La mafia si finanzia con la droga | Otto arresti fra Camporeale e San Giuseppe Jato - Live Sicilia

La mafia si finanzia con la droga | Otto arresti fra Camporeale e San Giuseppe Jato

Operazione dei carabinieri del Gruppo di Monreale. Cosa nostra controlla il mercato della marijuana. I soldi servono a mantenere le famiglie dei carcerati e a pagare gli stipendi dei nuovi affiliati.

OPERAZIONE GRANDE MANDAMENTO
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PALERMO – La mafia ha scelto la droga per finanziare l’attività criminale. La conferma arriva da un’operazione dei carabinieri. Dalle prime luci dell’alba, in provincia di Palermo, tra i comuni di San Giuseppe Jato e Camporeale, i militari del gruppo di Monreale, guidati dal colonnello Pierluigi Solazzo, e quelli del Nucleo investigativo comandati da Mauro Carrozzo, hanno dato esecuzione ad otto ordinanze di custodia cautelare in carcere. Sono state emesse dal Tribunale di Palermo su richiesta dei procuratori aggiunti Teresa Principato e Vittorio Teresi, e dei sostituti Del Bene, Barbiera, Demontis e Paci.

L’operazione è una costola dell’indagine denominata “Nuovo Mandamento” che lo scorso aprile aveva smascherato la riorganizzazione territoriale di Cosa nostra nella parte occidentale della provincia di Palermo. Era emersa la creazione di una nuova sovrastruttura di coordinamento. Camporeale aveva inglobato i due mandamenti di San Giuseppe Jato e Partinico. In tutto furono 38 le persone arrestate, tra capi e gregari. A cominciare dal presunto capo. Antonino Sciortino.

Ora si scopre che la mafia punta sulla coltivazione di marijuana per riempire le casse dell’organizzazione. Cosa nostra si occupa dell’intera filiera produttiva: dalla coltivazione allo spaccio attraverso una fitta rete di pusher. “Un’azienda agricola in piena regola”, la definisce il colonnello Solazzo. I soldi ricavati servono per mantenere le famiglie de detenuti e pagare gli stipendi ai nuovi affiliati. Nel corso delle indagini sono state individuate, oltre alle piantagioni, anche i centri di stoccaggio lungo il fiume Jato. Le due centrali era una masseria e un fabbricato rurale in contrada Argivocalotto. La masseria, di proprietà di Giuseppe Lo Voi e Salvatore Mulè, già nell’operazione di aprile era stata indicata come la base operativa del nuovo super mandamento di Camporeale.

Nel 2012 in contrada Argivocalotto a Monreale è nata la piantagione di Cosa nostra. Tutte le famiglie mafiose si sono date da fare. Con le seimila piante di marijuana si potevano fare migliaia e migliaia di dosi. Poi, però i mafiosi hanno capito di essere seguiti e hanno preferito spostare le piante in due terreni, in località Monte Petroso e Tagliavia, a Camporeale. Non è servito a nulla. I carabinieri erano ormai sulle loro tracce.

Ecco l’elenco degli arrestati: Giovanni Battaglia, 28 anni, di Camporeale; Baldassarre Di Maggio, 34 anni, di San Giuseppe Jato (cugino del pentito Balduccio Di Maggio); Pietro Ficarrotta, 44 anni, nato in Calabria ma residente a San Cipirello; Raimondo Liotta, 47 anni, di Camporeale; Salvatore Lo Voi, 34 anni oggi, di San Giuseppe Jato; Giuseppe Mulè, 31 anni, di San Cipirello; Antonino Parrino, 42 anni, di San Giuseppe Jato e Rosario Parrino, 29 anni, di San Cipirello.

 


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