Tares, code e ressa agli uffici del Comune| "E' una vergogna, paghiamo ancora la Tarsu" - Live Sicilia

Tares, code e ressa agli uffici del Comune| “E’ una vergogna, paghiamo ancora la Tarsu”

Entro il 15 settembre i palermitani dovranno pagare l'acconto sulla Tares e in città ci sono già code interminabili agli uffici comunali e centinaia di contribuenti che prendono d'assalto piazza Giulio Cesare. L'assessore Abbonato: "Stiamo facendo il massimo".

LE LAMENTELE DEI PALERMITANI
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L'assessore Luciano Abbonato

PALERMO – “Me ne vado, dovrei fare una fila troppo lunga, ma è vergognoso che nel 2013 si debbano aspettare più di cento persone. E’ imbarazzante”. Lo sfogo è di un palermitano, scoraggiato dallo spettacolo che ieri si è trovato di fronte davanti l’ingresso degli uffici del settore Tributi del Comune. Gli uffici, per intenderci, che da giorni vengono presi d’assalto per la Tares: l’imposta che ha sostituito la Tarsu, infatti, ha creato il panico in molti contribuenti che così hanno deciso di chiedere informazioni direttamente nei locali di piazza Giulio Cesare.

Alle 15 di mercoledì pomeriggio, quando si aprono i cancelli, il foglio appeso al portone segna 134 persone. “Ed è andata bene, lunedì mattina erano 201”, si lamenta una signora mentre tenta di farsi strada fra la calca. Sì, perché il vecchio sistema del turno preso scrivendo il proprio nome su un foglio non sempre funziona e così capita di frequente che nasca la lite, voli qualche parola grossa e che debbano intervenire perfino i vigili urbani. Ed è proprio un vigile, con tanto di pettorina, che qualche minuto dopo comincia a chiamare nome per nome, utilizzando le transenne per sedare la calca. “Io sto ancora pagando la Tarsu del 2012, è un sistema sbagliato – si lamenta Antonino Orlando – a dicembre ho chiuso il negozio ma mi è comunque arrivata la Tares”.

Secondo i numeri forniti da Palazzo delle Aquile, ogni giorno si recano a piazza Giulio Cesare tra le trecento e le quattrocento persone, mentre sono oltre cento le chiamate a cui ogni giorno risponde il call center. “A me è arrivata la lettera della Tares con i dati sbagliati, mentre la Tarsu era giusta – si sfoga una signora a turno – e posso venire solo il pomeriggio perché lavoro. Peccato siano aperti di pomeriggio solo un giorno a settimana”. “Io abito in Lombardia da tre anni – dice Maria Tinervia – e lì ho fatto in dieci minuti il cambio di residenza e l’iscrizione ai tributi. Qui invece è tutta una follia”. “A mia madre spetta la riduzione della Tarsu – si sfoga un altro in fila – però della Tares no: mi hanno detto di pagare comunque e che poi mi verrà defalcato dal saldo di novembre. Però intanto devo pagare e poi se ne parla”.

Una folla, in realtà, non sempre giustificata: in molti infatti devono chiedere semplicemente informazioni e non sanno che ci sono sette linee telefoniche a cui rispondono proprio gli impiegati comunali per evitare di intasare piazza Giulio Cesare. Altri, invece, si lamentano dei dati sbagliati mentre c’è chi chiede ulteriori rateizzazioni. “Mio padre è morto da vent’anni, eppure ancora gli arriva la Tares – urla una signora – ma come fanno a non pensare che uno nato nel 1911 è probabile che sia già morto?”. Fino ai casi limite: “L’altro giorno ho detto a mia moglie di farmi vedere che cosa andava a pagare in Posta – dice un furibondo signore – e ho scoperto che da dieci anni, pur abitando a Monreale, il comune di Palermo mi continua a chiedere la Tarsu, e ora la Tares, per una casa in cui non abito più. Mia moglie non ne capisce niente e ha sempre pagato, quindi io pagavo l’immondizia a due comuni contemporaneamente: mi devono dare indietro tutti i soldi”. Superata la calca iniziale, comunque, e arrivato il proprio turno, si viene dirottati agli uffici dove ci sono 14 postazioni dedicate agli utenti. “Ma sono tutte attaccate l’una all’altra – si lamenta una signora – non c’è privacy e per giunta l’aria è irrespirabile”.

