Via libera al bilancio 2013 | La manovra da 1,4 miliardi - Live Sicilia

Via libera al bilancio 2013 | La manovra da 1,4 miliardi

Sì del Consiglio alla manovra di previsione da 1,4 miliardi. L'Irpef è aumentata ma sono aumentati anche i tagli da Stato e Regione. Lite furibonda tra Scavone e Tantillo. E i forzisti attaccano: "Sfiduciamo gli assessori, basta col dialogo". In mattinata le relazioni dei presidenti delle partecipate.

Sala delle Lapidi
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PALERMO – Il Consiglio comunale di Palermo ha approvato nella tarda serata di ieri il bilancio di previsione 2013 al termine di una seduta estenuante iniziata la mattina con le relazioni dei presidenti delle società partecipate e finita oltre la mezzanotte. L’atto, approvato in soli tre giorni, è passato con 25 sì, tutti del Movimento 139, 4 no e 4 astenuti. Prima del voto la sessione era stata lungamente dedicata al question time con i presidenti delle partecipate, presenti in aula al gran completo eccezion fatta per Emilio Arcuri di Amg. Non sono mancate le discussioni, tra voti contrari di ripicca, contestazioni su semplici ordini del giorno e un durissimo scontro verbale tra il capogruppo del Movimento 139, Aurelio Scavone, e il capogruppo di Forza Italia, Giulio Tantillo.

La manovra finanziaria da 1,4 miliardi prevede l’aumento di alcune imposte, in particolare di addizionale comunale Irpef (ma si tratta di una decisione del precedente Consiglio) e Tosap (innalzata dal commissario Luisa Latella), mentre la Tares, la tassa sui rifiuti introdotta dal governo Monti, sta costando alle famiglie palermitane un 30% in più rispetto alla Tarsu 2012. Nel bilancio triennale è previsto un gettito di 122 milioni di euro per il 2013 e altrettanti sia per il 2014 sia per il 2015. Nel complesso le entrate tributarie subiscono una riduzione dello 0,1%. La pressione fiscale fa fronte a una riduzione di 57 milioni di euro dei trasferimenti statali e di 7 milioni di quelli regionali. Va comunque registrato un taglio del 3,49% alle spese correnti, dal personale (-8 milioni, quest’anno hanno cessato dal servizio 3 dirigenti e 129 dipendenti a tempo indeterminato, 4 dipendenti a tempo determinato e 38 dipendenti Coime) all’acquisto di beni di consumo e materie prime (-800 mila euro), dagli oneri di gestione (-1 milione) all’utilizzo di beni terzi (-500 mila euro), mentre sono stati incrementati di 13 milioni i trasferimenti ai teatri Massimo e Biondo, all’assistenza sociale, a sostegno delle start-up, per le borse di studio.

Resta bassa la ‘produttività’ dei beni e servizi gestiti dal Comune: per intendersi, a fronte di entrate per 804 mila euro previste nel 2013 dal settore degli impianti sportivi, le spese previste ammontano a 3,8 milioni, mentre musei e spazi espositivi offrono la produttività più bassa (6,26%) con un incasso di 146 mila euro a fronte di un impegno di 2 milioni e 332 mila euro. Durante la sua relazione l’assessore comunale al Bilancio, Luciano Abbonato, ha ammesso che “permangono criticità ma siamo più ottimisti rispetto all’anno scorso: cresce l’autonomia finanziaria, arrivata al 48% nonostante i tagli, si riducono l’indebitamento e la forbice tra spese correnti e spese del personale, sono state poste le basi per piccole e grandi opere e c’è un risparmio del 5% sulle bollette di acqua, luce e gas, sono stati ridotti i residui passivi e ci sono più risorse per le attività sociali e per i teatri privati”. Intervenuto in aula, il presidente del collegio dei revisori dei conti, Antonino Maraventano, ha sollecitato “l’attuazione della delibera consiliare sulle misure per mettere le casse dell’ente al riparo dai rilevi della Corte dei Conti”.

