Si rompe l'asse Pd-Crocetta | Il governatore: "Vado avanti" - Live Sicilia

Si rompe l’asse Pd-Crocetta | Il governatore: “Vado avanti”

Gli assessori 'in bilico' Nelli Scilabra e Luca Bianchi assistono agli interventi alla direzione del Pd (foto Sabella)

La direzione regionale dei democratici approva a maggioranza la relazione del segretario Lupo che toglie il sostegno al governo. Con questo voto, il partito chiede ai quattro assessori che lo rappresentano in giunta di dimettersi: si tratta di Luca Bianchi , Nelli Scilabra, Mariella Lobello e Nino Bartolotta. Il governatore replica da Catania: "Parlano di politica mentre la mia scorta rischia la vita".

Crisi alla regione
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17 min di lettura

PALERMO – Rosario Crocetta non ha più una maggioranza. Il Pd, il suo partito, gli ha tolto la fiducia, e il sostegno. Voterà i singoli provvedimenti che arriveranno in Aula. “Ma senza alcun vincolo” precisa il segretario Lupo. La sua relazione è stata appena approvata dalla direzione regionale del partito. Una relazione durissima: “Noi non ci riconosciamo più – ha detto Lupo – nell’azione del governo Crocetta. Non ci sentiamo più vincolati a sostenere l’azione di un governo che sta commettendo errori gravi che si ripercuoteranno sui siciliani. La mia proposta: non partecipiamo al vertice di maggioranza sul tema del rimpasto. Un tema che il partito non ha mai posto. Il presidente Crocetta ha fatto anche questo, l’ha buttata in rissa, facendo passare il messaggio che il Pd fosse interessato alle poltrone. Non ci sentiamo quindi rappresentati in giunta dagli assessori in quota Pd. Prendano loro le decisioni conseguenti, sapendo che non rappresentano più il partito nell’esecutivo. Da adesso, valuteremo provvedimento per provvedimento e atto per atto”.

Dal canto suo, il governatore non si ferma: “Sono esterrefatto – commenta all’Ansa Crocetta -. In uno dei momenti più dolorosi della mia vita, con due agenti di scorta in rianimazione, mi trovo davanti al muro di gomma di un pezzo dei dirigenti del Pd. Mi tolgono sostegno? Si assumano responsabilità storica, io vado avanti, ho il mandato del popolo siciliano e della base del partito”.

Con questo voto, il partito chiede ai quattro assessori che lo rappresenta in giunta di dimettersi: si tratta di Luca Bianchi (Economia), Nelli Scilabra (Formazione), Mariella Lobello (Ambiente) e Nino Bartolotta (Infratrutture). Chi non lo farà rimarrà a titolo personale e sarà deferito ai garanti del partito.

Un atto d’accusa durissimo, quello del segretario, che ha trovato ampia condivisione nella direzione. Solo sette i voti contrari, tutti dell’area riferibile a Beppe Lumia, che ha provato a vestire i panni del difensore: “I cittadini siciliani, i giornali, l’opinione pubblica, la classe dirigente nazionale del partito – ha detto il senatore – vedono il presidente Crocetta come una grande risorsa. Il Pd siciliano invece addirittura arriva a imboccare una strada che rischia di essere senza uscita. Penso che questa responsabilità storica abbia bisogno di altri passaggi. Io non la condivido. Chi ha preso questa decisione dovrebbe riflettere un po’ di più. Si è usato un linguaggio politico tipico di un partito che non è abituato a governare. Un grande partito, dopo nove mesi, non boccia un governo, ma prova a rilanciarne l’azione”. Un intervento che ha suscitato più mugugni che applausi. E persino qualche ironia e qualche sorriso beffardo dalla platea, quando Lumia ha fatto riferimento alla Confindustria siciliana come “un faro nel mondo”.

