Tra mito e realtà |Il lato oscuro del vulcano - Live Sicilia

Tra mito e realtà |Il lato oscuro del vulcano

A tu per tu con lo scrittore Ottavio Cappellani che torna in libreria con il suo ultimo romanzo.

CATANIA – Ottavio Cappellani è tornato. È infatti in libreria col romanzo “Sull’Etna non uccidono mai nessuno” (Imprimatur editore, 14,50 euro, 151 pagine). È questo forse il primo romanzo in cui l’autobiografia dell’autore si mescola alla fiction letteraria e così dietro l’ex scrittore Ernesto, il protagonista, che si guadagna da vivere come guida turistica è possibile scorgere l’ombra dello scrittore in carne, ossa e barba.

L’intreccio “giallo” della storia non deve confondere e perciò si farebbe un errore a definire entro l’arido confine d’un genere questo libro, che pur leggendosi d’un fiato, è da meditare, perché contiene vere e proprie staffilate alla cosiddetta “civile società”. Un esempio: “La geografia commerciale di Catania è semplice: si divide in coloro che pagano il pizzo e in coloro che se lo fanno pagare. Le prime attività restano aperte perché il pizzo lo pagano, le seconde aprono per reinvestire i soldi guadagnati dal pizzo (in questo senso l’economia mafiosa è un esempio funzionante di modello keynesiano)”.

Poche righe che bastano per accendere polemiche e riflessioni attorno al tema più dibattuto di Sicilia e, qualche acuto e creativo studente universitario potrebbe trovarci anche materiale per una tesi, che colga le analogie tra il modello economico mafioso e quello keynesiano.

Abbiamo raggiunto Ottavio Cappellani per fargli qualche domanda sull’Etna, la letteratura, il potere e la schiavitù, che a noi è sembrato essere il tema centrale di questo libro.

E’ vero che “a sapere troppe cose si diventa scemi”?

No, non credo. A sapere “metà delle cose si diventa scemi”. C’è un punto della conoscenza in cui vorresti fare marcia indietro e battertela a gambe levate. Ma è troppo tardi. Io consiglio di andare avanti e di conoscere tutto quello che si può.

L’Europa – “il continente dove tutti sono schiavi” … mette queste parole nelle labbra del suo alias Ernesto … Se gli europei sono tutti schiavi; chi o cosa è il loro padrone supremo?

Bella domanda. Il loro padrone è un essere inanimato, ma organico, qualcosa che ha “spirito” come un vegetale ma non coscienza. E cioè il capitale, che da quando si è staccato dalla riserva aurea ha preso vita, ma come una pianta. Il nostro padrone è qualcosa simile a un’edera, o a un broccolo.

Ovviamente l’Etna è protagonista assoluto del romanzo … pare quasi essere il palco naturale per raccontare la violenza insita in una certa idea di modernità … È davvero così?

Siamo sicuri che la modernità abbia cancellato la mitologia? Voglio dire: un immenso strumento di conoscenza umana, come la saga degli dèi, siamo certi che non possa servirci ancora come modello interpretativo dell’umano? Io quando leggo la cronaca vedo gli dèi ancora in azione.

Se ho letto con attenzione il libro, è la paura a governare le dinamiche “servo-padrone” che si manifestano nella società … “tu mi sei fedele perché hai paura. È questa la magia”. Così parlò il boss-filosofo Ercole … L’Europa è vittima collettiva di questo sortilegio politico?

Che la cosiddetta “società” sia fondata sulla paura non sono certo io il primo a dirlo. Credo che una parte del mondo si sia dimenticata che la “società” è un concetto militare e non borghese. Il Muos, o l’attività di spionaggio dell’Nsa, io parlo in giro e sembra che il mondo sia fondato sulle elezioni, sulle imprese, sulle tasse, sul lavoro, che invece sono quisquiglie. In un dialogo socratico ha sempre ragione chi ha la pistola in mano. Il resto sono cazzate buone per chi beve la birra artigianale con le camper ai piedi.

Sia in quest’ultimo libro, che in quello precedente, “L’isola prigione”, la Sicilia è rappresentata come “un’installazione militare” … Fiction o realtà?

Veda la faccenda del Muos e si risponda da solo.

Il ricorso alla mitologia nel libro è piuttosto evidente, sembra anzi una scelta di stile obbligata per parlare all’uomo moderno … Solo la lingua mitica può platonicamente liberarci dalle ombre della caverna?

Proprio così. La mitologia è il manuale delle giovani marmotte per capire l’umano. Non mi sorprende che il potere abbia sempre voluto cancellate gli dèi, che però, come lei sa, sono immortali.

 


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