In Sicilia all'opera la seconda fresa più grande d'Italia | La Tbm è la 'talpa' che lavorerà al raddoppio della Ag-Cl - Live Sicilia

In Sicilia all’opera la seconda fresa più grande d’Italia | La Tbm è la ‘talpa’ che lavorerà al raddoppio della Ag-Cl

Un pezzo della fresa arrivata a Porto Empedocle

La fresa che scaverà sotto la collina di Sant’Elia è, per dimensioni, la seconda che abbia mai scavato in Italia.

E' stata trasportata via mare
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PORTO EMPEDOCLE (AGRIGENTO) – E’ attraccata nei giorni scorsi al porto di Porto Empedocle, in provincia di Agrigento, l’ultima nave che trasporta i pezzi più pesanti della fresa Tbm. La talpa è arrivata in Sicilia via mare dalla Francia per realizzare, in provincia di Caltanissetta, una galleria di otto chilometri lungo la statale 640. I lavori di raddoppio della “Agrigento-Caltanissetta”, curati dalla società “Empedocle2” (raggruppamento di imprese Cmc di Ravenna, Ccc e Tecnis), sono in corso e proseguono a buon ritmo. La nave che trasportava i pezzi della grande macchina – la seconda più grande in Italia – è composta da tre livelli sui quali sono stoccate le componenti essenziali della macchina: testa, erettore, cuscinetto, coclea. La fresa che scaverà sotto la collina di Sant’Elia è, per dimensioni, la seconda che abbia mai scavato in Italia.

La TBM è del tipo EPB ovvero realizza l’equilibrio al fronte tramite lo stesso materiale scavato che viene mantenuto in pressione dalla macchina. La parte destinata allo scavo è composta da tre parti fondamentali: la testa fresante, lo scudo ed un estrattore di terreno a coclea. Lo scudo, in particolare, che garantisce la sicurezza in fase di scavo permettendo la rimozione del terreno e la messa in opera del rivestimento, ha un diametro di quindici metri e la lunghezza complessiva del convoglio che entrerà dentro la collina è di circa 115 metri.

Un’opera importante il raddoppio della 640, le cui attività sono quotidianamente monitorate, attraverso continui controlli nei cantieri, corsi sulla sicurezza ai lavoratori, al fine di rispettare i protocolli antimafia. “Crediamo profondamente in questa battaglia e per questo continuiamo ad essere accanto alle istituzioni, ai politici e agli imprenditori protagonisti del rinnovamento – precisa il project manager, Pierfrancesco Paglini -, credendo profondamente che il modello vincente della lotta a tutte le mafie sia l’impegno civile di chi opera sul territorio, prima di tutto servendo le Istituzioni con quello spirito di servizio che ha animato e animano i principali eroi della lotta alla mafia, convinti che l’imposizione del diritto sul favore sia l’unica strada per sconfiggere tutti coloro che con il sopruso opprimono lo sviluppo del territorio e la libertà di coloro che ci operano”.

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