Applauditissimo, invece, l’intervento di Antonello Cracolici: “Di fronte alla necessità di un rafforzamento politico, – ha detto – è piovuto sul Pd una valanga di insulti. Facendo credere che Cracolici e Lupo smaniassero di giocare al giochino degli assessori. In questo ha offeso il partito. Il cambiamento, in questa terra, rischia di diventare solo una bella predica. Considero sgradevole che in nome di valutazioni politiche, ognuno di noi debba essere giudicato da un punto di vista morale. Qui nessuno ha patenti per dare patenti a nessuno. E ci tocca vedere – ha aggiunto il deputato – che i veri appartenenti al passato tanto criticato, adesso che hanno cambiato partito, vengono indicati come modelli di comportamento. È inaccettabile. Pretendo rispetto”. Il Pd sbatte la porta e se ne va. Nell’attesa che il governatore torni sui suoi passi. “Per me – ha replicato però da Catania il presidente Crocetta – si continua il programma che è stato concordato con il popolo siciliano. Io non mi faccio condizionare da alcuno e non sarò il pupo di alcuno . Se c’è qualcuno che mi può domare – ha concluso – è il popolo siciliano”. Ma da oggi, il governatore non ha più una maggioranza.

 

 

 

DIREZIONE REGIONALE DEL PD, LA DIRETTA DAL SAN PAOLO PALACE

19.50 L’assemblea ha approvato a maggioranza la relazione di Lupo, con soli sette voti contrari. Il Pd ritira il sostegno in Sicilia al governo di Rosario Crocetta. Con questo voto, il partito chiede ai quattro assessori che lo rappresenta in giunta di dimettersi: si tratta di Luca Bianchi (Economia), Nelli Scilabra (Formazione), Mariella Lobello (Ambiente) e Nino Bartolotta (Infratrutture). Chi non lo farà rimarrà a titolo personale e sarà deferito ai garanti del partito.

19.10 Lungo intervento di Antonello Cracolici: “Cracolici: “Stiamo assistendo a una deriva personalistica. Il cambiamento è un dato strutturale, non effimero. Tutto questo è stato detto più volte. In tutte le occasioni e in tutti i luoghi possibili. Ed è stato detto anche nella direzione del 20 luglio. E quelle cose non le ha dette Cracolici o Lupo, ma il partito. Abbiamo avvertito in questi mesi una lenta separazione tra l’azione del governo e l’azione politica. Oggi apprendo che per primi in Italia abbiamo abolito le Province. Sono contento. Ma vorrei ricordare che in Sicilia stavamo votando in anticipo per rinnovare proprio le Province. E lo decise una giunta attraverso un atto amministrativo. Quando si parla di profilo politico, non si fa riferimento al valore degli assessori. Ma al modo con cui si sono affrontate le questioni. Cioè magari cambiando di volta in volta opinione. Senza coinvolgere i partiti. E io mi chiedo: chi fa il dirigente politico, può fare dell’antipolitica la sua bandiera? Se non c’è la politica, un governo non serve a nulla. E di fronte alla necessità di un rafforzamento politico, è piovuto sul Pd una valanga di insulti. Facendo credere che Cracolici e Lupo smaniassero di giocare al giochino degli assessori. In questo ha offeso il partito. Il cambiamento, in questa terra, rischia di diventare solo una bella predica. Considero sgradevole che in nome di valutazioni politiche, ognuno di noi debba essere giudicato da un punto di vista morale. Qui nessuno ha patenti per dare patenti a nessuno. Non esiste, chiariamoci, un presidente estroso, e tutti gli altri siamo degli stronzi. In questa terra fa tutto Crocetta. Decide lui quando sei buono e quando sei cattivo. I giorni in cui sei buono e in cui sei cattivo. Crocetta agisce solo mettendo una contro l’altra le persone. Con questo governo non si va avanti. Spero che questo incontro imprima una scossa, per primo al presidente Crocetta. Che spero non stia a sentire cattivi consiglieri. Penso a certi esponenti di associazioni imprenditoriali che si permettono persino di dare giudizi sprezzanti sul rimpasto, su come farlo, su come non farlo. Chiariamo una cosa: se qualcuno vuole rappresentare qualcosa, si presenti alle elezioni. È stata abolita la rappresentanza basata sul censo. Il cambiamento è forse un comunicato stampa, o dovrebbe essere un processo che coinvolga la società, le forze politiche, il parlamento? Si può pensare di governare scindendosi dal parlamento? E ci tocca vedere che i veri appartenenti al passato tanto criticato, adesso che hanno cambiato partito, vengono indicati come modelli di comportamento. È inaccettabile. Pretendo rispetto”. Applausi convinti dall’assemblea.

