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LiveSicilia.it / Archivio / “No ai nuovi impianti Il governo è schizofrenico”

“No ai nuovi impianti
Il governo è schizofrenico”

I democratici presentano una mozione, che sarà presto discussa in aula, per chiedere al governo di fermare qualunque possibilità di realizzazione di nuovi impianti eolici. Presenti Baldo Gucciardi, il segretario Lupo, e il promotore della mozione Antonello Cracolici.

Eolico, la denuncia del pd
di Redazione
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PALERMO – “Siamo di fronte alla schizofrenia fra ciò che il governo dichiara e ciò che l’amministrazione mette in atto: il governo ha più volte dichiarato il ‘no’ a nuovi impianti eolici, il presidente Crocetta lo aveva detto anche in campagna elettorale. Ma le parole vengono sconfessate dagli atti prodotti dalla sua amministrazione. Ci riferiamo ad un episodio preciso: venerdì scorso, il 20 settembre, nei locali dell’assessorato all’Energia si è tenuta una conferenza di servizio per esaminare la richiesta di produzione di 30 megawatt nei comuni di Castellana Sicula e Petralia Sottana, ed è stato dato parere positivo per 27 megawatt”.

La denuncia è del Pd all’Ars, dove si è tenuta una conferenza stampa per illustrare una mozione, che sarà presto discussa in aula, per chiedere al governo di fermare qualunque possibilità di realizzazione di nuovi impianti eolici. Alla conferenza stampa hanno partecipato il presidente del gruppo Baldo Gucciardi, il segretario Giuseppe Lupo, il promotore della mozione Antonello Cracolici e molti altri parlamentari regionali del PD. Cracolici ha poi evidenziato che “la capacità di produzione di energia eolica in Sicilia è superiore alla tenuta della rete, tanto è vero che in molti casi, girando per l’isola, si vedono impianti fermi o con solo alcune pale in movimento, e altre ferme”.

“Attorno all’eolico si annidano anche interessi criminali – ha aggiunto Cracolici – proprio in questi giorni abbiamo assistito al sequestro di ingenti patrimoni ad un noto produttore di energia eolica nel Trapanese. Dal prossimo 2 ottobre sono in programma 64 conferenze di sevizio per richieste di autorizzazione di energia eolica, pari a 3285 MW di energia a fronte degli attuali 1746 MW esistenti, quindi le istante che giacciono, per le quali sono in corso le pronunce amministrative, riguardano una capacità di produzione di energia eolica doppia rispetto a quella esistente. A queste si aggiungono le ulteriori 66 istanze per impianti fotovoltaici che saranno esaminate nelle prossime settimane. In Sicilia c’è stato il far west in questo settore, in alcuni casi il paesaggio è stato letteralmente stravolto, non possiamo permettere che tutto questo continui”.

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Sulla vicenda è intervenuto il presidente del gruppo PD Baldo Gucciardi: “Siamo già intervenuti nelle scorse settimane sullo scempio del parco eolico off-shore di Petrosino – ha detto – rispetto al quale c’è stato un muro di silenzio da parte dell’amministrazione regionale”. “C’è poi la questione del ‘Patto dei sindaci’ per l’energia alternativa, con la previsione di produrre ‘energia pulita’: finora – ha detto Gucciardi – ci sono stati solo annunci, e le amministrazioni comunali sono state abbandonate al loro destino”. Alla conferenza stampa hanno partecipato, fra gli altri, i parlamentari Mariella Maggio, Filippo Panarello, Bruno Marziano, Giuseppe Arancio e Mario Alloro.

Tags: cracolici · crocetta · denuncia · eolico · gucciardi · lupo · pd

Pubblicato il 25 Settembre 2013, 10:26
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Commenti
  1. giustizia!!! 8 anni fa

    anche nella politica si annidano interessi crimanali……fermiamo la polita.

    Rispondi
  2. nemo 8 anni fa

    … sono 10 anni che il sole 24 ore, come il corriere , parlano del fatto che l’eolico in puglia, come in sicilia, è al 90% in mano alla mafia….

    e cracolici dice che attorno all’eolico si annidano interessi mafiosi…
    no. attorno al’eolico c’è pieno di mafia!

    ma nelle isole i giornali nazionali arrivano???

    cose che tutta italia sa da sempre, in sicilia non si sanno… mah…

    Rispondi
  3. luca 8 anni fa

    Ci dev’essere una follia dilagante se crediamo di poter continuare a sostenere la richiesta energetica colla fonte unica petrolifera. Eliminiamo la criminalità dall’eolico e cerchiamo piuttosto di ampliare il suo settore e quello del fotovoltaico!

