Irpef e il caso Megafono | Tutti a Roma per la tregua - Live Sicilia

Irpef e il caso Megafono | Tutti a Roma per la tregua

Crocetta, Lupo, Gucciardi, Cracolici e Bianchi oggi nella Capitale per incontrare il viceministro Fassina e sventare l'aumento delle tasse. E il governatore dovrebbe anche parlare con Epifani. L'ipotesi è quella di un armistizio di un paio di mesi in attesa della scelta definitiva del presidente della Regione

PALERMO – Passa da Roma la strada insidiosa della maggioranza. La giornata di oggi si presenta cruciale per il prosieguo del cammino della coalizione che sostiene la giunta, e in particolare per i rapporti tra governo e Partito democratico. Un appuntamento certo, quello con il viceministro all’Economia Stefano Fassina, e uno probabile, tempi permettendo, con Guglielmo Epifani, saranno un doppio snodo cruciale per capirne di più del futuro prossimo del governo.

Dopo le incandescenti tensioni dei giorni scorsi, che hanno avuto l’apice nella decisione della commissione nazionale di garanzia sul “caso Megafono”, i rapporti tra Rosario Crocetta e il “suo” Pd hanno conosciuto una evidente distensione nelle ultime ore. I conciliaboli pre-ferie tra le varie correnti hanno spinto i democratici ad abbassare i toni della polemica, e altrettanto ha fatto il presidente della Regione. Non solo. Governo e partito hanno ripreso a parlarsi in modo costruttivo e su temi concreti, superando, ad esempio, l’impasse sull’acqua pubblica in commissione e archiviando le incomprensioni con l’assessore Nicolò Marino.

Anche sul controverso aumento dell’addizionale Irpef, messo nero su bianco dal governo e contestato dai democratici, il confronto è aperto. Ieri una rappresentanza del Pd ha incontrato l’assessore all’Economia Luca Bianchi proprio per affrontare il tema. Il Pd non intende cedere e chiede che siano trovate “soluzioni alternative”. “E’ un problema politico – ribadisce Antonello Cracolici -, non si possono scaricare sui cittadini le responsabilità dei ritardi della pubblica amministrazione”. Per pagare le imprese, quindi, bisognerà trovare altrove le risorse. Per evitare una burrasca nella maggioranza. Il Pd siciliano, infatti, non ha alcuna intenzione di fare un passo indietro sul punto, che ha un alto valore simbolico e che vede le opposizioni, dai grillini al Pdl, già pronte ad azzannare il governo.

“Bisogna trovare delle alternative. Se ci sono bene, altrimenti sono per non fare questo aumento. In quel caso si farà un vertice di maggioranza e se ne parlerà”, ammonisce il segretario Giuseppe Lupo. Che oggi parte per Roma insieme al governatore. Con loro anche il capogruppo all’Ars Baldo Gucciardi, Antonello Cracolici e l’assessore Bianchi. Appuntamento al ministero dell’Economia con il viceministro del Pd Stefano Fassina, alla ricerca di una (non facile) soluzione che salvi capra e cavoli.

Crocetta nella Capitale dovrebbe anche occuparsi di Fiat, il vertice è fissato per l’ora di pranzo. Ma tra un impegno e un altro si cercherà di inserire anche l’atteso faccia a faccia con il segretario nazionale del partito Guglielmo Epifani. Il primo dopo che la commissione di garanzia ha posto un punto fermo sulla querelle relativa alla “doppia militanza” nel Pd e nel Megafono. Non ci sarà un ultimatum esplicito ma i rumours nel partito parlano di un orizzonte temporale di un paio di mesi. Insomma, alla ripresa dopo le ferie, il governatore dovrà fare la sua scelta. Il bivio è noto: trasportare il Megafono all’interno del Pd o lasciare il partito per dedicarsi al nuovo movimento. Fino ad allora, però, i toni nel dibattito interno dovrebbero restare bassi rispettando una sorta di armistizio.

In realtà, le schermaglie, per quanto meno esasperate, non mancano. Ieri per esempio il renziano Fabrizio Ferrandelli è tornato a incalzare Crocetta sul Muos. E anche dall’area della Cgil, politicamente vicina alle correnti degli ex Ds, continua lo stillicidio di critiche al governo. “Il Pd è pienamente a sostegno del presidente e fa la sua parte per risolvere i problemi della Sicilia”, dice il segretario Lupo, che ribadisce “la massima disponibilità al confronto con le parti sociali”.

La tregua non potrà certo essere totale, c’è sempre un congresso alle porte e le grandi manovre continuano. L’idea della candidatura Nelli Scilabra, lanciata da Crocetta, è sempre in piedi. Ma c’è chi scommette invece su un patto tra il governatore e l’area di Lupo per confermare il segretario uscente. Troppo presto ancora per fare previsioni. Al momento però sembra complicato che le due correnti degli ex Ds, quella che fa capo ad Antonello Cracolici e il Nuovo Corso dei bersaniani come Angelo Capodicasa, convergano sul bis del segretario, che a quel punto potrebbe invece entrare in giunta in un rimpasto che i più danno per scontato entro la fine dell’anno. È possibile, però, che almeno tre o quattro correnti trovino infine un’intesa su un nome che al momento resta coperto.

Molto dipenderà dal quadro che si definirà a livello nazionale e dalle mosse di Renzi. Ma non solo. Un deputato regionale mette in guardia e invita ad attendere notizie dalla Cassazione sul processo a Silvio Berlusconi: “Se il Cavaliere e Renzi disarcionano Letta cambia tutto”. Anche in questo senso, sarà a Roma che si snoderà il futuro prossimo della politica siciliana.


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