Morì all'ospedale "Cervello" | Tre medici rinviati a giudizio - Live Sicilia

Morì all’ospedale “Cervello” | Tre medici rinviati a giudizio

L'ospedale 'Cervello'

Maria Grazia Li Vigni dopo un aborto e un cesareo alla 33esima settimana, stava male ed era andata tre volte al pronto soccorso dell'ospedale "Cervello" di Palermo. L'atto di accusa.

PALERMO- Il giudice delle indagini preliminari del Tribunale di Palermo Lorenzo Janelli ha rinviato a giudizio tre medici dell’ospedale “Cervello” con l’accusa di omicidio colposo per la morte di Maria Grazia Li Vigni, 32 anni morta il 6 gennaio del 2012 a causa di una trombo-embolia polmonare. Gli indagati sono il cardiologo Francesco Bondì, difeso dall’avvocato Loredana Greco, gli pneumologi Salvatore Battaglia, difeso dall’avvocato Antonino e Giuseppe Peralta, difeso dall’avvocato Giuseppe Giambrone. La posizione di un altro medico del Pronto soccorso Giovanni Di Marco, difeso dall’avvocato Fabrizio Biondo, è stata stralciata perché ha chiesto il rito abbreviato.

Maria Grazia Li Vigni, dopo un aborto e un cesareo alla 33esima settimana, stava male ed era andata tre volte al pronto soccorso dell’ospedale “Cervello” di Palermo. “In nessuna delle tre visite ed esami nessuno dei medici ha compreso quello che stava succedendo”, hanno affermato i tre consulenti tecnici nominati dal sostituto procuratore Gianluca De Leo che sta coordinando l’inchiesta. Emiliano Maresi, specialista in Anatomia Patologica, Paola Pugnetti, specialista in medicina legale e Pietro Di Pasquale nella loro relazione di 41 pagine consegnata in procura avevano individuato diverse responsabilità. “Maria Grazia Li Vigni si recava al pronto soccorso diceva che aveva dolore al torace e i medici, come si legge nella relazioni, le somministravano ansiolitici e terapie del tutto errate”.

(Fonte ANSA)


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