Ma oltre ai dati tecnici ci sono anche quelli politici. Dopo i primi due giorni di discussione impostati su una linea dialogante e dopo il serrato confronto con i presidenti delle partecipate, sul rettilineo finale c’è stato lo “strappo” tra opposizione e maggioranza, con i forzisti Tantillo e Giuseppe Milazzo a paventare “la fine di ogni tipo di confronto, d’ora in poi sarà guerra”. A dare fuoco alle polveri è stata, ancora, la relazione del presidente dell’Amat, Giuseppe Modica, sull’ipotetico passaggio da part time a full time di 24 dipendenti provenienti dal gruppo di 96 ex ausiliari del traffico transitati anni fa dalla polizia municipale. La relazione di Modica era nata su input di alcuni componenti della commissione consiliare Partecipate per verificare la possibilità di rinforzare un settore critico come le officine Amat e al contempo risparmiare qualche soldo dando una bella sforbiciata agli straordinari pagati ai 24 lavoratori.

Fin dal giorno prima l’iniziativa si era attirata gli strali di alcuni consiglieri, in particolare Tantillo e Milazzo, che hanno parlato di “disparità fra i dipendenti Amat” appellandosi alla Corte dei Conti e attaccando a testa bassa il presidente Modica. Ieri i due hanno proposto con un ordine del giorno, controfirmato da tutte le minoranze, di estendere di qualche ora gli straordinari a tutti gli ex ausiliari. Un’iniziativa che ha fatto letteralmente saltare sulla sedia il capogruppo di maggioranza, Scavone (“è una tematica troppo ampia, che andrebbe affrontata per tutti i precari delle partecipate”, ha detto), e che ha dato il là a uno scontro sul piano sia politico sia personale fra lo stesso Scavone e i forzisti, coinvolgendo anche il presidente Totò Orlando, con urla e accuse reciproche fino all’inevitabile sospensione.

L’esito della schermaglia è stato paradossale perchè, ripristinato l’ordine in aula, Scavone è rimasto isolato ed è stato l’unico a votare contro insieme all’altro orlandiano Giuseppe Maniaci. Un minuto dopo altro ribaltamento di fronte, con l’opposizione che non ha fatto passare un ordine del giorno del Mov 139: nuovo caos e altra sospensione. Ma alla fine anche questo ordine del giorno è passato. “Ma non finirà qui – ha tuonato Tantillo –. Se è questo è l’atteggiamento della maggioranza, a partire da domani inizieremo a presentare mozioni di sfiducia contro alcuni assessori che riteniamo inadeguati”.

E pensare che la giornata era iniziata sotto ben altro clima con il question time, per quanto dai toni aspri, tra i consiglieri e i presidenti delle partecipate. Proprio la relazione di Modica, e quella dell’amministratore della Sispi, Francesco Randazzo, sono state le più criticate perchè giudicate troppo sommarie. “Ho sentito relazioni impiegatizie – ha detto Luigi Sanlorenzo del Pd –, da un presidente mi aspetto un progetto a lungo termine. L’Amat rischia di diventare il prossimo buco nero di questa amministrazione. Quali sono le politiche che i presidenti intendono attuare per il personale e per l’innovazione?”. L’inquilino di via Roccazzo ha replicato rassicurando sulla tenuta dei conti: “Non saremo una seconda Amia – ha detto –. Ci sono tante cose da fare ma l’Amat è una società sana, che paga gli interessi bancari e un giorno riuscirà a farcela senza aiuti esterni”.

A proposito di Amia, il presidente della Rap, Sergio Marino, ha provato a tracciare il solco rispetto al recente passato: “Siamo solo all’inizio di una rivoluzione e tutti vi devono concorrere. I cittadini, perchè le discariche abusive pesano con enormi costi aggiuntivi sul servizio di raccolta e trasporto dei rifiuti a Bellolampo. I fornitori, che prima avevano la cattiva abitudine di pretendere pagamenti a vista. Rifaremo tutte le gare, che peraltro sono scadute. E i dipendenti, che devono saper cogliere il cambiamento in atto. E poi bisogna riorganizzare completamente i servizi – ha concluso –: è una follia che in una strada ci siano un addetto ai cestini, uno allo spazzamento, uno alle erbacce, e così via”.

