Squadra Antimafia, morte e dolore | La lotta tra i Ferro finisce nel sangue - Live Sicilia

Squadra Antimafia, morte e dolore | La lotta tra i Ferro finisce nel sangue

Marco Bocci nei panni di Domenico Calcaterra

La sete di potere finisce per cancellare anche i legami più forti. Continua la caccia di Calcaterra a Veronica Colmbo.

la nona puntata della fiction di canale 5
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4 min di lettura

PALERMO – La nona e penultima puntata di Squadra Antimafia è una serie infinita di morti e di dolore. La guerra tra i Ferro, tra la vecchia e la nuova mafia, tra padre e figlio, continua e sacrifica tutto in nome del potere, anche gli affetti più cari, anche i legami più forti del Dna.

La puntata si apre con un agguato di Oreste Ferro in un vecchio edificio abbandonato. Vengono uccisi tutti, tranne il “ragioniere”. Questi viene riconosciuto subito da Ninuzzo, ambizioso quanto presuntuoso uomo al soldo di Oreste Ferro, ma stanco dell’invadenza di Dante Mezzanotte. Ninuzzo risparmia la vita al ragioniere in cambio della sua complicità. Gli affida il suo cellulare. Lo richiamerà in serata e, in cambio di una rapida ascesa al potere, è disposto a tradire il vecchio Oreste. Achille, intanto, infrange l’ultimo tabù: uccide un membro della commissione, Don Palmigiani. La linea è ormai chiara: eliminare chiunque si frapponga tra lui l’ascesa al potere, chiunque lo ostacoli nel portare avanti il progetto di Baia d’Angelo.

Intanto, la situazione per la Duomo e per Domenico Calcaterra si è complicata al massimo: il vicequestore tocca il fondo ubriacandosi e finendo a una festa fuori di sé solo per accusare quella che ritiene essere l’unica colpevole della morte di Leonardino, Veronica Colombo. Di tutt’altra opinione, invece, Lara, convinta che la sorella sia innocente e che quelle di Calcaterra siano solo paranoie. Risultato? Lara rimane sempre più sola per proteggere la sorella, mentre Calcaterra decide di continuare le indagini su di lei insieme agli altri ragazzi della squadra cominciando da un nuovo indizio, che conduce dritto dritto alla mafia russa. Calcaterra riesce a mettere spie e cimici nella stanza del russo, Goncarov. Dalle intercettazioni, non autorizzate da Lara né dal magistrato, Calcaterra intuisce che ci sarà un incontro e che qualcuno pagherà un fantomatico “biglietto d’ingresso”.

Ormai è ai ferri corti con Lara: la donna crede che la sorella sia innocente, mentre per Domenico arrestare Veronica è diventata una crociata. E quando riesce ad agganciare i russi si mette in azione ancora una volta senza avvertire Lara, anzi la neutralizza legandola con le manette al volante della sua auto. La Colombo, una volta libera, minaccia di emettere un mandato d’arresto per lui e la Duomo.

Dov’è finita intanto Veronica? Il potente boss Afrikanietz torna a farsi vivo con Veronica Colombo, dopo averla già finanziata in passato, per inserirsi nell’affare che lei ora sta portando avanti con Achille Ferro. Duro, cattivo, ma capace di apprezzare il mondo: così si descrive Afrikanietz. Veronica stavolta intuisce che non sarà facile farsi beffa del russo, così come è riuscita col giovane Ferro e con Ruggero Spina. Oltre al russo, Veronica ha un’altra spina nel fianco: Dante Mezzanotte: “E’ un animale ferito”, dirà. E’ proprio Dante Mezzanotte che spicca in questa puntata per crudeltà. Sospettando dell’insoddisfazione costante di Ninuzzo, scopre il suo tradimento e in agguato riesce a prendere Michele detto “il pianista”, il braccio destro di Achille. Achille e Michele sono cresciuti insieme. Il loro è più che un legame di sangue. Mezzanotte non esita a torturare il “pianista” fino a farlo confessare. Morirà tra atroci sofferenze e con le mani amputate. Il sommo oltraggio per un musicista.
Il vecchio Oreste Ferro sa adesso tutto degli affari del figlio e decide di intercettarlo e bloccarlo proprio mentre va ad incontrarsi con Veronica e con Afrikanietz. Goncarov prende i soldi e si ferma ad una vecchia stazione di benzina e aspetta. Puntuale si presentano Achille Ferro e i suoi uomini. Appresa la notizia della morte di Michele, piange di rabbia. Proprio in quel momento suo padre gli tende un’imboscata. E’ un bagno di sangue, l’ennesimo. Il russo viene ucciso, il vecchio gli ruba la valigetta con i soldi e lo stesso Achille Ferro viene preso in ostaggio. Quando Calcaterra e la Colombo giungono sul posto non possono che constatare la carneficina. Calcaterra nota che nella macchina del russo c’è ancora il navigatore attivo, programmato per districarsi per le strade di Catania e giungere al summit con Afrikanietz. Quando la Colombo e Calcarerra arrivano nella villa dove si sarebbe dovuto tenere l’incontro al vertice, trovano tutto deserto. C’è un particolare che colpisce Lara: un nastro rosso che avvolgeva le rose che aveva Veronica la sera prima. Che Calcaterra abbia ragione? E’ un dubbio, che si insinua sempre con più insistenza.

L’ultima parte della puntata è quella che non avremmo mai voluto vedere. Achille Ferro è nelle mani del padre e di Dante Mezzanotte. Il primo ha l’onore ferito da vendicare, Mezzanotte Leonardino. I patti sembrano essere chiari: “Torturalo, fagli confessare il piano con la Colombo, ma lascialo vivo!”. La situazione, però, precipita. Dante Mezzanotte fredda Achille mentre cerca di strozzare il padre. La guerra tra i Ferro si conclude così… come profeticamente aveva detto Michele “il pianista”: senza un vincitore, ma con tutti sconfitti. Il cadavere di Achille è rinvenuto la stessa sera vicino all’ospedale psichiatrico, dove è rinchiusa Rosy Abate. E’ un macabro “regalo” di Dante.


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