18.46 Prende la parola Beppe Lumia: “Questo è un partito che si isola dalla stampa nazionale e mondiale, che vede con simpatia un presidente per la prima volta davvero in grado di rompere col passato. Questo è un partito che si isola dalla coalizione, e rifiuta persino di partecipare a un vertice di maggioranza. È un errore far diventare il rapporto col presidente la questione centrale, la priorità. La questione sulla quale si chiama un gruppo dirigente alla rottura col presidente. I cittadini siciliani, i giornali, l’opinione pubblica, la classe dirigente nazionale del partito vedono il presidente Crocetta come una grande risorsa. Il Pd siciliano invece addirittura arriva a imboccare una strada che rischia di essere senza uscita. Penso che questa responsabilità storica abbia bisogno di altri passaggi. Io non la condivido. Ma anche chi ha preso questa decisione dovrebbe riflettere un po’ di più. Si è usato un linguaggio politico tipico di un partito che non è abituato a governare. Un grande partito, dopo nove mesi, non boccia un governo, ma prova a rilanciarne l’azione. Ancora di più qui in Sicilia. Di fronte a una svolta storica come questa, la vittoria di un presidente progressista insieme ai moderati. Questo è il primo presidente della regione di cui non dobbiamo vergognarci”. Su questo passaggio, ecco qualche mugugno dalla platea: “E Mattarella?”, chiede qualcuno. Altre polemiche quando Lumia fa riferimento alla Confindustria siciliana, “considerata un faro nel mondo”, dice Lumia. Dalla platea sorrisi e ironie. “Mi chiedo – conclude Lumia – se esiste un’altra via. E lo chiedo ai dirigenti. I progressisti che vanno per la prima volta al governo devono avere maggiore prudenza, maggiore accortezza. Era necessario un presidente libero, capace di far saltare gli schemi. Capisco che per una forma tradizionale del partito questo può creare un attrito, una difficoltà”. 18.13 È il turno di uno degli assessori in bilico, Mariella Lo Bello: “Sono stata donna della Cgil e donna del Pd. Per questo, rispetterò la decisione del mio partito. Non condivido però la relazione del segretario Lupo. Questo governo forse ha commesso qualche errore. È andato un po’ a zig zag, magari, anche per l’inesperienza di noi assessori. Ma è cambiata la Sicilia? Il Pd ha scelto di ristrutturare la Sicilia e in questi casi bisogna buttare giù ciò che non funziona. Una di queste cose è il settore della Formazione. Inaccettabile il fatto che qualcuno abbia pensato che su questo governo si potesse ironizzare. Certo, c’è stato forse qualche difetto di comunicazione. Ma questo non è il tempo delle divisioni. È il tempo dell’unità. Chiedo al partito la fiducia necessaria. Se si perde un’occasione del genere, non è Mariella Lo Bello a perdere, ma rischiamo di perdere tutti, perché la gente interpreterebbe tutto come una guerra di poltrone”. 18.02 Prende la parola Corradino Mineo: “Qui mi sento un corpo estraneo. Il Pd siciliano non parla più di politica. Ma sei è impegnato in una partita a poker col governatore. Una partita opaca e politicamente discutibile. Intanto, in Sicilia, il partito chiude le sedi, invece di coinvolgere l’elettorato nel dibattito. Dal canto suo, Crocetta usa armi improprie, ponendosi come l’unico depositario dell’antimafia, della legalità e del cambiamento. E che sta finendo per restare da solo. O solo insieme alla Cnfindustria siciliana, anche questa portatrice di idee legalitarie e di rottura, ma che poi p, ad esempio sul tema dei rifiuti, si arrocca sulle posizioni antiche dei conferimenti in discarica”. 17. 52 Si susseguono gli interventi. Prende la parola Giovanni Panepinto: “Avevo creduto nella possibilità di un vero cambiamento, di una rivoluzione. Temo che tra dieci anni si possa parlare di una grande occasione mancata. Il presidente Crocetta è ancora in tempo per provare a recuperare la situazione”. 