Dopo le polemiche sugli allagamenti a seguito dei due nubifragi della scorsa settimana, il presidente dell’Amap, Vincenzo Costantino, ha fatto il punto sulle deficitarie condizioni dell’organico aziendale: “Il numero dei dipendenti è ridotto al minimo storico – ha spiegato –, sono 619, ne servirebbero altri 120 e invece continuano a decrescere con i pensionamenti, tanto che l’ultimo ingresso risale a 20 anni fa. Non abbiamo una sola squadra di pronto intervento fognario e avremmo bisogno di almeno altri 14 letturisti di contatori oltre agli 11 già in servizio, che non vadano in malattia e ricorrano di continuo alla 104. Senza contare l’età media molto alta di tanti dipendenti, al punto che non abbiamo personale giovane per certi interventi più pesanti che siamo costretti a esternalizzare. Le utenze idriche del Comune hanno un debito di 5 milioni di euro nei confronti dell’azienda. Ma il nodo fondamentale da sciogliere è il nostro ruolo nell’ambito della città metropolitana e il nostro rapporto con l’Aps a forte rischio fallimento. Se così sarà, un minuto dopo si porrà il problema di chi dovrà gestire il servizio idrico integrato laddove se n’è occupata l’Aps fino ad oggi. Io credo che nel panorama non ci sia una candidata migliore di Amap”.

Con il bilancio sono stati approvati cinque emendamenti (più uno tecnico) e una serie di ordini del giorno. L’emendamento tecnico inserisce fra le entrate 11 milioni di euro di fondi comunitari del Piano di azione e coesione per le attività sociali, 1,22 milioni per l’area cultura e 30 milioni per le opere del sistema fognario inserite nell’elenco annuale del Ptop, mentre vengono spostati da un capitolo all’altro 87 milioni per il tram. Infine, all’interno del bilancio triennale lo stanziamento di 20 milioni per il 2014 e altri 20 per il 2015 per il personale Gesip è stato scisso in due parti: quattordici milioni per la cassa integrazione di una parte del personale e altri sei per gli incentivi all’esodo. “Sono atti compensativi che non comportano maggiori spese”, ha spiegato l’assessore.

I cinque emendamenti consiliari stabiliscono l’istituzione di un capitolo di entrata nel bilancio dedicato agli affitti che si potrebbero eventualmente incassare sfruttando i beni non assegnati per l’emergenza abitativa o altre finalità sociali; un contributo alle famiglie a basso reddito di via Bagolino; l’installazione di un sistema di videocontrollo delle corsie preferenziali Amat, progetto finanziato dal governo con una quota di compartecipazione del Comune; un nuovo modello di relazione programmatica per impedire le esternalizzazioni dei servizi; e, infine, lo stanziamento di 100 mila euro con fondi comunali per il ponte provvisorio sul fiume Oreto, da realizzare attraverso il genio pontieri dell’esercito italiano e già inserito con ordine del giorno nel Piano Triennale. Quest’ultimo emendamento è stato approvato all’unanimità e ha come primo firmatario Tony Sala del Mov 139: “Grazie alla realizzazione di questo ponte – dice – si risolverà un problema di viabilità dovuto al cantiere della Linea 1 del tram all’altezza di piazza Scaffa. L’opera ha copertura finanziaria e consentirà un’esecuzione più tranquilla dei lavori in quella zona mantenendo al tempo stesso la continuità con l’altra parte della città, soprattutto in caso di emergenza. È un ottimo successo e un esempio di come la giunta e il Consiglio possano lavorare insieme per ottenere risultati. Sono rimasto emozionato dalla condivisione di tutta l’aula”.

