Il mare siciliano | promosso a metà - Live Sicilia

Il mare siciliano | promosso a metà

Dodici prelievi su ventiquattro effettuati da Goletta Verde in alcune località balneari della Sicilia hanno evidenziato un alto tasso di inquinamento. Situazione critica a Palermo.

L'indagine di legambiente
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PALERMO – Inquinamento delle acque, scarichi non a norma, gap depurativo, assenza di cartelli di divieto di balneazione: questi i risultati emersi a seguito di un’accurata analisi delle coste dell’Isola da parte dell’equipe di biologi di Legambiente. E così Goletta Verde boccia il mare siciliano. La campagna di monitoraggio e salvaguardia delle coste giunta in terra sicula ha riportato nero su bianco lo stato di estremo degrado in cui versano al momento le “distese azzurre” siciliane. La metà dei campionamenti effettuati nel corso della prima settimana di luglio risulta fuorilegge, con cariche batteriche oltre le soglie consentite.

“Ben dodici prelievi su ventiquattro hanno dato esito negativo con presenze di valori di escherichia coli e enterococchi intestinali al di sopra di quelli consentiti per legge”. E così scatta immediata l’emergenza depurazione. Sotto accusa, dunque, ancora una volta gli scarichi delle acque reflue non adeguatamente trattati che rischiano di far scomparire sotto la loro scure le limpide distese azzurre dei borghi marinari. La situazione più critica è stata riscontrata a Palermo che, a detta degli esperti di Legambiente, rappresenta la “maglia nera” dell’intera Regione. Nessuna analisi, infatti, è risultata in regola. Nel capoluogo sono stati effettuati due campionamenti alla Tonnara Bordonaro, presso il tubo di scarico direttamente sulla spiaggia, e in località Bandita, proprio di fronte all’ospedale “Buccheri La Ferla”, in via Messina Marine. Altri due prelievi negativi, inoltre, sono risultati quelli a Terrasini e a Termini Imerese.

La provincia di Palermo, dunque, non sembra passarsela bene. Una situazione che rischia di compromettere la salute dei cittadini. Le zone in questione, infatti, sono affollate quotidianamente da intere famiglie con bimbi al seguito. Scenario simile anche in provincia di Catania, nel comune di Calatabiano, in località San Marco e in quello di Aci Castello, nei pressi dello scarico fognario del porto di Aci Trezza. Nel mirino anche il comune di Scicli, in provincia di Ragusa, nei pressi della foce Fiumara Modica. L’emergenza continua nel comune di Siracusa, in zona Pantanelli, nei pressi della foce del canale Grimaldi e nel comune di Priolo, nei pressi della foce del torrente Mostringiano. In provincia di Caltanissetta, infine, è risultato fortemente inquinato il prelievo a Gela, in località Macchitella, nei pressi della foce del fiume Gattano.

“È una vergogna! La depurazione non funzione, occorre un intervento immediato. Siamo ancora costretti a ripeterci. Rischiamo di perdere l’occasione offerta dai fondi Cipe per l’incapacità di chi ci amministra – commenta Gianfranco Zanna, direttore regionale di Legambiente Sicilia -. Degli 1,7 miliardi di euro stanziati per le regioni del Mezzogiorno, alla Sicilia spettano ben 1,1 miliardi per i comuni che ancora sono carenti dei servizi di fognatura e depurazione. Non è tollerabile che non si sappia ancora quando e come questi fondi vengano investiti”.

A detta di Zanna, inoltre, al danno si aggiunge la beffa perché “non solo danneggiamo il nostro ambiente ma siamo anche costretti a pagare multe salatissime quando potremmo investire questi soldi in tutt’altro modo”. Un grido d’aiuto accorato, infine, quello rivolto dal direttore regionale di Legambiente affinchè i fondi disponibili vengano immediatamente utilizzati. “È l’intera economia siciliana che ne trarrà benefici e in questo periodo di crisi non possiamo perdere questa grande occasione”.

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