Presidio dei dipendenti Inps| "Basta tagli sugli stipendi" - Live Sicilia

Presidio dei dipendenti Inps| “Basta tagli sugli stipendi”

I dipendenti Inps in protesta

I dipendenti delle sedi Inps di Palermo e provincia sono scesi in piazza, davanti alla Prefettura, per manifestare contro i tagli previsti a stipendi e personale per il 2013. Al presidio erano presenti tutte le principali sigle sindacali.

PALERMO – Erano oltre un centinaio i dipendenti dell’Inps delle sedi di Palermo e provincia che si sono riuniti nella mattinata davanti alla Prefettura del capoluogo, organizzando un’assemblea esterna di quattro ore. Al presidio hanno partecipato tutte le principali sigle sindacali, Cgil, Cisl, Uil, Cisal e Usb che sono scese in piazza al fianco dei lavoratori per chiedere un incontro con il prefetto in merito alla vertenza contro i tagli degli stipendi per questo 2013 e il piano da 3 mila esuberi annunciato dall’ente a livello nazionale.

“Siamo scesi in piazza per denunciare una situazione allarmante – spiega Nicola Conte della Cgil -. Negli ultimi cinque anni i dipendenti Inps hanno visto ridursi lo stipendio di oltre il trenta percento e lo stesso personale è stato ridotto del venti percento prevedendo infine anche per questo 2013, ancora all’interno del piano di spending review, un ulteriore serie di tagli per circa il 15 percento. Il risultato – continua Conte – è che oggi intendiamo rendere noto al prefetto che non possiamo più garantire i nostri servizi né a livello quantitativo né, soprattutto, qualitativo”. Una situazione critica dunque che accomuna tuttavia i dipendenti Inps di tutta Italia.

Già nei giorni scorsi ci sono state numerose assemblee a livello nazionale – spiega Salvatore Parello, segretario Cisl – alle quali ci siamo uniti con convinzione e determinazione. Lo scorso venerdì 4 abbiamo organizzato inoltre un’assemblea esterna e intendiamo proseguire con manifestazioni di questo tipo fino a quando non avremo ottenuto una risposta concreta. Quello che si sta attuando è un piano di tagli assurdo del quale non capiamo la ratio. Oltre a ridurre la spesa dell’ente si è tagliata la nostra retribuzione annua di 3 mila euro che corrispondono a circa trecento euro in meno al mese. L’utenza, in una situazione critica quale è quella italiana, è sempre più esigente – conclude Parello – e a noi si chiede maggiore efficienza con meno mezzi”.


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