Musumeci bacchetta: |"No al partito di Nicodemo" - Live Sicilia

Musumeci bacchetta: |”No al partito di Nicodemo”

Da destra: Ioppolo, Montalto, Musumeci

L’assemblea provinciale de “La Destra- Alleanza Siciliana” è l’occasione per tracciare la strada da seguire nella ricomposizione di un’area di destra. Musumeci tende la mano a Fratelli d’Italia: “Uniamo due debolezze”.

CATANIA –  “Un grande partito di destra, moderno e inclusivo”. Nello Musumeci traccia la strada maestra che “La Destra- Alleanza Siciliana” seguirà nella riorganizzazione di un’area che sembra essersi avvantaggiata dalla recente scissione del Pdl in seguito allo strappo degli alfaniani. Un progetto messo in piedi dallo stesso deputato regionale e da Francesco Storace che si colloca nello scenario più ampio di un’alleanza con il centrodestra. Una sorta di revival della Casa delle Libertà, un puzzle che, dopo la creazione di una forza centrista e il recupero di Foza Italia, si completa con la riorganizzazione degli ex An. L’unica incognita, al momento, sembrerebbe riguardare il rapporto tra Fratelli d’Italia e il progetto di Storace e Musumeci. “Abbiamo rimesso insieme i pezzi dell’ex An, dopo la follia portata avanti da Fini, e abbiamo creato il Movimento per l’alleanza nazionale”, dice Musumeci. “Gli amici di Fratelli d’Italia – prosegue – sono convinti di avere già completato il processo di ricomposizione, io invece credo che sia necessario riunire le due debolezze per creare un grande partito di destra”. Il leader de “La destra” tende la mano a La Russa, la partita per l’egemonia è appena all’inizio. La formazione di Giorgia Meloni, certo, è avvantaggiata dal fatto di avere una rappresentanza parlamentare, ma con le elezioni europee alle porte il processo di riunificazione sarà imprescindibile. Per dirla con le parole dello stesso Musumeci: “La data delle europee imporrà a ogni forza politica di uscire fuori da incertezze e ambiguità”.

Più difficile ricucire con gli ex An che hanno aderito a Forza Italia. Una scelta che Musumeci considera “fisiologica”, tenuto conto che si tratta di esponenti che già militavano nel Pdl. “Voglio sperare che quando nascerà il nuovo soggetto di destra, che per comodità chiameremo “La nuova alleanza nazionale”, anche gli amici ex An possano trovare stimoli sufficienti per aggregarsi a noi”, aggiunge. Il fair play dell’ex presidente della provincia emerge da tutte le considerazioni che fa sui processi che stanno interessando il vecchio Pdl, in fin dei conti la scelta di campo di Storace è netta: il nuovo partito si collocherà all’interno dell’alleanza di centro destra. “Noi guardiamo con grande rispetto al travaglio interno all’ex Pdl, la spaccatura è sempre un fatto traumatico non soltanto per chi la vive direttamente, ma anche per una forza alleata come la nostra”, dice Musumeci. “Ci auguriamo che la scomposizione e la ricomposizione del centrodestra non determini la perdita di suffragi elettorali, ma anzi possa aggregare nuovi consensi”. Lo schema è tracciato: “Saremo alleati di Forza Italia e del nuovo centro destra di Alfano, nel nord Italia saremo alleati con quanti condividono con noi una politica di forte critica nei confronti di questa Europa, di solidarietà, di sviluppo e di riforme a partire dalla Repubblica Presidenziale che deve dare slancio e prestigio al concetto di unità d’Italia nel rispetto delle autonomie locali”. Insomma il progetto di Alfano, che il deputato regionale Gino Ioppolo definisce “centrista”, lascia un ampio campo d’azione a Musumeci e mette in crisi “l’asse tra Casini e la sinistra, una posizione anomala e quasi innaturale”. Un progetto che ha delle potenzialità nel futuro ma che oggi deve tenere conto delle larghe intese, una realtà a Roma e uno scenario non improbabile a Palermo.

E’ proprio questo il tallone d’Achille del rapporto tra Musumeci e gli alfaniani. “Credo che il rispetto verso il corpo elettorale meriti una definizione della geografia parlamentare: c’è una maggioranza, che deve garantire la stabilità del governo, e un’opposizione che deve garantire critica, denuncia, stimolo e sostegno quando serve”, dice Musumeci. “Ecco, noi non abbiamo mai negato il sostegno alle cose utili e buone proposte dal governo Crocetta, il problema è che le cose buone e utili sono state rare finora”. Dopo la stoccata nei confronti dell’esecutivo regionale, Musumeci avvisa gli alleati: “Se gli amici del Nuovo centrodestra vogliono sperimentare le larghe intese anche in Sicilia sono liberissimi di farlo, noi siamo stati votati dal corpo elettorale per essere opposizione e assumere responsabilmente questo ruolo”. Poi l’affondo. “Non si può essere il partito di Nicodemo: di giorno all’opposizione e di notte con il governo”, dice il leader catanese. Nicodemo, per capirci, è quello che “stava di giorno con Cristo e di notte con i farisei”.


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