    Rispondi
  4. aldo 8 anni fa

    …eppure ci sono forme di energie rinnovabili più efficienti ed ecocompatibili. Basterebbe guardare la tv, non cito le reti e sono molte, dove si apprende che parlare di eolico in questi termini IN SICILIA è veramente una era passata. se non siamo in grado di costruire programmi in sintonia con l’AMBIENTE e la bella Sicilia ……………ALMENO COPIAMOLI DA ALTRI CHE LI HANNO MESSI IN PRATICA E FUNZIONANO.

    Rispondi
  5. mariatindara 8 anni fa

    Crocetta, Lumia e la loro band i veri professionisti dell’antimafia.

    Rispondi
  6. Pier Luigi Caffese 8 anni fa

    I fossili dicono che i loro impianti sono fermi per caroenergia ed il Governo blocca tutto.Dovrebbe bloccare Saline Joniche carbone e Vado Ligure di De Benedetti che è una delle peggiori centrali carbone europeee.Ma De benedetti è svizzero e stranamente a Lui non si applica il referendum svizzero dei grigioni no carbone.Persino Scaroni ha detto no carbone al Senato.Nessuno vuol stoccare le rinnovabili.Perchè

    Rispondi
  7. nemo 8 anni fa

    magari la sicilia copiasse dagli altri… sarebbe troppo facile…
    copieremmo il sistema sanitario dal trentino… copieremmo la lotta alla criminalita’… copieremmo la forestale, la regione… e aldo…. non saremmo la sicilia…

    Rispondi
  8. nemo 8 anni fa

    perché la sicilia è una regione assistenzialista, ammortizzatrice, la sicilia serve a dar da lavorare ai disoccupati… orami non ha altre funzioni.
    le energie rinnovabili necessitano di manodopera 0!!!!
    in sicilia dove tutto è creato solo per dare stipendi statali ei bisognosi, vuoi chiudere il carbone e mandare via tantissime persone???
    che dopo verranno trasferite nella formazione…

    Rispondi
  9. gattopardismi 8 anni fa

    Rinunciare all’eolico per paura che si annidi la mafia, non mi pare abbia un senso.

    Dovrebbe forse la Sicilia rinunciare a tutto quello che è opportunità economica?

    Lavorino, invece, gli uffici della Regione con autorevolezza, rispettando la legge e l’affidamento delle imprese oneste (che sono la maggior parte).

    Tutto il resto è solo scaricabarili e irresponsabilità. E il PD siciliano sta prendendo la solita posizione incomprensibile. Immaginarlo contro le fonti rinnovabili è una novità assoluta.

    Rispondi
  10. nemo 8 anni fa

    l’eolico va bene come risorsa secondaria…
    per mantenere una regione serve o una centrale nucleare, come tutti i paesi europei fanno, o ciccia…
    per mantenere l’energia di una citta’ dovresti tapezzare ogni centimetro della sicilia con una pala

    Rispondi
  11. Ohibò 8 anni fa

    Cracolici ha ragione !
    In Sicilia sarà un far west se non si interviene (…e si programma) con decisione con un adeguato Piano Energetico Regionale e con chiare linee di attuazione. Occorre, infatti, puntare non solo a una congruente (con il sistema regionale e nazionale) produzione da fonti energetiche rinnovabili ma anche a decise linee di risparmio energetico (nel comparto dei trasporti, del terziario , dell’edilizia….).
    Tralasciando, al momento, ogni considerazione sull’occupazione ( furto?) di suolo destinato all’agricoltura e sulle indotte ferite al paesaggio dei mega impianti, Cracolici ha posto implicitamente una domanda : quanto dell’ enorme potenziale derivante dall’uso delle fonti rinnovabili è effettivamente praticabile tenuto conto dell’attuale rete di distribuzione e delle attuali tecnologie di sfruttamento?

    Occorre preliminarmente fare le seguenti premesse che, seppur “tecniche” , appartengono ormai al patrimonio conoscitivo di tutti noi.
    Dal punto di vista funzionale, la rete costituisce un sistema complesso che si trova
    continuamente in equilibrio dinamico sul livello di potenza totale necessario per soddisfare le richieste del
    carico. Per mantenere l’equilibrio (dinamico), la rete si serve di un sofisticato sistema di controllo che
    permette di seguire l’andamento della domanda (carico) e dell’offferta (generatori) in relazione sia alle variazioni (nel tempo) dell’entità dei carichi, sia alle perturbazioni dei livelli di potenza.

    In parole povere il sistema di controllo reagisce automaticamente a fronte delle variazioni del carico e della potenza.

    Ebbene, l’allacciamento alla rete di generatori con potenza intermittente nel tempo, quali sono le fonti rinnovabili elettriche, equivale a considerare – tali fonti – al pari di un’ immissione in rete di sorgenti di perturbazione del livello di potenza con l’obbligo, da parte del sistema di controllo, di un continuo lavoro di compensazione.

