Letta ottiene la fiducia | Berlusconi cede e vota sì - Live Sicilia

Letta ottiene la fiducia | Berlusconi cede e vota sì

Il Cavaliere spiazza tutti e cede: sì alla fiducia. Dopo lo strappo di Alfano il governo avrebbe avuto comunque i numeri. 23 i dissidenti al Senato, tra questi i siciliani Gualdani, Mancuso, Marinello, Pagano, Scoma, Torrisi. Ecco i fedelissimi siciliani con il Cavaliere.

CRISI, LA DIRETTA
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ROMA – LA DIRETTA DELLA CRISI

Al termine di una seduta a dir poco rocambolesca, il governo Letta ottiene la fiducia del Senato. 235 i sì, 70 i no. Il colpo di scena è arrivato alle 13:34, quando intervenendo n Aula Silvio Berlusconi ha annunciato che il Pdl avrebbe votato la fiducia. Una giravolta dell’ultimo momento, quando solo poco prima il gruppo aveva votato decidendo per la sfiducia al governo, e in tal senso si erano già espressi negli interventi in Aula il senatore Sandro Bondi del Pdl e Mario Ferrara del Gal. La spaccatura interna ai berluconiani resta tutta. I dissidenti pro Letta oggi avevano racimolato 23 adesioni, che sarebbero state sufficienti a fornire una maggioranza al governo (anche grazie a qualche transfuga ex 5 Stelle e ai senatori a vita) e già Roberto Formigoni aveva parlato della nascita di un nuovo gruppo, “I Popolari”, che si sarebbe staccato dagli altri berlusconiani. Uno scenario, adesso, tutto da verificare, dopo la capriola last minute di Berlusconi. Che comunque esce più che ammaccato da questa giornata, che segna la fine del dominio monolitico del Cavaliere sul centrodestra e che fa sorridere Angelino Alfano, leader della fronda moderata, a cui guardano con grande interesse Scellta Civica e Udc con l’obiettivo di dar vita in Italia a una formazione in perfetta sintonia con il Partito Popolare europeo. Alfano aveva chiesto che tutto il gruppo votasse la fiducia, così è stato. La mossa disperata di Berlusconi, però, tentava di complicare i piani di scissione di Angelino e compagni, perché, almeno in teoria, toglie loro diversi argomenti per uscire dal partito. Ma gli scissionisti tirano dritto, e già a Montecitorio il gruppo degli “alfaniani” si è costituito. Ci ha pensato Fabrizio Cicchitto, dovrebbero iscriversi una ventina di dpeutati.

Vince Enrico Letta, che nel suo intervento ha chiesto di evitare all’Italia scene da “sangue e arena”. Il premier parlava già di una nuova maggioranza con numeri più stretti, ma questo accadeva prima del colpo di scena che si è avuto con l’intervento del Cavaliere. Il governo adesso mantiene numeri più ampi, ma resta sostenuto da una maggioranza divisa, litigiosa e avvelenata. Con un punto di forza, però, visto che Letta e Alfano sanno di poter contare su numeri certi (anche se un po’ risicati) e che le bozze dei falchi del Pdl non dovrebbero mettere a rischi la tenuta dell’esecutivo.

Quanto ai siciliani, sei di loro figuravano nell’elenco dei 23 pronti a votare la fiducia anche contro le decisioni del partito. Si tratta di Gualdani, Mancuso, Marinello, Pagano, Scoma e Torrisi. Mancavano all’appello nomi più pesanti, come quello di Renato Schifani, che ha cercato fino all’ultimo una mediazione ma non ha mollato Berlusconi, e Tonino D’Alì. Con Berlusconi, pronti a votare una sfiducia che poi non c’è stata, anche miccicheiani e lombardiani. E adesso, si apre la resa dei conti nel centrodestra. (Sa. T.)

