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LiveSicilia.it / Cronaca / Gioeni, consumatori pronti alla class action Il Comune: “Per la rotatoria altri due mesi”

Gioeni, consumatori pronti alla class action
Il Comune: “Per la rotatoria altri due mesi”

Il Movimento Elettori e Consumatori, che ha inviato una lettera al sindaco Bianco, ha deciso di avviare azioni contro il Comune per i disagi procurati dall’abbattimento del cavalcavia. "La nostra richiesta minima - spiega Claudio Melchiorre - sarà di 1200 euro". Intanto, la Commissione Viabilità spiega la tempistica del cantiere. E Gino Astorina commenta a modo suo. BOTTA E RISPOSTA TRA SOFIA E MELCHIORRE

 

disagi dopo l'abbattimento
di Fernando Massimo Adonia e Melania Tanteri
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CATANIA – E alla fine è arrivata pure la richiesta risarcimento per i danni causati dall’abbattimento del ponte sul Tondo Gioeni. Lo hanno pensato in tanti, ma è stato il Movimento Elettori e Consumatori di Claudio Melchiorre a scrivere una lettera al sindaco Bianco e ad avviare le azioni contro il Comune di Catania per i disagi procurati dall’abbattimento del cavalcavia. Il movimento ha inviato una lettera all’amministrazione comunale, nella persona del sindaco, nella quale si chiede conto e ragione della scelta effettuata: se sia stata o meno supportata da studi e simulazioni e se, soprattutto, se siano stati valutati gli effetti che la decisione avrebbe avuto sulla cittadinanza, e non solo per le ripercussioni sulla viabilità, ma anche per l’aggravio delle spese, in un momento particolarmente delicato per i bilanci familiari.

“Comprendiamo le esigenze di governo, ma il rispetto dei cittadini – viene spiegato- prevede anche la necessità di unire l’estetica, l’etica e la pratica. In questo caso, crediamo che nessuno abbia pensato che con l’abbattimento del Ponte Gioeni, riducendo ad una sola corsia il traffico veicolare in quel punto, si sarebbero allungati i tempi di percorrenza delle strade catanesi di almeno un’ora”. Secondo il Mec, il fatto di dover spendere un’ora in più all’interno della propria vettura, per raggiungere il posto di lavoro o qualsiasi altra destinazione, comporterebbe un aggravio dei costi per ogni automobilista. Un esborso quantificato dai consulenti del movimento dei consumatori in circa cinque euro al giorno. “Si potrebbe arrivare a spendere fino a 65 euro in più – spiega Melchiorre – se i giudici dovessero riconoscere che il danno dovrà essere parametrato al costo lavoro, oltre ai consumi auto. In ogni caso – prosegue – la nostra richiesta minima sarà di 1200 Euro per quanti vorranno aderire alla class action, che abbiamo promosso”. Insieme ai danni economici, però, il Mec ha intenzione di aggiungere anche l’aspetto legato all’ambiente, esposto a maggior immissione di CO2. “Il nostro obiettivo – chiosa Melchiorre- è quello di collaborare per rendere Catania migliore con i mezzi che possiamo mettere in campo: se il Sindaco vorrà discutere con noi la questione per rendere il conflitto meno aspro possibile, saremo ben lieti di cogliere questa opportunità”.

Intanto, mentre cresce l’apprensione per i prossimi giorni, quando il traffico entrerà a pieno regime “invernale”, sembra che per vedere l’avvio dei lavori per la realizzazione della rotonda, occorrerà aspettare ancora a lungo. Almeno due settimane. E ancora di più per vederli ultimati. Da Palazzo degli Elefanti arriva infatti l’esito del sopralluogo di stamani effettuato dalla Commissione consiliare Vialbilità e Trasporti, presieduta da Carmelo Sofia, da sempre vicino al sindaco Enzo Bianco, per comprendere lo status dei lavori e capire, insieme al direttore dei lavori, Rosario Mirone, la tempistica del cantiere, alla luce della necessità di spostare alcuni sottoservizi. “Nel corso del sopralluogo – si legge in una nota – è stato chiarito che le società Enel e Asec entro 15 giorni completeranno i lavori di sistemazione dei sottoservizi. Subito dopo, la ditta incaricata ultimerà i lavori di sistemazione della rotatoria in circa due mesi complessivamente”.

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Un lasso di tempo che rischia di essere ancora troppo lungo per gli automobilisti catanesi. Con la riapertura di tutte le scuole fissata per lunedì 16, l’allarme intasamento resta attualmente più che concreto. E questo, nonostante le rassicurazioni dell’amministrazione e la decisione di schierare i Vigili urbani a presidio del torna-indietro di viale di Odorico di Pordenone, uno dei punti più a rischio dell’attuale assetto viario. Se l’operazione, almeno stando a quanto osservato oggi, sembra aver dato esiti positivi, consentendo agli inevitabili rallentamenti di non diventare coaguli infernali, non è escluso che quanto visto sia stato solo parziale o apparente. Molti catanesi, infatti, per evitare le lunghe file dei giorni scorsi hanno optato per delle soluzioni alternative: alcuni ad esempio hanno scelto di entrare in città dalla rotonda di San Nullo, provocando ripercussioni sul traffico del quartiere Cibali. Una soluzione che ha portato a dei veri e propri intasamenti collaterali del sistema viario cittadino.

Una situazione, dunque, che rischia di far perdere l’ilarità anche a chi è abituato a fare ridere i catanesi. Il comico e autore teatrale Gino Astorina, intervistato da LiveSiciliaCatania, non nasconde gli inconvenienti degli ultimi giorni: “Da quando è stato abbattuto, quando si prende un appuntamento non si deve dare l’ora, ma il giorno. Bisogna dire ci vediamo verso le…dove il verso ricopre un lasso di tempo che può durare anche 24 ore”.

 

Tags: abbattimento · Catania · Claudio Melchiorre · disagi · Gino Astorina · tondo gioeni

Pubblicato il 9 Settembre 2013, 17:36
3 Commenti Condividi
Commenti
  1. ippo 7 anni fa

    Ankora la scuola deve iniziare???? Appena iniziera’ ci vorra l’elicottero.

    Rispondi
  2. jean valjean 7 anni fa

    tranquilli catanesi… appena l’assenza del ponte determinerà una vera emergenza, la protezione civile interverrà con una somma urgenza per ricostruirlo, e per fare prima affiderà i lavori all’impresa che si trova già sul cantiere.

    Rispondi
  3. Orazio 7 anni fa

    L’automobilista prima lucra sulle buche delle strade, poi sul ponte abbattuto, domani magari chissà… intere generazioni di catanesi si sono autodeportate nei paesi etnei e adesso i cittadini catanesi, quelli veri, dovrebbero pagare il conto dei loro stili di vita dissennati?

    Per conto mio piuttosto la class action la farei contro tutti quelli che usano l’auto, per le malattie che ci procurano loro ed i loro flatulenti contenitori a 4 ruote.

    In Francia è ancora di moda la parola “civismo”, a Catania non è mai stata in uso, ma adesso stiamo sfiorando il ridicolo, questi pretendono di imporre il pizzo sull’opera pubblica, perché di questo si tratta. Ma stiamo scherzando? Ma com’è che in questa citta choccata come Catania nessuno più è capace di mettere non dico l’intelligenza, ma almeno il buon senso?

    Rispondi

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