San Berillo rivive, il Comitato: "Ma Bianco è latitante" | Di Salvo: "Il sindaco manterrà le promesse" - Live Sicilia

San Berillo rivive, il Comitato: “Ma Bianco è latitante” | Di Salvo: “Il sindaco manterrà le promesse”

di Fernando M. Adonia. Il Comitato Cittadini Attivi San Berillo è nato sulla scorta dell'esperienza civica del Comitato Antico Corso.  E mentre la riqualificazione promessa dall'amministrazione comunale resta al palo nonostante le promesse, al rilancio dell'ex quartiere a luci rosse ci pensano gli stessi residenti.

Il comitato dell'ex quartiere a luci rosse
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CATANIA – “Il nostro comitato nasce per aprire gli occhi alla gente del luogo, per fargli prendere coscienza del fatto che, in attesa che qualsiasi amministrazione intervenga, si può lo stesso migliorare il luogo in cui viviamo”. É questa la filosofia del Comitato Cittadini Attivi San Berillo, una sigla nata sulla scorta dell’esperienza civica del Comitato Antico Corso. A spiegarne la storia è Roberto Ferlito, uno di quelli che San Berillo lo ha scelto coscientemente, andando ad abitare, con moglie e figli, in uno degli antichi palazzi del quartiere. La sua è una storia d’amore senza se e senza ma. Lo stesso sentimento che lo ha portato a chiedere agli abitanti del quartiere, in un volantino scritto in quattro lingue, di “portare una sedia in strada”. Una formula semplice, popolare, per esprimere la necessità di mettersi a sedere attorno allo stesso tavolo, d’incominciare a discutere su quelle che sono le problematiche di chi San Berillo lo vive davvero.

Roberto Ferlito, uno dei componenti del Comitato Civico

Ed è appunto “vivere” il verbo esatto che coniuga le aspirazioni di chi si affanna dentro il perimetro di uno dei più antichi quartieri catanesi. Lo stesso rione passato alle cronache come fiera del mestiere più antico del mondo. Sono, infatti, le prostitute e i travestiti, ad essere oggi tra gli interpreti principali della lotta al degrado che il Comitato ha ingaggiato. Quello che può apparire in prima battuta un paradosso, ha invece una logica ben precisa. Come spiega Ferlito: “Sono loro i veri abitanti di San Berillo e sono loro, da almeno trent’anni, i proprietari delle stesse case dove operano. La loro professione, oggi, è esercitata in maniera assolutamente autonoma, senza protettori. Loro, San Berillo, lo amano davvero. Il loro spirito è ben distante da quei tanti che vanno lì per dei porci comodi”.

Accanto alle prostitute, sono i senegalesi, oltre agli italiani, a rappresentare il gruppo etnico più nutrito e longevo di San Berillo. Sono lì da venticinque anni. Non sono proprietari, ma semplici inquilini. Anche loro animano il Comitato in uno sforzo di convivenza che mette assieme prospettive culturali diverse, se non addirittura antitetiche, rispetto a chi storicamente vive nel rione. Racconta infatti Ferlito: “Uno dei nostri obiettivi primari era di trovare un anello di congiungimento tra le diverse realtà presenti. Cinque anni fa è nato il comitato Babilonia, una sigla similare alla nostra. Le loro attività si sono fermate per la difficoltà di far coesistere la comunità senegalese con le prostitute. Ed è vero, c’erano fortissime tensioni tra loro. I senegalesi – spiega ancora Ferlito- sono musulmani e hanno una forma di reticenza verso le prostitute che rappresenterebbero il peccato e l’impurità. A distanza di tempo si è creato, però, un equilibrio figlio della convivenza sullo stesso territorio. Oggi c’è del rispetto. Non si assiste più – continua Ferlito – a quelle brutte scene di senegalesi che vedendo le prostitute sputavano per terra Si è capito che la riuscita delle nostre iniziative può portare a dei vantaggi per tutta la comunità. Senza il Comitato – sottolinea- il rischio sarebbe stato l’isolamento”.

Un angolo delle vie di San Berillo

É dunque la lotta al degrado uno dei “macro obiettivi” del Comitato San Berillo. L’interlocutore principale è ovviamente l’amministrazione comunale, ed in particolare il sindaco Enzo Bianco. Con lui, il 10 agosto, c’è stato un primo incontro, al quale però non ne sono seguiti altri. “In quell’occasione – riferisce Roberto Ferlito- Bianco ci parlò della volontà di destinare il quartiere a studenti e artigiani. Quando gli feci notare, però, che dieci anni prima l’onorevole Drago utilizzò la medesima espressione, lui ha ribattuto che non ci sarebbero stati interventi sporadici, ma un progetto a lungo termine. Sempre in quella sede annunciò che a settembre sarebbe stato aperto un tavolo sul quartiere. Tutto questo non è mai avvenuto, nonostante i nostri stimoli. Sembra – chiosa laconicamente Ferlito- che il sindaco al momento sia latitante non solo col quartiere, ma con tutta la città. Lui, durante le precedenti amministrazioni, è stato molto presente sui media. Probabilmente è un altro personaggio”.

Non si può dire, però, che negli ultimi anni non sia avvenuto nulla nel quartiere. Con l’apertura di due nuove strutture alberghiere, il restauro della chiesa del Crocifisso della Buona morte e la progettazione della pista ciclabile, San Berillo ha ricevuto nuovi impulsi. È lo stesso Roberto Ferlito a riconoscerlo, avanzando però alcuni distinguo: “Sono siti – fa notare polemicamente- che rientrano nel perimento del quartiere. Siamo sempre sulla facciata, con davanti i palazzi dei ricconi e dietro le favelas. Sono dei segnali, certo, ma che lasciano intendere come continua a persistere sul rione un progetto di speculazione edilizia che viene portato avanti da quelli che sono i poteri forti catanesi. Le piste ciclabili – conclude- sono ottima cosa, ma non sono di certo la priorità”.

 

 

 

 


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