21.41. La Camera conferma la fiducia al governo Letta con 435 sì e 162 no. La votazione arriva dopo il precedente voto positivo raccolto dal governo al Senato.

16.38. L’Italia non ha bisogno di un governo qualunque, ma di un governo nel pieno delle sue funzioni con una chiara maggioranza che lo sostiene”, ha detto il premier Enrico Letta parlando alla Camera. “Tante volte ho detto che non avrei governato a tutti i costi, ma lo dico e lo penso veramente, perché so la complessità degli impegni che abbiamo davanti” e “quindi sapevo che non c’era altra possibilità di chiedere un chiarimento senza se e senza”. Dopo una settimana in cui ”alcuni dentro la maggioranza hanno detto esplicitamente che preferivano il voto anticipato a fine novembre” che sarebbe stato ”un errore”, ”ora siamo qui per riprendere il filo più forti e coesi”. ”L’Italia ha bisogno che non ci siano più ricatti, tipo ‘o si fa questo o cade il governo’, anche perché si è dimostrato che il governo non cade”, ha detto Letta parlando alla Camera. “Se non siamo in grado di dare risposte a italiani non ci sono margini e sono io il primo a tirarmi indietro”.

 LA DIRETTA DELLA SEDUTA DI OGGI AL SENATO


14.57 Il Senato ha votato la fiducia al governo Letta. 235 sì e 70 no. Erano presenti al voto 307 senatori e hanno votato in 305.

13.56 Si vota.

13.54 Anche Schifani firma la mozione Zanda. Un paio di senatori del Pdl non votano la fiducia.

13.42 Zanda del Pd attacca a testa bassa i berlusconiani, che formalmente sono in maggioranza con lui. Proteste dai banchi del Pdl, interviene Grasso.

13.40 “Se qualcuno temeva una défaillance del Presidente Berlusconi, spiacente, ne rimarrà deluso!”, twitta il deputato regionale Marco Falcone. Anche in Sicilia si va alla conta.

13.38 Zanda (Pd): “Questo voto improvviso nasconde una sconfitta politica” del Pdl.

13.35 L’ennesimo colpo di scena coglie tutti di sorpresa. Silvio Berlusconi ricorda le ragioni che hanno spinto il Pdl a sostenere il governo di larghe intese. E annuncia il sì alla fiducia, al termine di un brevissimo intervento.

13.34 A sorpresa il Cavaliere annuncia il voto di fiducia al governo.

13.32 E’ iniziato l’intervento di Silvio Berlusconi. “Abbiamo fatto tutto quello che potevamo”.

13.23 Sui social circola la notizia che per il Pdl (o Forza Italia) parlerà Berlusconi e non Schifani.

13.22 Il Movimento 5 Stelle tira in ballo la Pd, attacca il Pd e il governo.

13.16 Monti, senatore a vita e capopartito, critica la definizione di “sentinella anti-tasse” del Pdl.

13.14 Per Mario Monti, Letta può “salvare il Paese dalla farsa”. 

13.11 Sul Sole 24 Ore l’elenco dei 23 dissidenti che sosterranno Letta. Ecco i siciliani: Gualdani, Mancuso, Marinello, Pagano, Scoma, Torrisi.

12.59 Sel non vota la fiducia, non vede discontinuità.

12.52 La situazione dei siciliani: quattro o cinque senatori con Angelino Alfano. Schifani con Berlusconi. Così i miccicheiani di Grande Sud e i lombardiani eletti nel Pdl.

12.47 Il voto del Pdl in aula sarà annunciato dal capogruppo Renato Schifani mentre Silvio Berlusconi probabilmente non interverrà.

12.40 Il siciliano Mario Ferrara, Grande Sud del Gruppo si appella alla lealtà. “per alcuni colleghi la lealtà è votare la fiducia, per me no”.

12.28 Letta ha chiesto la fiducia al Senato. I numeri dovrebbero essere dalla sua parte grazie ai transfughi di M5S e Pdl. Iniziano le dichiarazioni di voto.

