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Il Consiglio si riprende i porti | Orlando: “Sono della città”

Sala delle Lapidi ha approvato due delibere per far decadere il ricorso al Tar dell'Autorità Portuale sul Prp e ridefinire i confini di competenza sul waterfront cittadino, rimettendo così le mani sui porticcioli turistici e sul Castello a mare. Nel frattempo il sindaco Orlando ha inviato alla Procura una nota sulla vicenda attaccando a testa bassa l'ente porto e l'Avvocatura di Stato.

SALA DELLE LAPIDI
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PALERMO – Il Consiglio comunale di Palermo si riprende i porti delle borgate marinare. Con due delibere approvate nella serata di ieri Sala delle Lapidi ha fatto la sua contromossa nella complessa partita a scacchi con l’Autorità Portuale per il controllo e la gestione dei porticcioli turistici e, più in generale, per la definizione del Piano regolatore portuale. La querelle va avanti da anni a colpi di ricorsi al Tar, delibere consiliari e revoche. Grazie a questo atto domani Palazzo delle Aquile potrà presentare le proprie proposte di modifica al Prp al Consiglio superiore dei Lavori Pubblici, che si riunirà per prendere una decisione in materia. In mattinata un funzionario comunale volerà a Roma appositamente per far protocollare le due delibere.

Una corsa contro il tempo decisa per strappare il sì del Consiglio superiore al piano di piazza Pretoria e al contempo segnare un punto a favore nella contesa con il commissario nonché ex presidente dell’Autorità portuale, Antonino Bevilacqua, il cui mandato scadeva proprio ieri. Le due delibere stabiliscono essenzialmente, da una parte, la revoca della revoca con la quale a giugno di un anno fa il Consiglio comunale aveva fatto marcia indietro sul via libera al Prp, e, dall’altra, la ridefinizione dei rispettivi confini di competenza sul waterfront dell’ente porto e dell’amministrazione comunale, stabiliti da un’altra delibera nel 2011. Per questo quello di ieri era un voto delicato, tant’è che il sindaco Leoluca Orlando ha voluto presenziare alla seduta in aula insieme agli assessori alla Pianificazione Territoriale, Tullio Giuffrè, e al Bilancio, Luciano Abbonato.

Il primo cittadino ha ricostruito la vicenda ed esposto le motivazioni che hanno portato la maggioranza alla decisione, all’apparenza paradossale, di revocare una revoca: dopo che la giunta Cammarata aveva deciso a suo tempo di consegnare i porticcioli turistici all’Autorità portuale (dall’Arenella all’Acquasanta e a Sant’Erasmo), al suo insediamento Orlando aveva annunciato battaglia per restituirli alla competenza di piazza Pretoria. Una linea politica che ha spinto il precedente Consiglio a rinnegare l’intesa sul Prp con l’Autorità Portuale, che per tutta risposta ha fatto e vinto il ricorso al Tar. In attesa del giudizio di merito, che arriverà ad ottobre, le due delibere ottengono il duplice risultato di far decadere le motivazioni alla base del ricorso e di assicurare a Palazzo delle Aquile una posizione più salda al tavolo del Consiglio superiore, allo stesso tempo restringendo in maniera considerevole il raggio d’azione dell’ente porto.

Nella relazione del sindaco, però, c’è stato spazio anche per una durissima requisitoria nei confronti dell’Avvocatura di Stato, che ha sostenuto la causa dell’Autorità portuale presso il tribunale amministrativo. A scatenare l’ira di Orlando è stata una lettera che l’Avvocatura ha indirizzato all’amministrazione e nella quale, a suo dire, “vengono usate espressioni anomale e gravissime. Ho inviato copia della lettera alla Procura della Repubblica e al Consiglio superiore, oltre che al premier Enrico Letta, chiedendo che venga effettuato un accertamento sui comportamenti inammissibili di organi statali che hanno compiuto un’illegittima e illecita mortificazione dell’amministrazione e del Consiglio”.