    Da queste elementari premesse si evince che esiste un limite alla capacità di reazione del sistema di controllo. Superare tale limite, equivale a interrompere l’alimentazione ad alcune zone della rete e, nel caso di eventi perturbativi di grande ampiezza, l’interruzione può estendersi all’intera rete (black out).

    Vi ricordate il 29 settembre del 2003, alle ore 3.25, quando quasi tutta l’Italia del Nord è stata messa al buio dal blocco della fornitura di elettricità? Il black out totale è durato per alcune ore ed in alcune zone per l’intera giornata. La causa iniziale fu la caduta di un albero sulla linea ad alta tensione che proviene dalla Svizzera con la conseguente interruzione brusca della fornitura di elettricità. Tale imprevisto costrinse la Francia a interrompere la propria fornitura on Italia e, a catena, il sistema di controllo automatico della nostra rete a provvedere con una serie di interventi di sgancio per la protezione dei generatori in funzione.

    Si stima che il sistema di controllo della rete elettrica italiana non è in grado di sopportare perturbazioni brusche del livello di potenza per ampiezze intorno al 24%. Di conseguenza, si stima che l’ampiezza massima dei transienti perturbativi, che la rete italiana è in grado di tollerare con sicurezza, sia pari a 25003700 MW circa (cioè il 1015% della potenza attiva minima dei generatori italiani in rete – che si aggira mediamente intorno ai 25000 MW).

    Veniamo a noi
    La registrazione temporale della potenza elettrica generata dagli impianti eolici o da quelli solari (in
    particolare durante una giornata con passaggio veloce di nubi) mostra passaggi bruschi dal valore della
    potenza di targa (massima) a valori più bassi. Tutto ciò in tempi che si aggirano nell’ordine dei secondi !
    Abbiamo, quindi, a che fare con generatori elettrici di potenza intermittente e, per giunta, tale intermittenza è casuale nel tempo, cioè non è prevedibile in anticipo.
    Per questioni in parte tecniche e in parte economiche si è adottato in modo generale il modello di
    allacciamento diretto di tali generatori alla rete elettrica nazionale senza interporre alcun sistema di accumulo
    dell’energia. Orbene, il sistema di controllo della rete (di cui prima ho fatto cenno) vede il contributo intermittente di tali impianti come un disturbo del livello di potenza con cui sta fronteggiando il carico e, quindi, interviene per compensare le oscillazioni.
    Abbiamo prima visto che la capacità di reazione del sistema di controllo opera efficacemente fino a perturbazioni dell’ordine del 1015% rispetto al livello di potenza attuale. Abbiamo anche visto che, per stare in sicurezza, tale limite corrisponde attualmente a circa 3700 MW.
    Tuttavia, poiché si verifica nella pratica che la contemporanea presenza degli impianti eolici e solari attenua
    gli effetti dell’intermittenza (in quanto esiste una certa complementarità tra le due fonti), tale limite di accettazione della rete può senz’altro elevarsi, per il totale delle fonti intermittenti, al 1520%. In definitiva, la capacità massima di allacciamento diretto alla rete delle fonti rinnovabili intermittenti è da collocare intorno a 37005000 MW. In Italia ! Basta questo numero per lasciare alquanto perplessi in merito agli attuali 1746 MW esistenti (da eolico) e agli 3285 (da eolico) ancora da autorizzare. In Sicilia !

    Infine, un’ulteriore, breve, considerazione è doveroso fare in merito all’applicazione delle fonti elettriche intermittenti con il modello di sviluppo attuale di allacciamento diretto alla rete dell’energia (senza alcun sistema di accumulo !!!).
    Si stima che in Italia l’attuale contributo energetico al bilancio totale da parte di una fonte rinnovabile intermittente allacciata alla rete (considerando una quota di penetrazione massima del 20%) è pari al 2% . Questo è tutto ciò che si può ottenere con l’attuale modello !!!!

    In conclusione, oggi:

    a) Il potenziale energetico delle fonti elettriche rinnovabili è sovrabbondante rispetto al fabbisogno nazionale.
    3) L’attuale modello applicativo (sistemi senza accumulo) non dà un contributo significativo per rispettare
    gli impegni di Kyoto.
    4) Occorre necessariamente passare a differenti modelli che completino i sistemi di produzione con impianti di accumulo dell’energia a basso costo in modo da svincolare l’erogazione agli utenti dalla intermittenza.
    5) Senza questi interventi migliorativi, le incentivazioni pubbliche attuali poste sullo sviluppo del mercato
    rischiano di produrre risultati poco efficaci rispetto alle ferite indotte sul paesaggio, all’occupazione di suoli agricoli produttivi e alle necessità del risanamento ambientale.

    Rispondi

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