Pd, sfida tra Rubino e Miceli| Debutta l'asse Lupo-renziani - Live Sicilia

Pd, sfida tra Rubino e Miceli| Debutta l’asse Lupo-renziani

Il 27 ottobre si terrà il congresso dei democratici, che eleggeranno il nuovo segretario: in campo il cracoliciano Antonio Rubino e il renziano Carmelo Miceli, appoggiato anche dall'area Letta e dall'area Dem di Lupo.

CONGRESSO PROVINCIALE
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Antonio Rubino (a sinistra) e Carmelo Miceli

PALERMO – Saranno Antonio Rubino e Carmelo Miceli a contendersi, il 27 ottobre, la poltrona di segretario provinciale del Pd. Sono stati solo loro, infatti, a presentare la propria candidatura entro le 20 di questa sera: il primo è l’attuale responsabile organizzativo del partito, storico tesoriere dei Ds, uomo da sempre vicino ad Antonello Cracolici; il secondo è un avvocato penalista di Carini, 36 anni, renziano, componente della commissione di garanzia e difensore del Pd siciliano (costituitosi parte civile) nel procedimento contro Matteo Messina Denaro per l’attentato a Pasquale Calamia, capogruppo democratico di Castelvetrano.

Una sfida a due dall’esito, in realtà, incertissimo: il nuovo regolamento, infatti, prevede che i circa 80 circoli del Palermitano eleggano, dal 14 al 26 ottobre, i segretari e i delegati per il congresso che si terrà domenica 27. A votare saranno solo gli iscritti, ma ci si potrà iscrivere fino al 26: una sorta di primarie aperte, che rende incertissimo l’esito della consultazione.

La corsa alla successione di Enzo Di Girolamo, che ha deciso di non ricandidarsi (“Considero chiusa questa esperienza, speravo in un congresso unitario ma non ci siamo riusciti”, dice il segretario a Livesicilia), vedrà contrapporsi da un lato l’uomo di punta dell’area Cracolici, da sempre una delle più presenti e radicate nel partito, referente a Palermo di Gianni Cuperlo (cui fanno capo anche i parlamentari nazionali Magda Culotta e Franco Ribaudo, quella regionale Mirella Maggio, Tonino Russo e Franco Piro), e dall’altra una vastissima coalizione. Miceli è vicino al renziano Davide Faraone, ma a sostenere il giovane avvocato ci sarà (oltre al renziano Fabrizio Ferrandelli) anche l’area Dem di Giuseppe Lupo, l’area Lumia-Crocetta e l’area Letta di Pino Apprendi. Proprio quest’ultimo era dato per possibile candidato, anche se all’ultimo ha deciso di convergere sul renziano: “La mia candidatura nasceva come una proposta per unire il partito, sperando in un congresso unitario: visto che non è stato possibile, ho preferito fare un passo indietro”. Ancora incerta invece l’area del sindaco di Roma, Ignazio Marino: “Non siamo stati coinvolti nella scelta dei candidati, ancora non abbiamo deciso chi sostenere”, dice Giovanni Bruno. Tra gli indecisi anche il consigliere comunale Antonella Monastra, vicina a Fabrizio Barca; da verificare nel capoluogo l’area Pittella e l’area Civati. Il dato politico più rilevante, però, è rappresentato dall’asse tra Lupo e i renziani: un asse in realtà già solido a livello nazionale, dove Dario Franceschini sostiene il sindaco di Firenze per il congresso, ma assolutamente nuovo per la Sicilia. Le due aree tenteranno accordi in tutte le province, ma è chiaro che l’appoggio del segretario regionale avrà il suo peso. E se Ninni Terminelli aspetta ancora di leggere i programmi, il consigliere Pd Rosario Filoramo dichiara il suo sostegno per Rubino: “Serve un partito radicato nel territorio, rinnovato e che prenda una posizione chiara nei confronti dell’amministrazione Orlando”.

Il congresso provinciale sarà l’antipasto di quello regionale, che si terrà entro il 31 marzo: due eventi slegati, come deciso dalla Direzione nazionale, il che produrrà un effetto “nuovo” per il Pd. Per la prima volta, infatti, la battaglia non sarà legate a logiche nazionale ma strettamente locali.

“Ho scelto di candidarmi partendo da una larga concertazione con la base del partito – dice Rubino – ho ascoltato molti segretari, di circolo, molti amministratori e semplici iscritti e quindi, indipendentemente dalle appartenenze che ognuno di noi orgogliosamente ha, ho scelto di dare una mano a fare il Pd”. “Ho accettato di candidarmi alla segreteria provinciale del Pd – dice Miceli – perché in questi anni insieme a un gruppo di giovani donne e uomini ho fatto un percorso condiviso, di crescita e di partecipazione. Spero che la mia candidatura possa trovare il consenso di tutti, soprattutto di chi davvero vuole cambiare il partito. L’unità e l’apertura alla società sono le condizioni affinché nasca il partito democratico che il Paese si aspetta. Un partito utile all’Italia, alla Sicilia e a Palermo”.

 


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