Caso Ial, tremano altri enti | In 850 col fiato sospeso - Live Sicilia

Caso Ial, tremano altri enti | In 850 col fiato sospeso

Protesta alla Formazione

Dopo la revoca dell'accreditamento sono tanti i dubbi sul destino dei lavoratori dell'ente. La Regione parla di "transito" al Ciapi di Priolo. Ma non si tratterà di un'assunzione. I dipendenti dovranno mettersi in aspettativa e potranno essere chiamati a lavoro con contratti a tempo determinato.

PALERMO – Qualcuno racconta di aver ricevuto una semplice telefonata dell’assessore, nel primo pomeriggio di ieri. Poche parole per comunicare che “l’accreditamento allo Ial Sicilia è stato revocato”. Qualcun altro attende di vedere “se quell’atto esiste davvero e su quali presupposti si basa”. Ma intanto, il futuro di mille lavoratori della Formazione è appeso a un filo.

I sindacati hanno accolto con sorpresa e preoccupazione la scelta del governo di chiudere i rubinetti al più grosso ente di Formazione siciliano. In mattinata ne sapranno qualcosa di più, in un incontro previsto negli uffici di corso Calatafimi dell’assessorato alla Formazione. Quell’incontro, però, secondo le sigle, avrebbe dovuto tenersi prima della decisione dell’esecutivo e non certamente dopo. “Avremmo almeno avuto il tempo – spiega il segretario della Cisl Maurizio Bernava – di spiegare la vicenda ai lavoratori”. Già, i lavoratori. Quanti sono, e che fine faranno?

Il comunicato col quale l’assessore Scilabra, ieri, ha, un po’ a sorpresa dato notizia della revoca dell’accreditamento non diceva molto sul destino dei dipendenti dell’ente. Dipendenti che sono ben 850. Lo Ial è tra i più grossi enti di formazione siciliana. Ecco, nel comunicato del governo, il futuro dei lavoratori è racchiuso in un breve passaggio: “I corsi e il personale dello Ial Sicilia (e degli enti Aram, Lumen, Ancol, Aiprig) transiteranno al Ciapi immediatamente”. E qui, vanno chiarite almeno due cose. Il Ciapi in questione è ovviamente quello di Priolo. Il centro di Palermo, investito da scandali, inchieste e arresti, infatti, è di fatto già in liquidazione. Riguardo al “transito” dei lavoratori, va precisato che, chi immagina di essere assunto in un nuovo ente, dovrà ricredersi. Non si tratterà di un vero e proprio “transito”, infatti. I lavoratori resteranno comunque a tutti gli effetti – e fino a nuove decisioni del cda dell’ente – dipendenti dello Ial. Il Ciapi di Priolo, invece, potrà impiegarli per quei corsi per i quali si prevede il finanziamento.

“A metà del 2013 – racconta il dirigente generale del dipartimento Formazione Anna Rosa Corsello – siamo stati costretti a contestare allo Ial che a seguito di un accertamento degli ispettori del lavoro, era emerso che in occasione del Prof 2010 non erano stati pagati i lavoratori nonostante la Regione avesse stanziato 20 milioni a destinazione vincolata per le spese relative al personale. Nel frattempo – aggiunge – è cambiato il management, e il nuovo presidente (Vincenzo Conticello, ndr) ha presentato istanza per un nuovo accreditamento. A sostenere quella richiesta, ha anche portato avanti un accordo transattivo con gli ispettori lavoro, tramite il quale si impegnava a erogare, entro il 31 dicembre, la retribuzione arretrata ai lavoratori. Così – prosegue la dirigente – abbiamo assegnato un accreditamento provvisorio e lo Ial ha presentato i progetti per il 2013”.

Ma a quel punto, la vicenda prende una piega meno rassicurante. “Ho spedito ai vertici dell’ente – racconta sempre la Corsello – una nota con un termine di 30 giorni entro i quali lo Ial avrebbe dovuto spiegare la destinazione dei fondi del 2010”. Un racconto che non trova riscontro, tra i vertici dell’ente. Che negli ultimi mesi sono mutati. Al vecchio management, considerato vicino all’area Innovazioni del Pd (presidente Salvatore Raspanti e direttore Massimiliano Ciccia) s’è sostituito il nuovo, con al vertice Vincenzo Conticello. Il nuovo presidente, già componente dell’ufficio di gabinetto dell’ex assessore Mario Centorrino e considerato vicino al senatore Beppe Lumia, però, pur facendo trapelare una certa sorpresa, si rifugia in un “no comment” in attesa di venire a conoscenza di un atto “non ancora notificato”.

Ma resta il nodo. Che significa, per i lavoratori, il “passaggio” dei corsi al Ciapi di Priolo? Non si tratterà, ovviamente, di un’assunzione. I dipendenti dello Ial, infatti, lavorano per un ente privato. Mentre il Ciapi è un organismo “in house” della Regione. “Già l’Olaf – spiega Maurizio Bernava – in occasione di assunzioni al Ciapi di Palermo, spiegò che qualunque procedura di quel tipo sarebbe stata considerata illegittima. Anche negli organismi in house, insomma, si può assumere solo per concorso”: E allora in cosa consisterà il “transito”? “Il governo – spiega Anna Rosa Corsello – conferma che la sua priorità è la salvaguardia dei livelli occupazionali. Ovviamente, però, i lavoratori non possono essere assunti a tempo indeterminato dal Ciapi di Priolo. Per questo, loro potranno mettersi in aspettativa dallo Ial Sicilia, ed essere chiamati con contratti a tempo determinato dal Ciapi. Al quale abbiamo destinato i soldi previsti per lo Ial a patto che vengano utilizzati tutti i dipendenti provenienti da quell’ente”.

Un piccolo (e probabilmente temporaneo) esodo, che andrà a ingrossare il (fino a ieri) piccolo ente del Siracusano. Già, perché oltre ai lavoratori dello Ial, lì sono destinati quelli dell’Aran, dell’Ancol, della Lumen e dell’Aiprig. Altri 250 dipendenti. Ma potrebbe non finire qui. “Il 90% degli enti di Formazione siciliani – spiega infatti Maurizio Bernava – sono nelle condizioni dello Ial. Se non in condizioni peggiori. Non vorremo che errori e forzature del governo precedente e le beghe tutte interne al Pd spingano a scelte improvvisate, non supportate da fattibilità giuridica. In questo caos – prosegue Bernava – rischiano di pagare solo i lavoratori. Per non parlare dei modi scelti dal governo per rendere nota la vicenda: non si può liquidare tutto con una telefonata ai sindacati e con un comunicato stampa. E ho anche qualche difficoltà a credere che il Ciapi di Priolo possa diventare, da un giorno all’altro, il contenitore di tutti i guai della Regione”. E la parole molto dure dell’assessore Scilabra non rassicurano: “Qualcuno non ha capito che il vento è cambiato. Questo provvedimento chiarirà le idee”. Ma già stamattina, le idee dovrà chiarirle ai sindacati, convocati in assessorato.


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