"Un deposito di armi nel ristorante" | Santa Flavia, caccia a un nuovo latitante - Live Sicilia

“Un deposito di armi nel ristorante” | Santa Flavia, caccia a un nuovo latitante

Scoperto un poligono di tiro nel seminterrato del ristorante "All'Ancora" di Santa Flavia, in provincia di Palermo. In fuga il gestore, indagato in passato per armi, droga e associazione mafiosa. Le indagini imboccano la pista che porta alla Cosa nostra bagherese.

INDAGINE DEI CARABINIERI
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SANTA FLAVIA (PA) – Un deposito di armi in un ristorante, un uomo in fuga e tanti misteri. C’è un nuovo latitante a Santa Flavia, paese in provincia di Palermo.

Due giorni fa i carabinieri del Nucleo investigativo del comando provinciale hanno bussato, invano, all’abitazione di Tony Bartolo Lo Coco, 42 anni. In casa c’era la compagna, Anna Maria Assunta Basile, anche lei quarantaduenne, finita prima agli arresti domiciliari e poi all’obbligo di dimora per detenzione illegale di armi e munizione, e ricettazione. Di Lo Coco nessuna traccia.

Scavando nel suo passato e scrutando nel suo presente si intuirebbe perché, secondo i carabinieri, quello scoperto nel seminterrato del ristorante “All’Ancora” è molto più di un poligono di tiro. Lo Coco ha precedenti per armi, droga e associazione mafiosa. Nel 1997 finì in manette insieme ad altre undici persone in un’inchiesta che smantellò il clan di Altavilla Milicia. Alcuni suoi coindagai rspondevano pure di omicidio. Gli inquirenti lo hanno tenuto sotto osservazione di recente, mentre ricostruivano le dinamiche mafiose della fetta di provincia che ricade sotto l’egida del mandamento di Bagheria.

Insomma, il nome di Lo Coco non era e non è nuovo ai militari. Non è un caso, dunque, che siano arrivati al ristorante “All’Ancora”, lungo la statale 113. Nella legnaia della pizzeria è stata ricavata un’intercapedine nel muro che custodiva una pistola Beretta calibro 9 corto, rubata nell’agosto del 2012 in casa di un poliziotto municipale di Palermo. Non è tutto: nel seminterrato i militari dell’Unità cinofilia (decisivo il loro intervento) hanno trovato altre intercapedini e una sala insonorizzata. Un poligono di tiro. Ci sono ancora i segni dei proiettili sparati contro il polistirolo che ricopre le pareti. E soprattutto ci per terra dei bossoli certamente non sparati con la Beretta. Sono, infatti, di calibro diverso: alcuni appartengono ad una 7.65, altri ad una calibro 9 a canna lunga, altri ancora caricano un fucine a pallettoni.

Dunque, saremmo di fronte ad un poligono ma probabilmente anche ad un deposito di armi che qualcuno potrebbe avare portato via nel recentissimo passato. Probabilmente dopo gli arresti eseguiti dai carabinieri del comando provinciale nel maggio scorso. In manette finirono 21 persone, presunti boss e gregari del mandamento di Bagheria.

La perquisizione dei militari al ristorante farebbe parte di un quadro investigativo molto più ampio. Innanzitutto, i carabinieri della sezione scientifica stanno cercando tracce ematiche e biologiche nell’improvvisato poligono. Nel frattempo è caccia all’uomo. La sua compagna, ora ai domiciliari, dice di non sapere dove sia. Una balla, secondo gli investigatori. La donna non aggiunge altro. Anzi, ha scelto al strada del silenzio. La fuga di Lo Coco potrebbe essere solo momentanea. Potrebbe essersi sotratto all’arresto per sistemare chissà cosa prima di finire in carcere. È solo un’ipotesi.

Non è tutto, perché all’interno della stanza nel seminterrato c’era un grosso palo, attaccato al soffitto e con un gancio all’estremità. A cosa servisse è uno dei tanti misteri da chiarire. Nel frattempo, ed è l’ultimo dato di cronaca, il ristorante è stato pure chiuso dai carabinieri del Nucleo anti sofisticazioni. Le cucine era sudicie e il pesce in pessimo stato di conservazione.

 


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