Ufficio stampa della Provincia | Il Tar stoppa la stabilizzazione - Live Sicilia

Ufficio stampa della Provincia | Il Tar stoppa la stabilizzazione

Palazzo Comitini

Respinto il ricorso di sette giornalisti che chiedevano la stabilizzazione: "L'assunzione era a tempo determinato".

PALERMO – Pugno duro del Tar di Palermo che ha respinto il ricorso presentato dai giornalisti che componevano l’ufficio stampa della Provincia, giudicandolo “infondato”. La tormentata vicenda dei sette giornalisti che chiedevano la stabilizzazione ed un risarcimento pari a circa quattro milioni di euro per arretrati stipendiali e indennità, dunque, sembra essere traghettata verso un triste epilogo. A presentare il ricorso erano stati Gioacchino Amato, Massimo Bellomo Ugdulena, Vincenzo Bellomo, Federica Certa, Stefania Giuffrè, Francesco Mazzola e Angelo Scuderi. I giornalisti in questione, assunti nel 2008, chiedevano il perfezionamento della procedura avviata e mai revocata di stabilizzazione con inquadramento giuridico ed economico secondo il contratto nazionale Fieg-Fnsi, sostenendo di possedere tutti i requisiti prescritti dalla normativa vigente.

Richieste respinte senza mezzi termini dai giudici della terza sezione del Tar presieduta da Nicolò Monteleone, secondo i quali “il ricorso non è fondato”. La difesa della Provincia ha infatti rilevato che i giornalisti erano stati assunti a tempo determinato, e che pertanto nessuna procedura di stabilizzazione era mai stata attivata.”La procedura concorsuale che ha visto i ricorrenti vincitori è sempre stata dichiaratamente ed espressamente rivolta all’assunzione di personale giornalistico a tempo determinato – sentenziano i giudici -. Come si ricava agevolmente dalla lettura delle delibere versate in atti, e si è conclusa con la loro assunzione a tempo determinato”.

Sempre secondo i giudici, inoltre, sarebbe stato inconcepibile imporre nuove assunzioni a un ente già sostanzialmente soppresso: “Gli oneri relativi alle retribuzioni, alle indennità ed ai contributi previdenziali ne avrebbero certamente determinato il dissesto, con notevoli aggravi a carico della collettività”.


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