12.23 Il premier risponde a molti degli interventi pronunciati in aula nel corso del dibattito.

12.20 “Impegnati a non scadere in soluzioni di basso profilo”, dice Letta. Che ringrazia anche chi ha sostenuto la maggioranza fin qui e oggi non lo farà più. 

12.18 “Davanti a noi obiettivi difficili perché cambiano i numeri che sostengono questo governo”, dice Letta. Che dà per scontata la maggioranza.

12.16 Iniziata la replica di Letta. “Stanotte non ho dormito, come molti di voi in quest’Aula”. Scilipoti disturba, viene richiamato da Grasso.

12:10 Tra i big siciliani si starebbe consumando la rottura tra Angelino Alfano e renato Schifani, che hanno costituito un tandem per molti anni. L’ex presidente del Senato semra rimanga al finaco di Berlusconi.

12.00 Il Pdl ha deciso “all’unanimità”, dicono le agenzie. Sandro Bondi in Aula attacca Letta e i dissidenti: “Voi fallirete. Avrete ottenuto un solo risultato: spaccare il Popolo della Libertà. Noi non assisteremo a quest’umiliazione del nostro partito”.

11.55 Il Pdl voterà la sfiducia.

11.50 I siciliani Scoma, Pagano, Torrisi e Gualdani sarebbero tra i 23 dissidenti che hanno firmato il documento pro governo.

11.46 I calcoli dell’Ansa: con la mozione di fiducia al Governo firmata da 23 senatori Pdl e del gruppo Gal (ma secondo Formigoni sarebbero già 25), Enrico Letta avrebbe raggiunto il quorum teorico al Senato. Il premier parte da una base di 137 voti (escluso quello del presidente del Senato che per tradizione non vota), ai quali si aggiungono 5 senatori a vita ed i 4 annunciati dai fuoriusciti M5s. Così il governo supera abbondantemente la fatidica quota 161 necessaria a Palazzo Madama assestandosi intorno a quota 170.

11:43 Angelo Susta di Scelta civica saluta con entusiasmo il gesto dei dissidenti Pdl. Prove tecniche di Grande centro. Ancora una volta. 

11:42 L’Ansa on line: il gruppo dei senatori del Pdl – secondo quanto si apprende – sta valutando l’ipotesi di votare la fiducia al governo. Possibilità a cui avrebbe aperto anche Silvio Berlusconi. In questo momento – sempre a quanto riferiscono – il gruppo ha deciso di mettere ai voti la decisione finale e cioè se votare sì o no a Letta.

11.37 Continua il dibattito a Palazzo Madama, intanto le voci di corridoio riportate dai media nazionali continuano a non escludere che alla fine tutto il Pdl voti la fiducia. Ma la scissione sarebbe già decisa. Pro governo sarebbero 27 i senatori tra Pdl e Gal. Il nuovo gruppo, annunciato da Formigoni, si ispirerebbe al Ppe.

11.15 Il senatore Antonio Scavone (Mpa eletto nel Pdl, iscritto al gruppo Gal) sta contestando a Letta scarsa attenzione per il Mezzogiorno. 

11.09 Se Berlusconi alla fine votasse la fiducia, Alfano si rafforza come leader ma paradossalmente il governo resterebbe legato a una maggioranza traballante e divisa, fanno notare gli addetti ai lavori suTwitter.

11.07 La Lega Nord annuncia il suo voto contrario.

11.06 Formigoni a Radio 24 annuncia la nascita di un nuovo gruppo di centrodestra. Gli scissionisti si chiameranno I Popolari.

11.02 La senatrice Paola Del Pin, ex M5S oggi gruppo misto, annuncia che voterà la fiducia e critica i grillini.

10.58 Gli ultimi rumours di Palazzo Madama, riportati da Sky, dicono che alla fine Berlusconi potrebbe capitolare e decidere di far votare a tutto il Pdl la fiducia a Letta, come aveva chiesto Alfano. I “dissidenti” sommati ai senatori a vita garantirebbero una maggioranza al governo.

