Pozzi contaminati nel Siracusano | Indagato il sindaco di Melilli - Live Sicilia

Pozzi contaminati nel Siracusano | Indagato il sindaco di Melilli

Giuseppe Cannata è accusato di di aver omesso di adottare un provvedimento urgente a tutela della salute pubblica

SIRACUSA – Al termine delle indagini sulla contaminazione delle falde acquifere è stato notificato da agenti di polizia un avviso di conclusione delle indagini preliminari per il reato di omissione di atti d’ufficio al sindaco di Melilli, Giuseppe Cannata, 63 anni. E’ accusato di di aver omesso di adottare un provvedimento urgente a tutela della salute pubblica di interdizione del prelevamento dell’acqua dei pozzi presenti nella zona.

La vicenda risale ai mesi scorsi quando nella frazione di Città Giardino – area che ricade nel territorio comunale di Melilli ma contigua a Siracusa ed a ridosso del polo petrochimico siracusano – venne rilevata la contaminazione delle falde acquifere da idrocarburi. Da qui l’invito rivolto dalle autorità al sindaco di Melilli affinchè emettesse un provvedimento di interdizione del prelevamento dell’acqua dei pozzi presenti nella zona contaminata. Indicazione che, a giudizio degli investigatori – il lavoro dei quali è stato coordinato dalla procura della repubblica di Siracusa -, Cannata avrebbe disatteso.

L’iscrizione del sindaco di Melilli nel registro degli indagati per la vicenda dei pozzi inquinati a Città Giardino è anche scaturita, come hanno chiarito gli investigatori, dalla posizione del primo cittadino quale massima autorità sanitaria del territorio. E’ in questa veste che gli viene attribuita la condotta omissiva alla luce delle reiterate segnalazioni che sarebbero state fatte sia dall’Arpa che dalla Provincia regionale di Siracusa circa la necessità di emettere un’ordinanza che vietasse l’emungimento per via dell’accertato inquinamento della falda idrica. Le prime segnalazioni da parte di residenti della zona di Città Giardino relativa a forti odori di idrocarburi nei propri pozzi risalgono a gennaio del 2012. Da lì si è sviluppata un’indagine entrata nel vivo la scorsa primavera quando la polizia di Priolo accertò che la falda acquifera era stata inquinata da “surnatante di idrocarburi”, vale a dire una spessa patina di sostanza inquinante sopra l’acqua. Il mancato stop all’emungimento, spiegano ancora gli investigatori il lavoro dei quali è coordinato dal sostituto procuratore della Repubblica di Siracusa Martina Bonfiglio, avrebbe causato nel tempo l’estendersi del fenomeno inquinante anche alla luce della particolare conformazione della zona.

(ANSA)


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