Corleone, il Tribunale chiude | "E nessuno si indigna" - Live Sicilia

Corleone, il Tribunale chiude | “E nessuno si indigna”

Antonino Di Lorenzo, noto penalista corleonese, si inserisce nel dibattito acceso dall'intervista della figlia del capo dei capi.

Altro che Lucia Riina
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PALERMO – “Maria Falcone, Sonia Alfano, i responsabili delle varie associazioni si sono tutti, giustamente, indignati per le parole di Lucia Riina. Mi chiedo perché mai il coro di indignazione non si sia alzato quando, qualche mese fa, è stato eciso di chiudere il Tribunale di Corleone”.

Antonino Di Lorenzo, noto penalista corleonese, si inserisce nel dibattito acceso dall’intervista della figlia del capo dei capi e lo sposta sul tema dell’”assenza dello Stato”. Perché questo, a suo dire, è ciò che accadrà il prossimo 13 settembre. La spending review ha previsto la chiusura del Tribunale di Corleone e l’accorpamento degli uffici giudiziari con quelli di Termini Imerese. “Ecco, questo è un tema che dovrebbe provocare indignazione – si surriscalda il penalista – tanto quanto le parole di Lucia Riina. Come disse l’allora procuratore Pietro Grasso: ‘Dove lo Stato manca la mafia fa servizio’. Sa di cosa ho paura, che a Corleone, chiudendo il Tribunale, la gente si rivolgerà ai compari per dirimere le questioni. È inammissibile. Come si fa a spiegare alla gente di Corleone che il Tribunale chiude. Ha un forte valore simbolico, anche per la sua posizione: è il primo palazzo pubblico all’ingresso del paese”.

Quando parla di gente, l’avvocato Di Lorenzo pensa soprattutto a quella che definisce “generazione in bilico”. Quella che va guidata per evitare che imbocchi la strada sbagliata, in cui il diritto diventa favore: “Lo ripeto, il Tribunale è un presidio di legalità. A Corleone chiude e la politica sta zitta, si violano diritti fondamentali per colpa di una legge finanziaria”.

Prima di chiudere la conversazione, torniamo all’incipit. Alle parole di Lucia Riina, figlia di Totò e sorella di Giovanni, ergastolano come il padre, di cui Antonino Di Lorenzo in passato è stato difensore. Se gli si chiede cosa ne pensa, il penalista non ha dubbi: “E’ impossibile pretendere che vada contro il padre. Dal punto di vista umano è giustificabile. Resta il fatto che il suo è un cognome pesante. La storia non si può cancellare e i processi hanno stabilito la verità”.


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