17.45 Bocche cucite. In platea ecco gli assessori Luca Bianchi, Mariella Lo Bello e Nelli Scilabra. “Vediamo, vediamo…” commenta la Lo Bello con un sorriso. L’assessore all’ambiente interverrà tra pochi minuti. Anche Nelli Scilabra non esclude un intervento in direzione. Un sorriso anche dall’assessore all’Economia: “Attendiamo di vedere come finisce”, dice Bianchi. 17.31 Sui rapporti tra Pd e Megafono, Lupo: “La commissione di garanzia ha approvato un documento che corrisponde alla mia proposta, che nasce dal documento approvato dalla direzione del 20 luglio, che parla di incompatibilità tra Pd e la presenza stabile nella vita politica del Megafono. Di fronte anche a continue accuse e denigrazioni nei confronti dei dirigenti e del partito. Un partito che è offeso da un governatore che l’ha definito ‘fantomatico partito degli scandali'”. Applausi scroscianti dalla platea. “Chi sta nel Megafono – ha concluso Lupo – non può stare nel Pd”. 17.25 Prosegue l’intervento del segretario, che arriva al “nodo”: il Pd non assicurerà la maggioranza al governo Crocetta: Lupo: “Abbiamo lealmente sostenuto finora il presidente Crocetta. Abbiamo approvato il bilancio e la norma sulla doppia preferenza di genere. E il presidente avrà il nostro supporto su tutte le norme che riguardano la lotta alla mafia. Mi ha fatto molto male leggere che il presidente, che si considera un condannato a morte dalla mafia, avesse ventilato l’ipotesi che il Pd potesse lasciarlo da solo su questo tema. È un’offesa a un partito da sempre in prima fila nella lotta all’illegalità. Trovo scorretto anche che il presidente della Regione racconti che il Pd abbia chiesto di far uscire dalla giunta l’assessore Sgarlata. È stato il presidente Crocetta a dire che l’assessore Sgarlata poteva dedicarsi ad altro. Adesso basta con gli insulti. Chi predica la legalità dovrebbe essere rispettoso nei confronti del Pd. Prendiamo atto che Crocetta ha preso le distanze dal Pd. Noi non ci riconosciamo più nell’azione del governo Crocetta. Non ci sentiamo più vincolati a sostenere l’azione di un governo che sta commettendo errori gravi che si ripercuoteranno sui siciliani. La mia proposta: non partecipiamo al vertice di maggioranza sul tema del rimpasto. Un tema che il partito non ha mai posto. Il presidente Crocetta ha fatto anche questo, l’ha buttata in rissa, facendo passare il messaggio che il Pd fosse interessato alle poltrone. Non ci sentiamo quindi rappresentati in giunta dagli assessori in quota Pd. Prendano loro le decisioni conseguenti, sapendo che non rappresentano più il partito nel l’esecutivo. Da adesso, valuteremo provvedimento per provvedimento e atto per atto”. 17.10 Durissimo l’intervento del segretario Lupo: “L’esigenza di un rafforzamento politico è proprio finalizzato ad aiutare il governo nell’affrontare le tante emergenze della Sicilia. Ci dispiace che oggi il presidente sia assente. Se ce lo avesse chiesto in tempo, avremmo potuto rinviare, visto il motivo. Però una cosa va detta: il governatore ha trattato il tema in maniera volgare. Crocetta ha fatto credere si trattasse di una questione di poltrone. Noi non abbiamo mai fatto nomi nè numeri. Anche dopo la riunione del 20 luglio, il governo ha continuato sulla vecchia strada. Non solo il Pd e il gruppo del Pd all’Ars non è stato maggiormente coinvolto, ma è stato addirittura escluso da decisioni molto importanti. Siamo riusciti, in qualche occasione, a correggere gli errori. In altri casi no. Faccio qualche esempio: l’aumento dell’addizionale Irpef per pagare i debiti alle imprese. È inconcepibile pensare che si possano aumentare le imposte per i prossimi trent’anni ai siciliani senza coinvolgere i gruppi di maggioranza. È inconcepibile pensare di fare una riforma come quella delle città metropolitane, che prevede l’abolizione di qualche comune, senza coinvolgere i sindaci del Pd, senza avvisare il partito nemmeno con una telefonata. Questo non è il nostro modo di governare. Non è il nostro modo di intendere il rapporto tra governo e maggioranza”. 