Aeroporto e infrastrutture |UE ratifica "declassamento" - Live Sicilia

Aeroporto e infrastrutture |UE ratifica “declassamento”

E' arrivato il voto del Parlamento Europeo: le principali infrastrutture, tra cui Fontanarossa, restano relegate nella lista "comprehensive" e, quindi, fuori dai finanziamenti europei. L'ad della Sac Gaetano Mancini: "Avevamo posto la questione alla politica siciliana quasi 2 anni fa". Per Giuseppe Ursino de Il Tavolo per le Imprese si apre "uno scenario difficile".

fuori dalla Ten - T
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CATANIA Il verdetto di Bruxelles è arrivato: Fontanarossa fuori dalla Ten-T. La stessa sorte vale per tutte le principali infrastrutture etnee, come porto e ferrovie. Il Parlamento Europeo ha approvato e, quindi, ratificato in maniera definitiva il mancato inserimento del “sistema infrastrutturale” di Catania” nel Piano europeo dei trasporti. E’ inutile dirlo, la delusione maggiore è la conferma dello scalo etneo nel network “comprehensive”, che significa rimanere fuori dal programma di fondi europei a cui possono attingere le infrastrutture considerate strategiche dall’Unione Europea.

Giuseppe Ursino, Il Tavolo per le Imprese

Essere fuori dal Trans European transport network (Ten – T) è un vero e proprio fallimento per il facilitatore del Tavolo per le Imprese Giuseppe Ursino. “Mentre il resto del mondo corre – dichiara – noi restiamo al palo e continueremo ad arretrare. Attualmente, non c’è nessuna prospettiva di rilancio. Neanche a lungo termine. Lo scenario è veramente difficile”.

La bocciatura di Bruxelles, leggendo i criteri di valutazione, è meramente di natura strategica e infrastrutturale. Non è l’aeroporto, dunque, ad aver ricevuto un sonoro no dall’Unione Europea ma il contesto territoriale sprovvisto di un piano intermodale e di trasporto idoneo. Le istituzioni europee sono ben coscienti delle potenzialità di Fontanarossa: i dati su movimentazioni logistiche e traffico passeggeri sono lampanti. Ma è altrettanto vero che lo scalo dovrebbe essere l’anello di congiunzione con tutti gli altri sistemi di trasporto: gomma, rotaie e mare. Quel progetto di intermodalità, che a Catania sembra diventato un’utopia.

Ursino, allora, si rivolge direttamente agli attori istituzionali: Comune e Regione. Un appello che il Tavolo per l’Imprese in verità aveva già lanciato e che puntualmente è rimasto inascoltato. “Lo scorso 23 settembre – afferma – abbiamo chiamato a raccolta tutti, nel tentativo di reagire a questa micidiale minaccia. Nessuna risposta dalle istituzioni, impegnate invece a litigare, nominare amici ovunque e partecipare a ricchi banchetti, in coerenza con il modello dei tempi di Craxi.”

Gaetano Mancini, Ad Sac

L’esortazione ad agire agli organi competenti, con largo anticipo, era partita anche dai vertici della Sac, la società di gestione dell’aeroporto di Catania. C’è un’ombra di rammarico nelle parole dell’amministratore delegato Gaetano Mancini: “Spiace evidenziare come la vicenda fosse stata da noi posta alla politica siciliana quasi 2 anni fa, quando ancora si era in condizioni per intervenire più agevolmente che non oggi. Prendiamo atto che nessuno degli amministratori del tempo ha voluto farsene carico, mentre per Palermo i soggetti politici interessati hanno agito con ben altra tempestività”.

Mancini, evidenzia inoltre che questo “declassamento” non riguarda “l’aerostruttura di Fontanarossa, ma, purtroppo, perché è ben più grave, della bocciatura dell’intero territorio di Catania, le cui infrastrutture in blocco hanno subito l’applicazione di parametri esasperatamente burocratici. Una bocciatura che viene, appunto, dall’applicazione esasperatamente burocratica di parametri già di loro ben poco aderenti alla realtà. Inoltre, tale decisione è certo in contraddizione pesante con il fatto che la stessa agenzia Ten-t abbia assegnato strategicità alla connessione intermodale tra il nostro aeroporto e la ferrovia, addirittura finanziandone il progetto”.

Per Ad della Sac, però, nella decisione di Bruxelles si nasconde un eccesso di zelo legato a parametri matematici e burocratici privi di ogni flessibilità di visione. “La proposta dell’Unione europea,- afferma Mancini a LiveSiciliaCatania – è stata ideata palesemente sulla base di riferimenti burocratici e amministrativi (ossia le aree metropolitane con una popolazione superiore al milione di abitanti) che ignorano la realtà dei fatti. Catania, che già come città ogni giorno ospita e offre servizi a un numero di persone almeno pari a quello dei suoi residenti, ha un aeroporto che serve il 70% della popolazione siciliana, ossia circa 3 milioni di persone. Siamo quindi ben oltre gli stessi numeri che l’Ue impone quale criterio principe per stilare la lista delle aree “core”, ma il concetto sta risultando – conclude – assai ostico ai burocrati che devono decidere in merito”.

Mancini, e con lui il presidente Enzo Taverniti, ora va oltre e pensa al futuro, allo sviluppo. “E’ sicuramente un bene – concludono –  che, almeno a livello italiano, Fontanarossa, anche grazie al fattivo interessamento della Regione Siciliana e del Comune di Catania negli ultimi mesi, sia stato inserito dal Ministero dei Trasporti nella proposta di rete principale del sistema aeroportuale nazionale. Adesso bisogna mantenere alta l’attenzione affinché tale decisione permanga nella versione finale del piano. Un obiettivo sul quale lavorare insieme all’allungamento della pista, pensando alle strategie vincenti degli anni a venire”.

L’obiettivo lanciato dai vertici della Sac rappresenta la nuova sfida delle Istituzioni. E questo bisogna centrarlo. 

 


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