Gli ordini del giorno, che, va ricordato, richiedono un successivo atto dell’amministrazione se giudicati fattibili, riguardano, oltre alla “famigerata” proposta sugli straordinari dei dipendenti Amat,  gli interventi di ripristino di buche su marciapiedi e manti stradali, l’incremento del personale del canile, l’acquisto di un nuovo forno crematorio, la modifica e la copertura del canale Celona, la manutenzione urgente della palestra comunale a Borgo Nuovo, l’impegno di spesa di 200 mila euro per il Paes e una nuova tassa di scopo o, in alternativa, l’aumento dell’addizionale comunale Irpef per finanziare gli autobus gratis per tutti.

Soddisfatto  Francesco Bertolino, presidente della commissione Bilancio in quota Mov139: “Voglio esprimere il plauso rispetto ai lavori in aula e al percorso utile e proficuo affrontato, che ha portato all’approvazione del bilancio attraverso una lunga maratona di tre giorni. L’amministrazione ha dato prova di trasparenza mettendo a disposizione l’audizione di tutti gli assessori e la presenza dei presidenti delle partecipate, che ha permesso, da un lato, di conoscere settore per settore e azienda per aziende le criticità e i progetti che si stanno portando avanti, e, dall’altro, di avere un momento di confronto con l’istituzione Consiglio comunale. Credo che oltre al risultato dell’approvazione dell’atto il consiglio comunale tutto possa essere orgoglioso del lavoro svolto. La mia commissione ha presentato divesi ordini del giorno, voglio sottolinearne in particolare due: la richiesta di un piano strutturale che identifichi somme e autorizzazioni necessarie per l’acquisto di un nuovo forno crematorio e la possibilità di prevedere che i dirigenti proponenti debiti fuori bilancio possano inserire le spese di registrazione fin dalla nascita del debito stesso a causa di una sentenza”. Per Rosario Filoramo del Pd, però, “sono trascorsi dieci mesi da quando il Comune di Palermo ha deciso di interrompere  il rapporto di lavoro con la dipendente Daniela Caruso. Si tratta di una lavoratrice proveniente dal bacino degli ex articolisti contrattualizzata a tempo determinato col Comune di Palermo con rinnovo annuale. Dal 31 dicembre dello scorso anno per una interpretazione cervellotica e abnorme del patto di stabilità e della norma regionale che regola le prosecuzioni dei contratti del personale precario, alla signora Caruso non è stato rinnovato il contratto. Nonostante gli sforzi effettuati per trovare una soluzione, l’amministrazione comunale di Palermo continua a negarle un diritto espressamente previsto nella legge di rifinanziamento dei contratti dei precari. In occasione di questa sessione di bilancio credo che sia necessario che il sindaco di Palermo intervenga per chiarire in modo inequivocabile la posizione dell’amministrazione. La medesima attenzione che ha dimostrato nell’affrontare i problemi occupazionali dei lavoratori di Gesip e di Amia deve essere posta anche in questo caso isolato. La dignità delle persone e il diritto al lavoro non sono un fatto di numeri ma solo di dignità”. Entusiasta Pierpaolo La Commare del Mov 139: “Ancora una volta il Consiglio comunale ha offerto una prova di grande responsabilità e di supporto all’amministrazione approvando un bilancio di previsione che pone Palermo tra i primi comuni in Italia. Ci sono spunti interessanti come la videosorveglianza sulle corsie preferenziali dell’Amat e il ponte sul fiume Oreto”. Soddisfazione anche per Alberto Mangano, consigliere del Mov 139 e presidente della commissione Urbanistica,“per l’approvazione di due ordini del giorno a mia firma. Il primo riguarda il sistema del trasporto pubblico gestito dall’Amat che fa registrare incassi modesti (circa 13 milioni) dagli abbonamenti e biglietti venduti. Ho chiesto all’amministrazione comunale di valutare la possibilità di istituire una tassa di scopo o prevedere un aumento dell’addizionale comunale Irpef che garantisca un’entrata tributaria pari agli incassi dell’Amat derivanti dalla vendita di biglietti e abbonamenti, e di rendere così gratuito il trasporto pubblico per i cittadini residenti; di prevedere, inoltre, nella