Erg esce dalla raffinazione | Isab di Priolo a Lukoil - Live Sicilia

Erg esce dalla raffinazione | Isab di Priolo a Lukoil

Il gruppo della famiglia Garrone lascia il controllo totale dell'Isab al colosso Lukoil. Già a settembre i russi erano saliti all'80%. Al lungo sodalizio con Mosca si aggiunge un ulteriore tassello.

L'affare
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PRIOLO (SIRACUSA)- Erg passa la mano ai russi nella raffinazione. Il gruppo della famiglia Garrone lascia il controllo totale dell’Isab al colosso Lukoil. Già a settembre i russi erano saliti all’80%. Il lungo sodalizio con Mosca aggiunge dunque un ulteriore tassello. Nei dettagli dell’operazione il Cda di Erg ha approvato l’esercizio dell’opzione put per l’ultima quota del 20% posseduta nella raffineria che ha sede in Sicilia a Priolo Gargallo (Siracusa) per un controvalore di 400 milioni di euro (escluso il magazzino).

La chiusura dell’operazione è prevista entro la fine del 2013 e ”permetterà di rafforzare ulteriormente la struttura patrimoniale in un contesto ancora difficile”, sottolinea in una nota l’a.d Luca Bettonte che aggiunge anche che ”Erg continua, in ogni caso, a mantenere una rilevante presenza industriale nel sito di Priolo con gli impianti termoelettrici di Erg Power e di Isab Energy”. Il gruppo genovese, ormai ‘convertito’ all’attività di produzione di energia, con una presenza crescente nelle rinnovabili, resta, tramite TotalErg, con una quota di minoranza nella raffineria di Trecate. E’ attiva poi nella distribuzione di carburanti sempre con TotalErg, joint venture col colosso francese. Mosca è sempre più presente nelle raffinerie italiane.

Anche la Saras dei fratelli Moratti che hanno blindato il gruppo con un nuovo patto, ha dovuto fare i conti con la crisi ed aprire a nuovi azionisti. Ha fatto così il suo ingresso, con il 21%, il colosso Rosneft il cui presidente Igor Sechin (uomo vicino al presidente russo, Vladimir Putin) si prepara ad entrare nel consiglio di amministrazione nella prossima assemblea di metà ottobre. La raffinazione italiana e non, complice il lungo protrarsi della recessione, è in stallo da tempo tanto che in molti stanno ricorrendo a diversificare la produzione nel settore elettrico e delle rinnovabili. Sono recenti le vicissitudini della raffineria dell’Api di Falconara Marittima, nell’anconetano, che a gennaio scorso, dopo 50 anni, ha spento la propria torcia per operazioni di adeguamento tecnologico. A luglio, con 7 mesi d’anticipo, è ripresa l’attività lavorativa. Una boccata d’ossigeno per i 380 dipendenti che temevano già la chiusura definitiva.

(Fonte ANSA)

 


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