Comuni, conti in pericolo| Orlando: "Governo ci ascolti" - Live Sicilia

Comuni, conti in pericolo| Orlando: “Governo ci ascolti”

Conferenza stampa del sindaco e dell'assessore Abbonato sull'allarme dei comuni in vista della legge di stabilità.

I DATI ANCI E DI PALERMO
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PALERMO – I comuni italiani lanciano l’allarme sui conti e sulla prossima legge di stabilità e chiedono al Parlamento di intervenire. Un’iniziativa svoltasi in contemporanea, stamattina, nelle grandi città italiane fra cui Palermo dove il sindaco Leoluca Orlando, insieme all’assessore Luciano Abbonato, ha illustrato le proposte degli enti locali. Una conferenza stampa “in casa”, vista la totale assenza di rappresentanti dell’Anci nazionale o regionale, che è stata però l’occasione di fare il punto anche sui conti di Palazzo delle Aquile.

“I comuni non sono solo centri di spesa – ha detto il primo cittadino – e i tagli a cui sono sottoposti sono l’effetto perverso delle politiche economiche nazionali: il bilancio consolidato e il pareggio di bilancio che sanciscono la morte della politica; il non aver fatto distinzione su quali voci siano soggette al pareggio e quali no, come per esempio per gli investimenti; l’aver pensato che il debito per definizione sia il male, un errore. Si è mai visto un imprenditore senza debiti? Il debito è un’operazione di fiducia sul futuro. E anche l’inflazione: ci vuole il vento in chiesa, ma non spegnere le candele. Con la leva dell’inflazione puoi decidere se premiare o meno il creditore o il debitore, la banca o il cliente, il produttore o il consumatore. La somma delle prime 14 città italiane è la produzione del 34 per cento dell’intero prodotto interno lordo”.

E dando un’occhiata ai dati diffusi dall’Anci, emerge come la spesa dei comuni sia solo il 7,6 per cento di tutte le spese della Pubblica amministrazione (contro il 39 degli enti di previdenza, il 29,9 dello Stato e il 18 di Regioni e sanità) e i debiti rappresentino solo il 2,5 sul totale. Dal 2007 a oggi, in virtù dell’obiettivo del patto di stabilità, i comuni hanno dovuto fare a meno di 8,7 miliardi e i trasferimenti sono calati di 7,45, per un totale di 16 in otto anni, per non parlare dei 7,7 venuti meno per compensare il maggior gettito dovuto all’introduzione dell’Imu. Manovre che hanno impedito ai comuni di spendere, pur avendo in cassa i soldi, con una spesa per gli investimenti tagliata di 4,3 miliardi. E se la spesa dei comuni cala, quella dello Stato addirittura cresce dell’8 per cento.

“Chi festeggiò la mancata approvazione della scala mobile – ha continuato Orlando – ora si rende conto che in quel modo si sono bloccati i consumi. Palermo è un comune virtuoso, siamo stati i primi in Sicilia ad approvare il bilancio previsionale 2013 e tra i primissimi d’Italia. E siamo i più bravi pur avendo approvato a ottobre il bilancio 2013: come si fanno gli investimenti a dicembre? Siamo virtuosi perché non abbiamo un euro di anticipazione di cassa, presentiamo un livello di indebitamento entro i limiti e nonostante questo non possiamo garantire le sezioni della scuola dell’infanzia: abbiamo i soldi per sostituire insegnanti in pensione ma non possiamo assumerli. Il Comune conta un solo dirigente tecnico in servizio su 84 e non possiamo averne altri, per non parlare del paradosso dei contratti a tempo determinato che scadranno: abbiamo le risorse ma non possiamo rinnovarli, se non viene approvato emendamento in legge di stabilità”.

E proprio Palermo, dal 2007 a oggi, ha dovuto fare i conti con un patto di stabilità interno che ha bloccato 162 milioni, subito tagli statali per 254 e regionali per 24 (con un totale tra patto di stabilità e varie manovre di 416 nel periodo 2007-13), trasferimenti calati drasticamente che hanno comportato un aumento delle entrate tributarie, spesa corrente in picchiata e di investimento in salita solo nel 2012 e tagli, per il 2013, di 160,8 milioni.

L’Anci chiede pertanto la compensazione della seconda rata Imu, l’allenamento dei vincoli del patto di stabilità, lumi sulla service tax che provocherà minore gettito anche al massimo delle aliquote, la revisione del fondo di solidarietà, l’allentamento dei limiti per i mutui per gli investimenti, notizie certe sulla riscossione diretta dei tributi e maggiore confronto sul federalismo fiscale. “Lo Stato da un lato ci toglie le risorse e dall’altro lato non ci dà la possibilità di operare secondo i principi di autonomia e di responsabilità e questo chiaramente ci mette nelle condizioni di non potere dare adeguate risposte alle richieste da parte della comunità – ha detto l’assessore al Bilancio, Luciano Abbonato – questo è un tema su cui ci confrontiamo continuamente con gli altri comuni ed è arrivato il momento di dirlo chiaramente al governo nazionale. Da qui l’idea di elaborare una serie di proposte e rivendicazioni che partono dal concetto che così non si può più continuare, perché si mette a rischio la tenuta delle istituzioni locali e la credibilità dello Stato”.

 


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