tassa di soggiorno un incremento percentuale come corrispettivo pagato dai visitatori e turisti per il servizio gratuito di trasporto pubblico. Il secondo ordine del giorno propone la dismissione di tutto il patrimonio di Erp (Edilizia residenziale pubblica) per compensare i tagli ai trasferimenti di risorse dallo Stato e dalla Regione, perchè i canoni Erp spesso non vengono pagati e le manutenzioni invece sono tutte a carico dell’amministrazione”. Duro, invece, il commento di Giulio Tantillo di Forza Italia: “Il mio voto contrario è dovuto principalmente alle operazioni fatte su Rap e Gesip. Qual è la copertura finanziaria per la Gesip? Mi sembra che diminuiscano i servizi e che paghiamo più stipendi. Per quanto riguarda la Rap, il servizio costa già tanto, i cittadini lo hanno pagato con un grande sforzo, ma noi pretendiamo che vengano sottoposti all’attenzione del Consiglio il piano industriale e il contratto di servizio. Questo è un bilancio costruito sulle nuove entrate tributarie, l’ultima delle quali l’aumento della Tares. Adesso non ci sono più scuse, vedremo cosa fare l’amministrazione. Mi piace sottolineare due cose: l’emendamento sulla videosorveglianza delle corsie preferenziali e l’ordine del giorno che impegna l’amministrazione a considerare, fatto salvo il patto di stabilità, il graduale aumento degli straordinari agli ex ausiliari del traffico dell’Amat”. Molto critici anche Filippo Occhipinti e Paolo Caracausi di Idv: “Un previsionale 2013 approvato ad ottobre lo possiamo definire un controsenso, andrebbe approvato a gennaio o al massimo a marzo dell’anno di previsione. Nonostante questa anomalia abbiamo presentato diversi emendamenti con incentivi attraverso il microcredito alle iniziative dei giovani per 500 mila euro, un maggiore accesso al credito alle imprese finanziato con 1 milione di euro, un sostegno alle attività sportive con 500 mila euro, alle scuole per l’acquisto di beni di consumo, banchi e strumenti necessari per 1 milione e 600 mila euro e alle  circoscrizioni, per ognuna delle quali in questo bilancio è previsto un capitolo di spesa insufficiente di appena 6 mila euro. Tutto questo, però, è stato bocciato dall’insensibilità di un bilancio che subisce i tagli di una politica di rigore cieca.  L’unica nota positiva è l’istituzione di un capitolo, che a Palermo non era mai stato aperto nonostante fosse previsto da un dettato normativo, che permette di accantonare il 50% dei fitti commerciali dei beni confiscati alla mafia da destinare alla emergenza abitativa”. Ha votato contro anche Fabrizio Ferrara del Pd: “Il nostro voto contrario a questo bilancio è un voto contrario all’amministrazione che, pur governando ormai da quasi 2 anni, non ha dato nessun segno di discontinuità con la precedente amministrazione nè portato alcun miglioramento nella vita dei palermitani. La città risulta sempre più sporca, i mezzi di trasporto in puntuale ritardo ma le tasse aumentano e le municipalizzate registrano personale in esubero. E’ necessario cambiare passo, con le risorse umane a disposizione non è pensabile avere una città ridotta in queste condizioni. Sino ad ora abbiamo tenuto un atteggiamento responsabile, dando la possibilità al Sindaco e alla giunta di amministrare al meglio ma se i risultati continueranno ad essere questi sarà meglio andare tutti a casa e regalare agli elettori almeno la speranza di potere vivere in una città normale”. Si è astenuto invece Giuseppe Federico di Civitas Palermo: “Rimango deluso del bilancio di previsione, per come sono stati condotti i lavori, nessun assessore è intervenuto in aula per parlare dei propri capitoli, mi aspettavo che l’assessore Giambrone ci avrebbe parlato di un piano turistico della città, sono deluso dalle somme stanziate per Rap dopo il sacrificio che i palermitani fanno per pagare la Tares. Insomma, ho avuto l’impressione di votare un rendiconto. Ho registrato la quasi sfiducia del Mov 139 al suo capogruppo per aver votato alcuni ordini del giorno in maniera diversa. Penso che per le minoranze è arrivata l’ora di cambiare atteggiamento”.


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