Dall'aeroporto al Faro |città invasa dai Rom - Live Sicilia

Dall’aeroporto al Faro |città invasa dai Rom

L'allarme è stato lanciato da tempo senza, però, alcun esito. Uno degli aeroporti più importanti d'Italia, quello etneo, deve fare i conti con la presenza costante dei Rom che, all'interno come all'esterno dello scalo, creano problemi di sicurezza e decoro. Il Comune predispone una Task Force con Provincia e Sac, ma il problema si estende fino al centro della città.

CATANIA – E’ allarme sicurezza e decoro nella zona sud di Catania. Un problema che non riguarda solo l’aeroporto di Fontanarossa, che negli ultimi anni ha visto una crescita esponenziale di nomadi all’interno e all’esterno dell’area aeroportuale, ma si estende all’intera zona che va da Fontanarossa appunto fin quasi in centro storico. Decine le segnalazioni quotidiane, alcune delle quali arrivate anche in redazione, che descrivono l’aeroporto come un luogo poco sicuro ma soprattutto indecoroso e degradato, dove è possibile andare nel bagno e incontrare qualcuno dedito alla propria igiene personale o intento a lavare i panni. “Volevamo rendere nota l’attuale situazione di degrado e malcostume in cui versa l’aeroporto – scrive a LivesiciliaCatania un tassista in servizio a Fontanarossa – pieno di nomadi che sporcano, bivaccano sotto gli occhi di tutti e nessuna autorità interviene”.

Siamo andati a verificare e in effetti, lo spettacolo che offre una città che si dichiara o  quanto meno aspira a diventare meta turistica, non è certo edificante. Oltre a scorgere i segni di un bivacco costante all’esterno dell’area aeroportuale, colpisce la presenza e l’insistenza di donne con spesso in braccio un bambino, che chiedono soldi a chiunque. Noi siamo rimasti appena un quarto d’ora, giusto il tempo di raccogliere qualche testimonianza, e ne abbiamo viste numerose. All’esterno dello scalo, poi, la situazione sembra anche peggiore, con chi staziona letteralmente intorno le biglietterie in attesa di domandare la monetina al turista o al viaggiatore di turno.

“La situazione è peggiorata – spiega a LivesiciliaCatania uno degli addetti di una delle biglietterie – e la sera, con il buio, diventa particolarmente pericolosa”. Tentativi di scippi e borseggi, secondo quanto affermato, sarebbero all’ordine del giorno, così come le lamentele da parte di utenti e lavoratori, e questo nonostante il campo Fontanarossa di fronte l’aeroporto, allestito dall’ex sindaco Stancanelli per ospitare le persone che vivevano all’interno dell’ex Palazzo delle Poste, sia stato liberato già da tempo e nonsotante le reiterate richieste alle istituzioni da parte dell’amministratore delegato della Sac, Gaetano Mancini, di interventi reali per restituire sicurezza e decoro al Vincenzo Bellini, il più importante aeroporto della Sicilia.

Messaggio recepito dall’amministrazione comunale – anche se l’estate volge al termine e i flussi turistici sono in diminuzione – che ieri mattina ha organizzato una conferenza di servizi proprio per coinvolgere, oltre al Comune, anche Provincia e Sac, per affrontare la situazione. Il gruppo coordinerà gli interventi riguardanti la sicurezza – compresa la presenza di Vigili urbani, la viabilità, il decoro, la pulizia, in quell’Aeroporto di Catania che è il biglietto da visita della città. Una proposta lanciata dal sindaco Bianco per unire le forze e procedere speditamente.

Questo per quanto riguarda l’aeroporto. Per le altre zone della parte meridionale della città – come ad esempio la piazza di San Giuseppe La Rena – che rappresentano uno spettacolo altrettanto indecoroso, è l’assessore al Decoro urbano, Salvo Di Salvo, a rispondere. “Abbiamo avviato un ragionamento per, da una parte, bonificare le aree pubbliche dove si sono insediati i Rom – spiega a LivesiciliaCatania – ma occorre realizzare il campo di transito per contrastare questo fenomeno, purtoppo sempre più diffuso, nonostante i numerosi provvedimenti messi in atto. Faremo in modo – aggiunge – che i tempi di intervento siano contenuti, ma è chiaro che bisogna lavorare assiduamente sulle soluzioni, anche attraverso un fitto dialogo con il terzo settore. Non cìè dubbio che il problema vada affrontato e risolto – conclude – e non con soluzioni tampone che non tutelano l’immagine della città”.

 


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