PALERMO – Circa 1800 imprese siciliane avevano presentato istanza per ottenere l’erogazione del credito d’imposta per le assunzioni fatte nel 2011, ma quelle che potranno ottenerlo sono soltanto quindici. Sì, perché le altre quasi 2 mila aziende non sono riuscite a presentare la fidejussione bancaria indispensabile per ricevere il contributo. Un requisito obbligatorio non previsto nelle altre regioni d’Italia e, da quanto risulta emerso in commissione Lavoro all’Assemblea regionale, imposto dalla Corte dei conti.
Clausola che poi è stata inserita dall’assessorato al Lavoro nella lista dei documenti che le imprese dovevano presentare per ottenere il credito quando, però, le assunzioni erano già state fatte. E che, per quelle stesse imprese, rappresenta un ostacolo praticamente insormontabile. Prova ne sia che una percentuale minima delle aziende che avevano richiesto la garanzia degli istituti bancari è riuscita ad ottenerla: “un flop” lo hanno definito i parlamentari del Movimento 5 Stelle, che adesso stanno cercando di “evitare in tutti i modi che tornino a Bruxelles i circa 35 milioni di euro stanziati dall’Unione europea per l’operazione”.
L’idea, adesso, è quella di ‘incaricare’ l’Irfis, l’istituto regionale per il finanziamento delle imprese siciliane, di rilasciare le fidejussioni di cui necessitano le imprese, “cosa che tra l’altro – ha spiegato la deputata a 5 Stelle Claudia La Rocca – è prevista proprio nello statuto dell’ente”. Con una mozione, poi, i 5 Stelle chiederanno al governo “di valutare questa e altre strade alternative nel più breve tempo possibile”. Le scadenze per presentare la polizza, infatti, sono state prorogate al 20 ottobre. Dopo, le somme potrebbero dover tornare indietro.
Una “beffa” il cui esito era stato previsto già qualche settimana fa dalla Cna, Confederazione nazionale per l’artigianato e la piccola e media impresa, che oggi ha bacchettato il governo: “Mentre la politica è impantanata in una discussione sulla distribuzione degli incarichi – ha detto Giuseppe Cascone, presidente regionale della Cna Sicilia – , le imprese siciliane lottano contro la burocrazia per la sopravvivenza. Il pasticcio della fideiussione obbligatoria per chi ha fatto domanda per il credito di imposta per l’occupazione è emblematico: un requisito richiesto dopo che l’iter era di fatto concluso, e che rischia di far saltare tutto e mettere in ginocchio migliaia di imprese siciliane. Adesso – ha continuato Cascone – ci aspettiamo dal governo regionale meno polemiche politiche e più risposte al grido d’allarme delle imprese che in Sicilia creano lavoro vero”.
e siamo alla frutta sapete xche anche x i bandi dei gal ci vuole la fideussione ma che nessuno vuole fare xche la regione non e solvibile xcui ancora un flop ma volete vedere che sara ricordato crocetta x i proclami flop
e questo è il buon lavoro dell’assessore all’economia?
E speriamo che interviene l’Irfis perchè la polizza fidejussoria deve coprire l’importo del credito d’imposta al 100 % e , per tale ragione, molti istituti assicurativi la stanno negando .
Come sempre ….in Sicilia ….
Vorrei cogliere l’occasione per “ringraziare” quanti, tra politici, dirigenti e vari burocrati, stanno colpendo a morte quel poco che rimane ancora del tessuto produttivo isolano. Siamo governati da una classe dirigente incapace, catapultata per caso in ruoli che non merita e che non le competono, dedita a coltivare ambizioni personali più che il bene pubblico. E a Roma la situazione e’ pure peggiore…
questo è il buon lavoro della signorina vancheri, che tenta sempre di riportare tutto nelle mani degli enti gestiti da confindustria. ma ci vogliamo svegliare e non farci prendere più in giro? stanno tentando di continuare a gestire enti dove girano soldoni , confindustria non molla la presa. vergogna
Se la specialità della Sicilia deve consistere nell’introdurre regole più stringenti in un tessuto economico già collassato, forse è meglio rinunciare ad essere speciali.