Caragliano: “Colpo di mano per | chiudere l’ospedale di Giarre” - Live Sicilia

Caragliano: “Colpo di mano per | chiudere l’ospedale di Giarre”

Il sindaco di Riposto lancia l’allarme. Nel nuovo piano interaziendale dell’Asp di Catania prevista la trasformazione del presidio ospedaliero giarrese in Pta.

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GIARRE – L’ospedale San Giovanni Di Dio e Sant’Isidoro di Giarre rischia la definitiva chiusura. Lancia l’allarme il primo cittadino di Riposto Enzo Caragliano, alla vigilia della conferenza dei sindaci dell’Asp di Catania, in programma stamattina al Palazzo degli Elefanti del capoluogo etneo. Il nuovo piano interaziendale, se votato, comporterebbe la trasformazione irrimediabile del presidio ospedaliero giarrese in Presidio territoriale di assistenza.

“L’ospedale di Giarre ma in realtà l’intero distretto sanitario, ancora una volta, verrebbe penalizzato – spiega il sindaco di Riposto – Non si riesce a capire come sia possibile approvare un atto interaziendale, che riguarda tutta l’area metropolitana di Catania e quindi anche il nostro comprensorio, il 3 agosto quando molti sindaci potrebbero già essere in ferie. Un atto così importante non si può fare con un colpo di mano, perché di questo si tratta. Ci vogliono i tempi giusti. Invece è stato notificato solo il pomeriggio del 30 luglio. Aggiungo che una riorganizzazione di questo tipo – prosegue Caragliano – andrebbe adottata da un organo non commissariato, senza nulla togliere al commissario che è una persona valida e preparata”.

Il sindaco poi spiega le conseguenze di una eventuale approvazione dell’atto. “Il rischio è che una volta per tutte il presidio ospedaliero di Giarre diventi a tutti gli effetti un semplice Presidio Territoriale di Assistenza – chiarisce il primo cittadino – Se il piano fosse approvato scomparirebbero definitivamente gli ambulatori di chirurgia, di ortopedia, di ginecologia ed ostetricia, e con essi il day surgery, e cioè tutti i piccoli interventi. In sostanza si trasformerebbe in un semplice poliambulatorio”.

Quello di domani sembra l’atto definitivo di un progetto già avviato anni orsono. La lenta ma progressiva spoliazione di reparti, personale e macchinari, trasferiti col tempo dal Sant’Isidoro di Giarre al Santa Marta e Santa Venera di Acireale, in quello che più volte è stato definito dall’ormai ex commissione straordinaria giarrese sull’ospedale un piano consapevole e ben mirato per chiudere il presidio ospedaliero. “Credo che l’ospedale Sant’Isidoro sia stato già abbondantemente penalizzato – continua Caragliano – In passato il presidio di Giarre non aveva nulla da invidiare a quello di Acireale. Col tempo è stato depotenziato artatamente e ancora oggi si cerca di svuotarlo ulteriormente”.

Caragliano chiede a tutti i sindaci del comprensorio di fare fronte comune per impedire l’ennesimo scippo. “Domani alla conferenza i sindaci del comprensorio dovranno battersi per portare avanti un principio – spiega Enzo Caragliano senza usare mezzi termini – Niente può essere fatto artatamente dall’oggi al domani senza tavoli di confronto e senza dare il tempo necessario per poter proporre delle alternative. Questi sono dei sotterfugi che devono essere banditi una volta per tutti. Non si può pensare di amministrare un territorio così vasto, soprattutto quando si parla di sanità, usando questi marchingegni. Bisogna colloquiare e calarsi nelle realtà dei territori, soprattutto quando si parla della cosa più importante, la salute. Se domani non sarà raggiunto il numero legale – conclude il sindaco di Riposto – avremo il tempo di discutere. Se così non fosse chiederemo un aggiornamento dei lavori ad un mese, in modo da portare una proposta alternativa che sia soddisfacente per i nostri cittadini, già depredati del loro presidio”.

Anche il sindaco di Giarre Roberto Bonaccorsi, che domani parteciperà alla conferenza insieme all’assessore alla sanità Piera Bonaccorsi, preannuncia battaglia. “La mancanza di un adeguato preavviso – dichiara Roberto Bonaccorsi – per un atto così importante sembra nascondere un vero e proprio colpo di mano, cui noi ci opporremo con tutte le nostre forze”.

 

 


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