10.54 Sono 23 i sostenitori della risoluzione della maggioranza per sostenere il governo Letta. Le firme – a quanto si apprende – sono quelle di senatori del Pdl e del gruppo Gal. non è escluso – sempre secondo quanto si apprende – che potrebbero aggiungersi altri senatori.
10.45 Silvio Berlusconi arriva a Palazzo Madama mentre Letta parla: Vediamo che succede… Sentiamo il discorso di Letta e poi decidiamo”.  Poco dopo nell’Emiciclo di Palazzo Madama arrivano anche l’avvocato Niccolò Ghedini e il coordinatore Denis Verdini: entrambi prendono posto lontani da Berlusconi che siede nel posto proprio sotto a quello di Domenico Scilipoti. Il Cavaliere si mette spesso le mani sulla faccia o le tiene giunte all’altezza della bocca.

10.31Coraggio e fiducia – conclude Letta – è quello che vi chiedo. Mi appello al parlamento tutto, dateci la fiducia per realizzare gli obiettivi. L’Italia può arrivare forte e credibile al 2014, ma non c’è influenza senza credibilità, stabilità politica e obiettivi chiari”.

10.12 Secondo Letta “ci sono le condizioni di chiudere in anticipo e completare il percorso di riforma in 12 mesi da oggi”. ‘Il nostro obiettivo dichiarato da tempo – dice – è l’aumento di un punto di Pil nel 2014 e spero che la legge di stabilità sia l’occasione per dimostrare che il cambiamento in atto ma senza arretrare nel risanamento della finanza pubblica”.

9.52 ” La nostra repubblica democratica si fonda sullo stato di diritto – ancora Letta -. In uno stato democratico le sentenze si rispettano, si applicano, fermo restando il diritto intangibile”, della difesa”. Ma “senza trattamenti né ad ad né contram personam”.

9.40 “Gli italiani – sottolinea Letta – ci urlano che non ne possono più di ‘sangue e arena’, di politici che si scannano e poi non cambia niente. Solo chi non ha le spalle larghe finisce ostaggio della paura del dialogo.  Il mio governo è nato in Parlamento e se deve morire deve morire qui, in Parlamento

9.30 “L’Italia corre un rischio che potrebbe essere fatale, sventare questo rischio dipende da noi, dalle scelte che assumeremo, dipende da un sì o un no”. E’ questo l’esordio di Enrico Letta, che sta pronunciando il suo discorso al Senato. “Una crisi adesso significherebbe posticipare l’orizzone e con esso gli interventi in favore dei giovani e dei disoccupati”, ha aggiunto.

9.00 “Non credo sui numeri ci siano problemi. Adesso sentiamo Letta”. Lo afferma Gaetano Quagliariello, ministro per le Riforme conversando con i cronisti ala Camera.

Il premier Enrico Letta chiederà la fiducia, prima a Palazzo Madama e poi a Montecitorio, con un intervento mirato ad un chiarimento che, indica il Capo dello Stato Giorgio Napolitano, preveda per il governo ”uno sbocco non precario” fino al 2015. Un ”prendere o lasciare”, senza ”trattative”, che fa capire il cauto ottimismo di Palazzo Chigi dopo una giornata convulsa di incontri. Alla fine della quale si consuma lo strappo dell’ala moderata del Pdl, guidata da Angelino Alfano e dei 4 ministri, con Silvio Berlusconi infuriato contro gli ”inaffidabili” Letta e Napolitano che hanno permesso il suo ”omicidio politico”. Da qui la decisione del Cavaliere di votare la sfiducia al governo Letta e quindi affrontare la sfida della conta interna direttamente in Aula. Non sarà azzoppato il governo che si presenterà alle Camera.


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