Il registratore era rotto | Sparma ripete la confessione - Live Sicilia

Il registratore era rotto | Sparma ripete la confessione

Un vuoto di due ore nella registrazione rischiava di rendere inutilizzabile la confessione dell'ex assessore regionale. Che è tornato spontaneamente in Procura per ripetere tutto quello che sa su Faustino Giacchetto e sui suoi rapporti con i politici.

L'INCHIESTA SUL CIAPI
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PALERMO – Il registratore era rotto e la confessione di Gian Maria Sparma rischiava di finire nel cestino. Inutilizzabile. L’ex assessore regionale si è accorto che mancavano due ore di registrazione e ha fatto un passo avanti.

È tornato in Procura per raccontare di nuovo la sua verità sotto forma di dichiarazioni spontanee sul presunto giro di favori e mazzette attorno alla gestione della sede palermitana dell’ente di formazione Ciapi. Sparma ha ribadito quanto aveva dichiarato il 5 luglio scorso. Il registratore aveva fatto le bizze durante la “confessione” dell’ex assessore regionale coinvolto nell’inchiesta sul cosiddetto sistema Giacchetto. La Procura prima della pausa estiva ha chiesto di processare Sparma e altri otto indagati con il rito immediato (il Gip deciderà presto). Una richiesta che impediva di sottoporre l’ex assessore ad un nuovo interrogatorio. A mettere le cose a posto ci ha pensato lo stesso Sparma con le sue dichiarazioni spontanee in nome di una disponibilità a collaborare che, da luglio ad oggi, è diventata ancora più convinta.

Perché lui ha “chiuso con quel mondo” in cui ha vissuto per anni. Un mondo in cui Faustino Giacchetto sarebbe diventato l’uomo forte. Sarebbe bastato rivolgersi al manager della comunicazione pubblicitaria per risolvere ogni problema: dal guasto all’impianto elettrico di casa ai dollari che servivano a Sparma per il suo viaggio di nozze. L’intervento di Giacchetto era “risolutivo e avvolgente”.

L’ex assessore, subito tornato agli arresti domiciliari nell’abitazione dei genitori a Lampedusa, davanti al pubblico ministero Gaetano Paci e al suo legale, l’avvocato Maurilio Panci, ha ripercorso le tappe della sua scalata politica in cui decisivo è stato l’appoggio di Alleanza Nazionale prima e di Fli poi. Tra il 2009 e il 2012 Sparma è stato nominato prima direttore generale del dipartimento regionale della Pesca, poi assessore nel governo di Raffaele Lombardo, ed infine capo di gabinetto dell’allora ministro dell’Ambiente, Adolfo Urso.

La sua conoscenza con Gacchetto risale al 2004-2005 quando lo incontrò ad un convegno organizzato da Rino Lo Nigro (l’ex responsabile dell’Agenzia regionale per l’impiego anche lui coinvolto nell’inchiesta sul Ciapi). E tra loro nacque un’amicizia vera. Sparma ha confermato “tutti i benefit” ricevuti da Giacchetto. Ed in particolare, “il viaggio in Tunisia, assieme a Giovanni Gentile e Pippo Scalia con le rispettive consorti”, le cui spese sarebbero state sostenute dal Giacchetto; “l’utilizzo della carta di credito Superflash, durante il periodo del mio viaggio di nozze” con cui prelevò 1000-1500 euro negli Stati Uniti; “una busta con 5000 euro” con cui Sparma fece fronte al blocco dello stipendio di assessore per via di una cartella di Equitalia.

Sparma ha poi precisato un passaggio delle sue dichiarazioni del 5 luglio compendiate in un verbale riassuntivo. Nell’interrogatorio aveva parlato di “un fine settimana a Taormina nel 2009 presso l’hotel Atlantis Bay con mia moglie, unitamente alle coppie Scalia, Gentile e Tiziana Monterosso con il marito, interamente spesato da Giacchetto (del valore di circa 1000 euro a coppia)”. A parte l’errore – la Monterosso citata non sarebbe Tiziana ma Patrizia, segretario generale della Regione – Sparma ha precisato di non sapere se l’alto burocrate regionale, così come gli altri presenti, fossero stati ospiti a spese di Giacchetto. Sul punto la Monterosso era stata categorica: “Non ho mai accettato alcun invito a cena o di altro tipo”.

 


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