17.01 Inizia la direzione del Pd con l’intervento introduttivo del segretario Giuseppe Lupo: “Mi sembrava utile, prima del previsto vertice di maggioranza. Nell’ultima direzione, quella del 20 luglio, approvammo un documento che puntava soprattutto su due temi: quelli del rapporto tra maggioranza e governo e quello tra il Pd e il Megafono”. La direzione entra subito nel vivo. 16.50 Beppe Lumia prima dell’ingresso in direzione: “Se l’agenda proposta dal partito è quella del cambiamento, anche il governo è d’accordo. Se invece il Pd vuole proporre l’agenda del rimpasto, allora commette un errore. La gente, la società, l’economia non vuole il rimpasto. Lo vuole solo una parte del Pd. Solo alcuni dirigenti”. 16.45 “Prendiamo atto che il presidente della Regione siciliana Rosario Crocetta ha preso le distanze dal Pd e dal gruppo parlamentare. A questo punto non siamo vincolati al governo e saranno gli assessori che si sentono del Pd a trarne e le conseguenze. Il Pd non parteciperà a verici di maggioranza”. Lo dice il segretario siciliano del Pd, Giuseppe Lupo, a margine della direzione del partito, a Palermo. 16.28 Arriva Antonello Cracolici: “Io penso che gli assessori in giunta ormai, dopo quello che è successo, non possano considerarsi rappresentanti del Pd in giunta. Il partito ha valutato negativamente l’operato del governo. Quindi, alla fine della direzione, o ammettiamo di avere sbagliato, e io non lo credo, o la decisione non può che essere quella. Il governo Crocetta ha un’idea politica diversa dal partito. Per cui, io penso che il Pd possa decidere di valutare i singoli atti, senza sentirsi vincolato al sostegno al governo”. 16.14 Mirello Crisafulli: “Deluso dall’assenza di Crocetta? E perché mai? Io sono qui per parlare col mio partito. Crocetta fa parte del Megafono, come è evidente, visto che fa anche le feste… Io attendo risposte solo dal mio segretario”. 16.04 Fabrizio Ferrandelli: “Basta col muro contro muro. Il Pd la finisca con questa storia del rimpasto. Dal governatore mi pare con ci sia una disponibilità. Non possiamo arrivare allo strappo sul tema delle poltrone. Il Pd pensi alle tante cose da fare”. 15.57 Arrivano alla spicciolata i componenti della direzione del Pd. L’incontro convocato per le 15 non è ancora iniziato. Al San Paolo Palace sono giunti, tra gli altri, Mirello Crisafulli, Fabrizio Ferrandelli, Nino Papania. Confermata l’assenza del presidente Crocetta. Il rimpasto, il Megafono, le emergenze della Sicilia. La direzione regionale del Partito democratico viaggerà su tre binari. Ma quella che doveva essere una “resa dei conti” tra il partito e il governatore Crocetta, potrebbe tramutarsi in un dialogo a distanza. Il presidente della Regione non andrà, a cuasa dell’incidente che ha coinvolto gli uomini della sua scorta. Crocetta, dopo essersi presentato ieri a Gela alla festa del Megafono ha preferito annunciare la sua rinuncia al vertice di oggi. Ma i temi sono ancora tutti sul tappeto. E lo scontro tra il partito e il presidente non è affatto spento. Archiviato. Certo, alla luce delle decisioni dell’assemblea nazionale del Pd, potrebbe smorzarsi un po’ la fiamma di un altro possibile folocaio. Il congresso regionale si svolgerà entro il 31 marzo 2014. E comunque, in Sicilia quasi certamente se ne riparlerà con l’arrivo del prossimo anno. I “renziani”, che attraverso le parole di Fabrizio