"Concorso truccato" all'università | Arrestati due docenti - Live Sicilia

“Concorso truccato” all’università | Arrestati due docenti

L'ex rettore, Francesco Tomasello

Sono accusati di ''aver gravemente inquinato'' un concorso per ricercatore in Microbiologia e Microbiologia Chimica, allo scopo di pilotarne l'esito. Sotto indagine anche l'ex rettore, Francesco Tomasello.

MESSINA – La guardia di finanza ha arrestato a Messina due docenti dell’Università accusati di ”aver gravemente inquinato” un concorso per ricercatore in Microbiologia e Microbiologia Chimica, allo scopo di pilotarne l’esito. L’operazione, ribattezzata “Pacta servanda sunt”, è il risultato di indagini durate diversi mesi che hanno messo in luce ”un vero e proprio sistema deviato delle procedure concorsuali che regolano l’accesso al mondo accademico”.

I due docenti sono il direttore del dipartimento di Farmacia dell’Università di Messina Giuseppe Bisignano, 63, e il professore ordinario di Microbiologia e Microbiologia Clinica Giuseppe Teti, 61 anni. I due avrebbero inquinato il concorso per ricercatore per far vincere il figlio di Bisignano. Sono accusati a vario titolo di peculato, concussione, abuso d’ufficio e falso. Indagate anche altre cinque persone, tra cui l’ex rettore Francesco Tomasello, la sua delegata per comporre la commissione Maria Chiara Aversa, un docente di Camerino Sandro Ripa, uno professore di Catania Giuseppe Nicoletti, il gestore dell’economato del dipartimento di Farmacia Cesare Grillo. Tomasello avrebbe favorito con Aversa la formazione della commissione per favorire il figlio di Bisignano. Nicoletti, Ripa e Bisignano avrebbero influenzato la commissione della quale ha fatto parte Teti. Al concorso si presentarono, oltre al figlio di Bisignano, anche altri concorrenti: uno aveva dei titoli superiori agli altri e i docenti indagati gli avrebbero chiesto di ritirarsi e lui avrebbe acconsentito dopo aver avuto rassicurazioni sulla possibilità di un altro posto per lui e un suo parente. Il piano, dunque, sarebbe potuto saltare perché un altro candidato aveva raggiunto un punteggio più alto di quello che secondo i docenti coinvolti dovevo vincere il concorso. Con la frase “Pacta servanda sunt”, i patti vanno rispettati, in un’intercettazione telefonica i due arrestati concordano sulla necessità che il candidato col punteggio piu’ alto debba rispettare i patti, ovvero ritirarsi, dietro la promessa di una sua successiva sistemazione in altra procedura concorsuale per ricercatore.


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