“È inaccettabile – ha aggiunto Orlando – che venga disatteso il rispetto del parere obbligatorio del Consiglio in merito a questioni urbanistiche che riguardano tutta la città. Per questo ho inviato alla Procura, insieme alla lettera, una nota con la quale chiedo di esaminare se e quali profili di reato ci siano per questa indebita acquisizione dei confini di competenza. Sia chiaro che, a fronte delle nostre richieste, l’Autorità Portuale si è sempre rifiutata di pervenire a qualunque forma d’intesa, ritenendo inattaccabile la propria posizione. Ma un’amministrazione – ha concluso – non può accettare di perdere la propria autorità su metà del territorio cittadino”. Il capogruppo del Movimento 139, Aurelio Scavone, non ha avuto remore nel definire la missiva dell’Avvocatura addirittura “minatoria”.

Le due disposizioni sono state approvate non senza qualche obiezione da parte delle opposizioni, non tanto sul contenuto quanto sulle modalità. Pd e Ora Palermo hanno optato per l’astensione, mentre Filippo Occhipinti e Paolo Caracausi di Idv sono usciti dall’aula al momento del voto. Il capogruppo di Forza Italia (il fu Pdl, che proprio oggi ha ufficializzato la nuova denominazione), Giulio Tantillo, ha definito il passaggio burocratico certificato ieri “un po’ pasticciato, perché non riesco a capire da un punto di vista tecnico come si revochi l’intera delibera del giugno 2012 e, al contempo, la si revochi nuovamente ma solo in una sua parte, quella relativa ai confini di competenza. Va detto, a onor del vero, che la revoca del 2012 fu fatta troppo in fretta e con un difetto di motivazioni. Siamo comunque concordi sul fatto che aree come quella del Castello a mare debbano essere restituite alla città”.

Anche il consigliere del Pd Rosario Filoramo si è pronunciato contro l’idea di un revoca “quando bastava preparare una delibera che separava il Prp generale da quello sui porti minori, e su questa impostazione portare avanti a Roma l’accordo con l’Autorità Portuale e il Consiglio superiore. Andrebbe trovata una strategia condivisa, anche con la Regione. Non vorrei che poi venissero a domandare a questo Consiglio i danni patrimoniali”.

LE REAZIONI
“Ritengo che sarebbe stato meglio puntare su un accordo – sostiene il consigliere di Ora Palermo, Fabrizio Ferrara – piuttosto che portare avanti lo scontro con l’Autorità Portuale. Magari Orlando vincerà la sua battaglia con Bevilacqua, ma credo che queste vicende appassionino poco la cittadinanza, che spera soltanto che le cose vengano fatte bene e in tempi rapidi. Queste delibere invece rischiano di rallentare l’iter di realizzazione dei progetti. Mi auguro che a farne le spese non sia la città”.

Il Sindaco Leoluca Orlando esprime il proprio “apprezzamento per il dibattito del consiglio comunale che oggi ha visto riaffermare il principio di sovranità che spetta al Comune di Palermo nei riguardi della programmazione del proprio territorio mettendo fine a forme anomale di supplenza”.

“E’ doveroso che il sindaco di Palermo abbia competenza sui porticcioli della città. L’Udc ha votato favorevolmente la delibera di revoca – dice il capogruppo Giulio Cusumano – il cittadino abbia il sindaco come responsabile degli interventi cittadini e non burocrati anonimi”.

“Sono favorevole alla delibera se questa non rallenta i lavori per il piano regolatore del porto; un importante intervento urbanistico anche per quanto riguarda i porti turistici”. Lo afferma il consigliere comunale Andrea Mineo in merito a quanto deliberato ieri dal Consiglio comunale sulla revoca parziale dell’intesa rilasciata nel 2011 con l’Autorità portuale. Sarò particolarmente vigile e, se necessario, critico sulla vicenda – aggiunge Mineo – tenendo ben presente che i porti turistici, come nel caso dell’Arenella, sono fondamentali per un settore importantissimo come quello della pesca”.


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