"Questione morale? Cambiare |la gestione del consenso" - Live Sicilia

“Questione morale? Cambiare |la gestione del consenso”

Erasmo Palazzotto

Dal Ciapi alla formazione messinese, passando per le polemiche tra Pd e Crocetta in direzione regionale. Il deputato alla Camera e segretario regionale di Sel, Erasmo Palazzotto, interviene nel dibattito politico del momento. Chiedendo al Pd un segnale di rottura

Erasmo Palazzotto (Sel)
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PALERMO – “Ciapi e il cosiddetto sistema Giacchetto, la vicenda del voto di scambio ad Alcamo, il sistema della formazione a Messina non sono ‘La’ questione morale, ma i sintomi più evidenti di quest’ultima. Elementi che non possono essere esaminati singolarmente se si vuole analizzare realmente e seriamente il tema. Il rischio che stiamo correndo, infatti, è che il dibattito non diventi occasione per analizzare il rapporto, spesso malato, tra politica, potere economico e consenso, ma si riduca ad arma per lo scontro in atto dentro il PD e tra il PD stesso e il governatore Crocetta”. Ad affermarlo è Erasmo Palazzotto, deputato nazionale di Sinistra Ecologia e Libertà e responsabile regionale del suo partito, entrando nel vivo delle polemiche che alimentano in questi giorni il panorama politico isolano. Che sottolinea come il tema della questione morale deve essere affrontato realmente, sganciandolo dalle polemiche e dai personalismi.

“Sarebbe l’ennesima occasione persa – aggiunge Palazzotto -. E non esisteranno misure moralizzatrici, spesso per altro solo annunciate e non concretamente messe in pratica, atte ad impedire che, una volta esaurito il filone della formazione professionale, il modello venga esportato, magari ricostruendosi attorno ad altri interessi. Almeno fino a quando la politica non sarà capace di rompere il rapporto perverso che inquina pesantemente”.

Insomma: la politica deve essere capace di rinnovarsi…
“Certamente. Non possiamo, per altro, consegnare tutta la partita della moralizzazione alla magistratura. La politica siciliana non può vivere di sentenze e inchieste. Deve saper prevenire e deve, con maggior coraggio, intervenire su se stessa. La sede dell’Aram di Messina che diventa seggio elettorale per le primarie parlamentari del PD non è un fatto locale, ma una modalità e una metafora della gestione del consenso. Politica, favori, denaro che formano un’unica struttura non è un fatto secondario, è ‘La’ questione morale. E su questo si parla poco e male”.

Oggi, però, analizzando il day after della direzione regionale del Pd, il deputato nazionale dei democratici Davide Faraone pone fra le ‘questioni morali’ da affrontare anche quella legata ai comportamenti. ..
“Anche Faraone, che pone oggi un tema reale, non riesce ad andare fino in fondo. In questi anni il modello che si è strutturato, anche quando quest’ultimo era deputato di maggioranza all’Ars, è alla base dei comportamenti che da tempo si manifestano. La questione morale non viene fuori ora, ricordiamolo. Vi sono vicende che lo confermano, come ad esempio quella di Vitrano, accusato dello scambio mazzette per favori nel settore delle energie alternative. Una vicenda che non è un caso isolato ma il prodotto di un metodo largamente diffuso che prevede l’uso del potere politico per interessi privati e per consenso personale e di cordate. Allo stesso modo – aggiunge il parlamentare – il governatore Crocetta non può tirarsi fuori. Non solo perché i voti del ‘sistema Genovese’ sono stati parte determinante per la propria elezione a presidente della Regione Siciliana, ma anche perché è difficile dimenticare il ruolo assegnato dal governatore alla dottoressa Monterosso, che era a capo dell’assessorato alla Formazione nel periodo in cui il sistema oggetto delle indagini della magistratura prosperava e si rafforzava. Si vuole procedere ad una coraggiosa opera di rottura con un sistema che, a parole, è avversato da tutti? Allora dichiariamo fin d’ora che per i Genovese, Rinaldi, Riggio, Papania non ci sarà posto nelle liste elettorali. E non perché mariti o parenti di, ma perché quel modello, per altro ostentato ed esibito come prova della propria capacità di acquisizione del consenso, non può essere derubricato a pratica, magari borderline e quasi fisiologica, del fare politica in Sicilia. Se cominciamo, finalmente, a discutere seriamente non di patti etici, spesso usati come foglia di fico, ma di azioni concrete che mettano fuori dalla porta della politica non solo uomini ma anche pratiche, avremo fatto un passo avanti ed avremo costruito una precondizione per un futuro diverso e migliore per la nostra terra”.


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