Serena Dandini a Catania |con “Ferite a morte” - Live Sicilia

Serena Dandini a Catania |con “Ferite a morte”

Un lavoro che dà voce alle vittime di femminicidio. La prima catanese al teatro Verga è stata promossa dall’ Udi di Catania all’interno del progetto contro la violenza di genere: “Stop femminicidio”.

Serena Dandini

CATANIA – Serena Dandini presenta “Ferite a Morte”. La sala è gremita, sono tantissimi i catanesi che non hanno mancato l’appuntamento. Le poltrone sono tutte piene, in prima fila un posto “occupato”, dedicato alle vittime di femminicidio. Lì siedono idealmente tutte le donne massacrate da compagni, mariti, uomini. Sono le stesse donne che calcano il palcoscenico del Teatro Verga e raccontano le loro storie. “Ferite a morte” di Serena Dandini, infatti, è un primo luogo un modo per dare la parola alle vittime. Sul palco si alternano nove attrici, compresa la presentatrice, vestite di nero con indosso un indumento rosso, un drappo o paio di scarpe, a simboleggiare il sangue versato. I dati sul femminicidio sono palesi: in Italia muore una donna ogni due giorni. Una mattanza. Ognuna di loro racconta la propria versione dei fatti. Le storie sono tante, diverse tra loro ma con un unico odioso filo conduttore: la violenza maschile sulle donne. Matrimoni combinati, efferati femminicidi, infibulazione, lapidazione, delitto d’onore: una Spoon River al femminile in grado di smascherare le radici della violenza.

Le pagine di Serena Dandini e Maura Misiti rivivono sul palcoscenico. Le autrici usano tutte le sfumature dell’emotività, dal comico al tragico, dal grottesco al drammatico: il risultato è dirompente. Si ride e ci si commuove. Ma soprattutto ci si indigna. Lo spazio per la denuncia è ampio e duro. Il passaggio sui centri antiviolenza senza fondi, contenuto all’interno della narrazione di una donna uccisa dal marito, la dice lunga sull’indifferenza delle istituzioni che a parole additano una piaga come il femminicidio, ma nei fatti non investono un centesimo per sostenere chi si occupa di prevenzione e assistenza alle donne. Serena Dandini centra l’obiettivo: il problema non è soltanto delle donne e riguarda tutti, ma proprio tutti. “Il Mario mi mena come il marito fascista della vicina. Lui però è di sinistra e sul comò ha il dipinto di Togliatti”, insomma il pensiero patriarcale non risparmia nessuno, nemmeno gli ambienti progressisti. Questo le donne lo sanno. Come sanno altrettanto bene che la violenza, fisica o psicologica ai loro danni, è incredibilmente trasversale: “A tutte le latitudini” come dice bene Dandini. Spettacoli e libri come questo possono fare tanto.

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