Attività chiuse a Carini |Proteste dai commercianti - Live Sicilia

Attività chiuse a Carini |Proteste dai commercianti

Il cartellone che campeggia all'ingresso del 'Johnnie Walker'

Dopo i sequestri dello scorso giugno sulla rotonda di Carini sono ancora tanti gli interrogativi che avvolgono gli attuali titolari. Sul ritrovamento di scarichi abusivi, che confluivano direttamente a mare, c'è ancora in corso un'indagine della Procura di Palermo. Nel frattempo proprio gli affittuari denunciano il grave danno economico subito.

CARINI (PALERMO) – Dove una volta sorgeva un florido complesso commerciale, adesso regna il deserto. È questa l’attuale situazione che vivono i gestori delle attività, sette in tutto, che dalla fine di giugno sono state sequestrate e conseguentemente chiuse dopo i controlli che portarono le forze dell’ordine a scoprire degli scarichi fognari abusivi provenienti proprio da quei negozi nella Zona industriale di Carini.

Ma facciamo un pò d’ordine. Era il 13 giugno quando i carabinieri della locale stazione, in seguito ad un’inchiesta avviata dalla Procura di Palermo, scoprirono decine di allacci abusivi alle due reti di scarico (rete fognaria e scarico delle acque bianche per la pulizia dei piazzali) portando addirittura alla luce quello relativo al famoso bar ‘Johnnie Walker’ che avrebbe scaricato direttamente a mare. Il sistema di scarico, risalente a diversi anni fa, confluiva per la precisione in due condutture in polietilene per le acque piovane dell’Anas in corrispondenza dello svincolo autostradale di Carini. Da lì in poi le acque bianche delle attività concludevano il proprio percorso direttamente a mare in prossimità dell’ex fortino della seconda guerra mondiale.

Ovvia l’incredulità da parte degli attuali affittuari dei negozi che, oltre al già citato bar Johnnie Walker, gestivano presso la rotonda anche una macelleria, un minimarket, una trattoria, un panificio e un internet point. Di quegli allacci abusivi alla fognatura non sapevano nulla, anzi ne denunciano l’irregolarità imputandola esclusivamente ai proprietari e al Comune di Carini, quest’ultimo reo d’aver fornito prima un’agibilità provvisoria e poi una definitiva. “Le nostre attività sono state chiuse da un giorno all’altro – afferma un portavoce del comitato commercianti/dipendenti della Rotonda – senza la possibilità di poter rettificare la seppur spiacevole situazione in tempi brevi da parte dell’ufficio tecnico del Comune”.

Dal Comune di Carini il sindaco Giuseppe Agrusa intanto tiene a precisare: “La vicenda è in mano alla Procura che si trova in possesso di una parte delle carte inerenti la vicenda. Esprimo la mia solidarietà nei confronti dei lavoratori della rotonda ma, allo stesso tempo, non intendo esprimermi su una situazione dove sono in corso indagini da parte degli inquirenti”.

Gli affittuari, indagati anch’essi per abusi ecologici insieme ai proprietari dei locali, non ci stanno e promettono battaglie legali che vedranno com’è ovvio le precedenti amministrazioni comunali chiamate in causa: “Ci chiediamo come mai dopo così tanti anni il Comune – prosegue uno dei commercianti – non si sia accorto di una situazione del genere. Noi, per quanto ci riguarda, eravamo in possesso di autorizzazioni comunali definitive che accertavano la regolarità dei nostri impianti di scarico. Scoprire irregolarità di questo tipo ci ha colpito fortemente e adesso ne stiamo pagando il prezzo in modo troppo caro”.

La chiusura in piena stagione estiva ha significato una vera e propria mazzata per le sette attività coinvolte che, da un giorno all’altro, hanno dovuto mandare a casa quasi una cinquantina di dipendenti: “Questo è il nostro paese, 54 famiglie vengono buttate in mezzo alla strada per un problema di scarichi fognari, ovviamente grave ma non imputabile a chi ogni giorno trova soddisfazione nel lavoro onesto. Ciò che vogliamo è soltanto tornare alle nostre vite, per farlo siamo disposti anche ad assumerci le nostre responsabilità, anche in termini di sanzioni, davanti a un giudice anche se abbia la certezza d’essere assolti da qualsiasi capo d’imputazione”.

Tornare a lavorare dunque regolarizzando quegli abusi edilizi che, tra un rinvio e l’altro, vanno ad inficiare il lavoro di una vita. Questo il senso di quel grande cartellone posto da diversi giorni davanti il Johnnie Walker e che cita l’art 1 della Costituzione: “Crediamo fortemente nel ruolo del lavoro e lo striscione che abbiamo appeso rappresenta l’unica forma di protesta che abbiamo portato avanti fino ad ora. Il nostro intento – conclude uno degli affittuari – non è dar adito a proteste violente o atti disperati ma ricevere una risposta concreta da parte delle istituzioni che dovranno prendere una decisione. Dopo gli appelli al sindaco e al prefetto invieremo anche una lettera al presidente della Repubblica”.


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