Chi è il siciliano medio? - Live Sicilia

Chi è il siciliano medio?

Il siciliano medio ama profondamente la sua terra, la ritiene unica ed incomparabile, si meraviglia che le sue bellezze non siano conosciute ma non ha esitazione a trattenersi dal riempirla di rifiuti.

Gli esperti di marketing forse lo conoscono ma si guardano bene, per non favorire la concorrenza, di divulgarne le caratteristiche. I partiti politici sembrano interessati ad individuarlo pur convinti che il consenso si esprima in gran parte per riconoscenza e aspettativa più che per identificazione di valori. Ricerche sul tema non ne esistono e neppure inchieste rigorose. Eppure, oggi, in questa fase di trasformazione sociale, sarebbe interessante conoscere, sia pure per approssimazione, l’identikit del siciliano medio.

Proviamo, più per il gusto dell’esercizio che per la presunzione di inoltrarci in terre ignote ad una singola competenza, ad individuarne qualche tratto. Intanto, sotto il profilo politico. Sembra scomparso, così come in altre parti d’Italia, il siciliano mediano, la combinazione cioè del lavoratore (di sinistra) e del cattolico (di centro-destra). Sostituito da una figura che esprime un sentimento complesso: una forma di vera e propria eccitazione al castigo contro la politica che alla negatività del giudizio aggiunge però due sensazioni positive. Niente più complesso di inferiorità verso il potere della politica perché tutti sono in grado di impossessarsene rivendicando la propria inesperienza come simbolo di purezza.

Se questo è vero, con l’occhio all’esperienza siciliana, potremmo aggiungere una considerazione. Al momento, questa nuova figura di siciliano medio viene blandita, assecondata, inseguita nel suo terreno (crocettismo). Sicuramente questo disinnesca ostruzionismi ed antagonismi. Dimenticando però che il retroterra dell’elettore mediano è franato. Per essere più espliciti: gli interessi (lavoro, sicurezza di aspettative) del siciliano medio che i partiti prima ritenevano di intercettare ora sembrano averli persi di vista?

Passiamo ad altri campi di indagine. Il siciliano medio odia lo Stato, la Regione e le sue, anche apparenti, espressioni come la burocrazia, le agenzie fiscali, l’invito a forme di corruzione come velocizzazione dei rapporti. Un odio che lo porta però, per sindrome di compensazione, ad essere condonista ed evasore in privato, moralista e castigatore di condonisti ed evasori in pubblico. Il siciliano medio detesta la mafia (assimilata in qualche caso – l’imposizione di tasse occulte attraverso le estorsioni – allo Stato), è pronto a manifestare contro di essa ma nella sostanza mira a restare estraneo rispetto a strumenti di lotta delegati ad altri.

Al siciliano medio piace mangiare, meglio ancora se in forma ludica e con amici intorno. Considera la famiglia un valore primario e con la religione si ritaglia una sua personale fede “prêt à porter”. Ma per nulla al mondo si assenterebbe da eventi carichi di tradizione e rituali. Il misticismo delle feste del patrono sfiora espressioni quasi di paganesimo. Il giorno dopo però tutto si ricompone. Il siciliano medio non crede nelle sue istituzioni culturali ma reagirebbe con violenza se qualcuno gli sottraesse sagre paesane finanziate pro-forma con questa finalità. È fiero, contrariamente agli stilemi di piagnisteo sul punto, del figlio che studia a Milano e per mantenerlo è pronto a moltiplicare i suoi lavori.

Il siciliano medio ama profondamente la sua terra, la ritiene unica ed incomparabile, si meraviglia che le sue bellezze non siano conosciute ma non ha esitazione a trattenersi dal riempirla di rifiuti. Considera il turista come una “merce” dalla quale ricavare profitto, non certo come un ospite. Però manifesta a “tempo” di solidarietà unica verso gli immigrati. Il siciliano medio si è informatizzato con velocità impressionante, twitta, chatta, partecipa a FB, viaggia sul futuro.

Quale attore potrebbe rappresentarlo? Non certo più Tiberio Murgia, indimenticabile “ferribotte” o Franchi ed Ingrassia o Frassica. Tutti personaggi che si esprimono con un accento “inventato” che non corrisponde ad alcun dialetto locale. Forse il Commissario Montalbano, ormai prototipo della sicilitudine intelligente, sarcastica, talvolta gigionesca. Un commissario, un uomo di legge che persegue reati, arresta, smantella organizzazioni criminali e nella sua vita privata “chiagne e fotte”. Qualcuno addirittura lo ha eletto a modello antesignano di “grillismo” per la sua controversa identità politica.

In effetti c’è molto del siciliano medio in lui: ha un rapporto col cibo quasi bulimico, è guardingo con le donne, ma alla fine “chiagne e fotte”, non fa sport ma non si sottrae ad una nuotata fuori stagione, si commuove di fronte ad un’alba o un tramonto. È irascibile e testardo, ma anche profondamente ambiguo. Ed in questo sembra consistere il nocciolo della sua intelligenza. Peccato che ancora non emerga un Professore Montalbano. L’immagine del siciliano medio si arricchirebbe?

 

Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI