precisa ancora l’esercente – avviene nella quasi totalità delle vecchie sale, mentre le salette dei multiplex ‘moderni’ hanno quasi sempre schermi troppo grandi rispetto alla dimensione sala. Infatti si vede bene solo dalle ultime file. Inoltre – conclude Mangano – quando si va al cinema, si deve vedere bene e sentire bene il film. Se parlo delle mie strutture, il livello tecnologico è sempre stato e lo è ancora oggi, il migliore del mercato a livelli molto lontani dalla maggior parte dei multiplex, dove spesso si adottano solo logiche di economia di scala. Ovvero: compro le attrezzature dal fornitore che mi fa il prezzo più basso, non per forza le migliori”.

Non ci sta neppure Andrea Peria, presidente provinciale dell’Anec, ad assistere alla chiusura di un tassello importante di cultura palermitana: “Il problema della monosala nasce dalla carenza di film di un certo tipo e di qualità che molte case cinematografiche non propongono più nel mercato”. Secondo Peria, dinanzi a film importanti come quelli di Roberto Andò, Tornatore o Sorrentino, però, “la monosala rimane l’unico tassello della città scelto dalla clientela. Nonostante la varietà di film che la multisala propone e l’ottima qualità della sua struttura – precisa -, una certa tipologia di clientela non abbandonerà mai i cinema di nicchia”.

Per il presidente, gli imprenditori palermitani del settore “fanno tantissimi sforzi per rinnovare le sale”, definite per l’appunto in controtendenza, perché possiedono strumenti all’avanguardia e una digitalizzazione del 70% rispetto al 50% esistente in tutta Italia.

“Le strutture sono le più antiche ma le tecnologie sono le più avanzate. Qui esiste però solo lo sforzo dell’imprenditore, perché l’amministrazione comunale – precisa Peria – ad oggi, non ha mai adottato una misura a favore della categoria che tuteli il settore dell’imprenditoria sana. Non provvede alla defiscalizzazione della Tarsu e inoltre non esistono parcheggi gratuiti nel centro storico. Questo può solo abbrutire la città”.

Alla gente comune e alle istituzioni, l’accorato appello dell’imprenditore Alessio Mangano: “Tutti noi dovremmo lottare perché non avvenga la fine di tutto questo. Le istituzioni dovrebbero sostenere le aziende che con sacrificio e onestà hanno da sempre portato la cultura a Palermo e hanno svolto in maniera onesta, legale e coscienziosa il proprio lavoro, ma sopratutto la propria passione. Perché questo è il cinema passione”.


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