"Tentò l'estorsione allo chef Natale Giunta"| Sequestro di beni da 650 mila euro per Giovanni Rao - Live Sicilia

“Tentò l’estorsione allo chef Natale Giunta”| Sequestro di beni da 650 mila euro per Giovanni Rao

Appartamenti, automobili, una motocicletta e conti correnti sono stati sequestrati dalla guardia di finanza a Giovanni Rao, fruttivendolo 47enne di Ballarò che l'anno scorso tentò di estorcere 4 mila euro allo chef palermitano.

FU ARRESTATO AD APRILE
di
1 min di lettura

PALERMO – Era stato arrestato ad aprile: secondo gli investigatori era coinvolto nell’estorsione ai danni dello chef palermitano Natale Giunta. Per Giovanni Rao, 47enne di Ballarò, arriva adesso il sequestro del patrimonio da parte della Guardia di finanza, emesso dalla sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Palermo.

Rao il 12 marzo 2012 si sarebbe recato nell’ufficio di Giunta insieme ad Antonino Ciresi e Maurizio Lucchese, due dei quattro estorsori denunciati dallo chef e in seguito finiti in manette. Tutti e tre – in base alla ricostruzione degli investigatori – gli elencarono le attività che possedeva in città, compresi il servizio catering per il bar del Teatro Massimo e il ristorante al Castello a Mare. Poi avrebbero chiesto allo chef di “mettersi a posto” pagando quattromila euro, consegnando duemila euro a Natale e duemila a Pasqua.

Giunta si  rifiutò raccontando tutto alle forze dell’ordine. Le manette scattarono per Ciresi, Lucchese, Alfredo Calogero Attilio Perricone e Giuseppe Battaglia, mentre il fruttivendolo di Ballarò restò a piede libero. Fino all’incidente probatorio e il riconoscimento da parte di Natale Giunta di Rao: lo chef confermò che anche lui era entrato nel suo ufficio, intimidendolo e chiedendo dei soldi per il mantenimento dei familiari dei detenuti.

L’inchiesta condotta dal pm Caterina Malagoli e dall’aggiunto Vittorio Teresi portò così anche al suo arresto. E nel corso degli accertamenti patrimoniali è venuta a galla una grossa sproporzione tra i redditi di Rao e quello che veramente possedeva, tra cui un’attività commerciale di vendita di componenti elettronici riconducibile al presunto estorsore anche se formalmente intestata al figlio nonché la proprietà di cinque appartamenti in città.

Ma non finisce qui, perché sotto sequestro sono finiti anche tre autoveicoli, una motocicletta e disponibilità finanziarie, ovvero conti correnti, depositi a risparmio e polizze assicurative, per un valore complessivo di circa 650.000 euro.


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI