L'omicidio del panettiere di Gela | Oggi interrogatorio per l'assassino - Live Sicilia

L’omicidio del panettiere di Gela | Oggi interrogatorio per l’assassino

La vittima, Alessandro Valenti

Il racconto dei vicini di casa: "Una tragedia annunciata".

la tragedia al culmine di una lite
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GELA (CALTANISSETTA) – Potrebbe essere consegnata nella tarda serata di oggi o domani mattina la salma del panettiere di Gela, Alessandro Valenti, 28 anni, rimasto vittima della furia omicida del fratello Vincenzo di 40, al termine di una furibonda lite. Il fratricidio è avvenuto l’altro ieri in via Bonanno, angolo via Nicolò Minardi, nel quartiere San Giacomo. La salma, finora sotto sequestro su disposizione del magistrato Silvia Benetti che coordina le indagini, si trova ancora presso l’obitorio del cimitero di contrada Farello. Nel pomeriggio di oggi Cataldo Ruffini, medico legale di Catania incaricato dalla magistratura, ha eseguito l’autopsia che servirà a chiarire con certezza quale delle tre coltellate inferte alla vittima sia stata letale.

Alessandro Valenti è stato colpito al petto, al braccio e alla tempia con un coltello da cucina appuntito che il fratello aveva preso dalla casa in cui viveva insieme col padre. Non ancora fissata la data del funerale del giovane panettiere, sposato e padre di una bambina di tre anni. L’omicida invece è rinchiuso nel carcere di contrada Balate a Gela. Sarà sottoposto domani mattina ad interrogatorio. Per lui l’accusa è di omicidio volontario.

I residenti della zona sono ancora sotto shock per l’ennesima lite sfociata in una “tragedia annunciata”, così come raccontano i vicini di casa. “Vincenzo otteneva sempre quello che voleva, anche i genitori non gli facevano mancare nulla e lo assecondavano pur di non scatenare in lui un atteggiamento violento – racconta una donna del luogo ai cronisti -. Stava sempre chiuso in casa, non salutava nessuno del vicinato. Sono ancora sconvolta e provata perché quando Vincenzo ha accoltellato Alessandro io mi trovavo fuori e sono stata attirata dalle urla della sorella maggiore. Subito dopo averlo aggredito è corso a casa a lasciare il coltello ed ha iniziato un andirivieni nervoso per la strada. Gridava che il fratello meritava di morire”.


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