“La Tares è un’imposta introdotta da una legge dello Stato che ha imposto anche i tempi di applicazione, quindi anche la sovrapposizione con la Tarsu che l’anno prossimo non ci sarà più – spiega l’assessore al Bilancio Luciano Abbonato – in altri comuni d’Italia la Tares è stata già completamente pagata, mentre il comune di Palermo l’ha spostata nell’ultimo quadrimestre proprio per evitare la sovrapposizione ancor più penalizzante per chi aveva optato per le quattro rate della Tarsu. Per gli eventuali disservizi, do atto agli uffici di stare facendo il massimo: la stragrande maggioranza delle presenze in piazza Giulio Cesare pare sia legata a una richiesta di informazioni, più che a errate notifiche per le quali c’è comunque una percentuale fisiologica di errore che però è molto contenuta. Continueremo ad assistere il contribuente in questa fase, fino al 15 settembre e poi fino al 15 novembre, cercando di garantire il miglior servizio possibile. Sono state effettuate 280mila notifiche e quindi c’è un picco di presenza presso gli uffici, ma con 14 postazioni in questo momento il Comune sta dando risposte alla cittadinanza; postazioni a cui se ne aggiungeranno presto altre quattro”.

“L’amministrazione sta facendo i salti mortali – dice il dirigente del servizio Tares, Roberto Pulizzi – noi ricevevamo solo tre giorni la settimana e ora siamo passati a cinque, e siamo al 50 per cento della forza lavoro per le ferie. E’ la prima volta che gestiamo questo flusso di informazioni, perché prima la Tarsu non la riscuoteva il Comune, inoltre la procedura informatica è completamente nuova. Insomma, è un anno zero per tutti. Va però fatto un encomio a tutto il personale che si sta impegnando al massimo”.

Comunque, è bene precisarlo, quello di settembre sarà solo un acconto: il saldo dovrà essere pagato entro il 15 novembre ma per calcolarlo bisognerà prima aspettare l’approvazione, da parte del consiglio comunale, del nuovo regolamento che stabilisca le tariffe. E, proprio per questo, nei giorni scorsi si è tenuto un incontro tra l’amministrazione e il gruppo del Pdl. “E’ acclarato che la delibera che andrà al voto riporta una somma di 143 milioni di euro, quindi il costo è aumentato – spiega il capogruppo Giulio Tantillo – noi saremo vigili e attenti su quanto avverrà: il problema riguarda il regolamento allegato alla delibera che salva alcune categorie e ne penalizza altre. Il prezzo della Tares di 122 milioni è calcolato su sei mesi, perché la Rap è partita a luglio, ma a regime saranno 143 perché il prezzo è a consuntivo ovvero con le perdite. Una delle cose che chiederò sarà comunque il parere di congruità, che attualmente manca: non è ancora chiaro chi ha certificato la congruità della somma. Per il 2014 l’amministrazione invece si impegna a mantenere l’importo del 2013: su questo coefficiente di produttività si fa una scommessa e non è una certezza. Abbiamo chiesto al presidente della Rap Sergio Marino, che era presente all’incontro, anche un miglioramento della raccolta dei rifiuti ingombranti con una campagna di comunicazione ad hoc, per la quale abbiamo ricevuto rassicurazioni, e poi vogliamo il piano di spazzamento per quartiere prima del voto in aula sulla Tares. I cittadini devono sapere quando verrà spazzata la loro strada. Inoltre, da quando abbiamo la Rap, mi sembra di vedere le strade del salotto buono molto pulite e i quartiere periferici assai meno. Marino metta mano all’organizzazione del lavoro per migliorare l’efficienza del personale a cominciare dai dirigenti”.


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