Protesta dipendenti Almaviva | davanti la sede della Cosmed - Live Sicilia

Protesta dipendenti Almaviva | davanti la sede della Cosmed

Erano oltre un centinaio i dipendenti del call-center Almaviva di Palermo scesi in strada nella mattinata, davanti alla sede Cosmed di via Marcellini, per manifestare contro la firma di un atto di conciliazione proposto dall’azienda.

Via Marcellini
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PALERMO – Erano oltre un centinaio i dipendenti del call-center Almaviva di Palermo scesi in strada nella mattinata, davanti alla sede Cosmed di via Marcellini, per manifestare contro la firma di un atto di conciliazione proposto dall’azienda. Al loro fianco anche i rappresentanti della Cgil e dell’associazione ‘Vivo Civile’. “L’atto di conciliazione che Almaviva ha proposto ai suoi dipendenti è assolutamente inaccettabile – dice Maurizio Rosso, segretario generale Slc Cgil -. Al suo interno è previsto infatti che gli operatori rinuncino a tutti i diritti acquisiti e maturati nei quattro anni di lavoro passato nonché all’eventuale possibilità di aprire qualsiasi tipo di contenzioso. Dall’altro lato invece con la promessa, perché di questo si tratta, di essere inseriti all’interno di una lista di prelazione”.

E sono proprio questi i motivi della protesta dei dipendenti di Almaviva: “Quello che ci chiedono di fare non è soltanto di rinunciare a qualcosa che ci spetta di diritto – spiegano i manifestanti – ma anche di dichiarare il falso asserendo che non abbiamo mai lavorato come dipendenti subordinati ma soltanto con contratti di collaborazione autonoma”. Ed è per questo che nella giornata di ieri i dipendenti, di concerto con l’associazione ‘Vivo civile’ e la Cgil hanno “preparato con cura una proposta di conciliazione leggermente modificata rispetto a quella originale, al cui interno viene integrata la possibilità di aprire contenziosi con l’azienda in un ipotetico futuro dichiarando altresì che, pur avendo lavorato come subordinati, siamo disposti volontariamente a rinunciare a tutto ciò che ci spetterebbe. Dire che siamo stati lavoratori autonomi sarebbe una falsità assoluta – spiegano ancora gli operatori – soprattutto perché in questi anni siamo stati costretti a lavorare nei giorni festivi, di sabato e di domenica con la minaccia sempre presente di non aver rinnovato il contratto qualora ci fossimo rifiutati”. La proposta di ieri aveva ottenuto “un ottimo parere anche da parte dei vertici Almaviva – come raccontano i dipendenti – che nella serata di ieri ci avevano chiesto di diffondere il più possibile il nuovo testo affinchè oggi fosse firmato da tutti. Questa mattina invece quando ci siamo presentati per firmare la nuova conciliazione è arrivato l’out-out dell’azienda: ‘O firmate il vecchio documento o non presentatevi più”.

“E’ impensabile che una contrattazione di questo tipo venga fatta senza coinvolgere i sindacati e obbligando tra l’altro i dipendenti ad attestare il falso – commenta ancora Maurizio Rosso -. Si tratta di una questione di dignità umana, di diritti che non possono essere calpestati ed è per questo che siamo e rimarremo al fianco dei dipendenti per aiutarli in questa lotta”. Dello stesso parere anche Antonio Ferrante di ‘Vivo Civile’, che ha commentato: “La nostra associazione si sta impegnando a dare massima visibilità alla questione. Spalleggiamo gli operatori Almaviva e siamo pronti a fornire loro tutto l’aiuto legale di cui dovessero aver bisogno”.

LA NOTA DELL’UGL
“Giovanni Gorgone, Coordinatore regionale UGL Telecomunicazioni, invita tutti a non distogliere l’attenzione da quelli che sono i problemi che ancora pendono sulle teste dei lavoratori, come una vera e propria spada di Damocle. Uno su tutti, è il problema della sede. A tutt’oggi per la sede in via Marcellini, è stato rinnovato il contratto di locazione, mentre ad Alicos, in via Cordova, ancora no essendo il contratto già scaduto da mesi. Da parte delle RSU della UGL in questi ultimi anni è stato fatto il possibile, partecipando a tutti gli incontri con le Istituzioni, organizzando manifestazioni e sit-in. Su questa questione urge mettere la parola fine e tranquillizzare un ambiente pregno di insicurezze. Un’azienda che nel territorio palermitano conta 3.500 dipendenti, ha sì l’obbligo di dare certezze ai lavoratori, ma, allo stesso tempo, deve essere attenzionata dalle istituzioni regionali, considerando, sostiene Giovanni Gorgone, che si parla di lavoratori di alta professionalità e con un’istruzione superiore alla media che molto hanno dato e tanto hanno da dare in termini di competenze e professionalità. L’Ugl vuole pianificare continuità e stabilità dando priorità a temi come la donna sul luogo del lavoro, intesa come madre, moglie, figlia, inserendola in un contesto lavorativo che non abbia risvolti negativi all’interno della famiglie con turni agevolati. Altro tema caro all’UGL è l’inserimento del tele-lavoro che permetterebbe ad una categoria di lavoratori, per esempio pendolari, mamme e portatori di handicap, di poter svolgere il lavoro da casa. Inoltre, ricordiamo all’azienda che i tempi sono abbastanza maturi poiché i 48 mesi, come previsto dal CCNL Telecomunicazioni, sono abbondantemente trascorsi per i passaggi di livello terzo/quarto degli ex lavoratori a progetto esclusi dall’accordo sindacale della triplice del 2007, accordo che la UGL non sottoscrisse anche per l’esclusione dei suddetti lavoratori. A dare maggiore solidità del passaggio terzo/quarto dei lavoratori, interviene il Segretario Generale di Palermo, Claudio Marchesini, si ricordano soprattutto i 200 pionieri vertenti che si sono visti riconoscere il quarto livello, anticipando il livello a tutti gli altri colleghi. In tutto questo, la UGL Telecomunicazioni, avendone iniziato la battaglia, ricorda che la madre di tutti i problemi è il fenomeno della delocalizzazione sia in Italia che all’estero. L’azienda si dovrà impegnare a risolvere tutti i problemi che attanagliano i dipendenti , l’UGL , si impegna a rimanere vicino ai lavoratori per portare avanti soluzioni concrete e, come nella nostra tradizione di sindacato autonomo non ci tireremo indietro. Mettendo in campo tutti gli strumenti sindacali, il voto è un diritto che come tale deve essere esercitato con attenzione, siamo certi che in questa tornata elettorale, i colleghi voteranno per persone con una storia sindacale e con una credibilità aziendale alle spalle, il giusto mix che porterà valore aggiunto nei difficili tavoli di trattativa che ci attendono, non trascurando che come interlocutore non avremo solo Almaviva ma il cliente committenti”.

 


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