Ferrandelli, hanno fortemente criticato nei giorni passati la scelta del segretario Lupo di convocare questa direzione utile “solo per chiarire questioni personali, e come strumento per polemizzare col governatore”, dovranno mordere il freno ancora per un po’. Ma i prossimi mesi saranno caldissimi. Dalla Formazione al precariato, le pentole in ebollizione, sui fornelli dell’Isola, sono tante e diverse. “La richiesta di un rafforzamento politico della giunta – ha precisato Lupo nei giorni scorsi – è finalizzato proprio a dare una mano a questo governo, che dovrà affrontare temi urgentissimi”. Temi che, al di là dell’ottimismo di Crocetta: “Il Pd potrebbe uscire dalla maggioranza? Poco male, governerò attraverso gli atti. Il partito si assumerà la responsabilità di sclete prese in un momento così delicato”. Stamattina, intanto, proprio Lupo, Antonello Cracolici, Baldo Gucciardi e Mariella Maggio si sono incontrati nella sede del Pd di via Bentivegna. Un incontro “preliminare” in vista della direzione. Il segretario non sembra avere intenzione di compiere passi indietro. La richiesta di un “rafforzamento politico” della giunta è ancora in piedi. E verrà quasi certamente ribadita nell’incontro di oggi. Un messaggio che poi inevitabilmente pioverà sul vertice di maggioranza, la cui data, però, adesso non è così certa. Prevista inizialmente per domani, infatti, la riunione è slittata: “Il vertice di maggioranza – ha detto infatti il presidente Crocetta – è rinviato a mercoledì alle 16, con possibilità di ulteriori rinvii, perchè intendo seguire l’evoluzione clinica dei ragazzi della mia scorta”. Al di là delle prese di posizione più o meno ufficiali che salteranno fuori dalla direzione, però, l’incontro di oggi sarà utile anche per verificare la temperatura dei rapporti personali (oltre che politici) tra i leader siciliani del partito e il governatore. Gli ultimi scambi di battute a distanza tra Crocetta e i capicorrente Pd, infatti, non sono stati affatto morbidi, col presidente della Regione a chiedere se “esistano dirigenti di buon senso”, il segretario a sottolineare “le falistà del governatore”, e Cracolici pronto a ribattere a muso duro alle dichiarazioni lanciata dal palco catanese del Megafono: “Posso dare a Crocetta lezioni di moralità”. Come detto, però, l’assenza del presidente, raffredderà un po’ il clima in questo senso. Ma quasi certamente non impedirà al partito di sollevare un’altra questione, al centro delle polemiche per lunghe settimane: il rapporto tra Pd e Megafono. “Il partito – ha commentato in proposito il segretario Lupo – ha già preso una posizione chiarissima: quella della commissione di garanzia”. L’organismo del partito ha, di fatto, richiamato il governatore a un rapporto più armonioso e certamente non in contrapposizione col Pd. Ma l’assenza di massa dei dirigenti democratici al Megaforum di Catania, non rappresenta certo un segnale distensivo. “Crocetta – ha commentato Mirello Crisafulli – non fa che lavorare per il Megafono”, mentre l’ex segretario cislino Cocilovo, addirittura, ha messo in discussione il supporto del partito al governo: “Credo che il Pd – ha detto infatti – debba sganciare il proprio destino da quello di questo esecutivo. Non è più tollerabile che il partito, pur non partecipando alle decisioni, venga considerato responsabile delle inefficienze e dei ritardi di questo governo”. Nei giorni scorsi, del resto, anche alcuni deputati regionali del Pd avevano ventilato l’ipotesi di una sorta di “appoggio esterno”. E persino il ritiro degli assessori “in quota”. Ipotesi meno probabile quest’ultima, al momento. Ma che verrà quasi certamente tirata fuori oggi, nella direzione della (mancata) resa dei conti.


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