Mobilità e prepensionamenti | Ecco il piano Gesip del Comune - Live Sicilia

Mobilità e prepensionamenti | Ecco il piano Gesip del Comune

Ecco le proposte contenute nella bozza di protocollo d’intesa che il Comune di Palermo intende sottoporre a Regione, Ministero del Lavoro, Inps e Italia Lavoro per garantire un futuro lavorativo ai 1740 dipendenti della Gesip dal 1 gennaio. Incontro a Roma tra Orlando e il ministro Giovannini.

PALERMO – Mobilità verso le altre società partecipate, ricollocazione in aziende private e supporto all’avvio di un’attività autonoma, esodi incentivati, prepensionamenti. Sono queste le proposte contenute nella bozza di protocollo d’intesa che il Comune di Palermo intende sottoporre a Regione Siciliana, Ministero del Lavoro, Inps e Italia Lavoro per garantire un futuro lavorativo ai 1740 dipendenti della Gesip, la cui cassa integrazione in deroga scadrà il 31 dicembre, attraverso una exit strategy di durata triennale a partire dal primo gennaio 2014. Il sindaco, Leoluca Orlando, a Roma per rispondere a una convocazione dell’Anci, ha incontrato, insieme con l’assessore Abbonato, il ministro del Lavoro Enrico Giovannini. Un incontro servito per esaminare e praticare la soluzione per i dipendenti Gesip in Cassa integrazione in deroga. Il ministro ha manifestato “positiva attenzione” per il percorso che riguarda tutti i lavoratori. E proprio a seguito dell’incontro, domani piazza Pretoria convocherà i sindacati per l’inizio della prossima settimana.

Per i dipendenti della partecipata in liquidazione non ci sono molte alternative a questo piano: al momento di stilare il bilancio di previsione 2013 piazza Pretoria ha inserito, all’interno della manovra triennale, un plafond di 20 milioni per il 2014 e di altri 20 per il 2015, suddivisi in 28 milioni (14 e 14) per la cassa integrazione di una parte del personale e in altri 12 (6 e 6) per gli incentivi all’esodo. Risorse chiaramente inferiori a quelle che sarebbero necessarie per sostenere il protocollo d’intesa dello scorso aprile. Un chiaro segnale da parte dell’amministrazione, che non ha ceduto neanche alla possibilità di rimpinguare questa somma in fase di assestamento: i soldi sono questi e dovranno bastare.

Secondo la road map predisposta da piazza Pretoria, saranno 950 i lavoratori trasferiti verso le altre municipalizzate entro il 31 dicembre 2016, a patto, però, che le altre aziende avviino, da ora al 31 marzo 2014 e previo accordo con i sindacati, un programma di prepensionamenti per snellire i loro organici. Inoltre, per tagliare i costi piazza Pretoria spingerà le partecipate a internalizzare i servizi affidati a ditte esterne (in tal senso, una descrizione dei servizi dovrà giungere entro il 28 febbraio 2014) e in caso di necessità si impegnerà a impiegare come prima risorsa il personale Gesip.

Per 230 lavoratori si aprirà la strada del prepensionamento nell’arco dei prossimi quattro anni attraverso il ricorso ad un ammortizzatore sociale in deroga in una prima fase e all’Aspi in una seconda fase fino al raggiungimento del diritto alla pensione. Per altri 210 dipendenti si studieranno o forme di incentivi per le aziende private che vorranno assumerli o azioni di supporto economico per convincerli ad avviare un’attività autonoma. Tecnicamente questa soluzione viene definita “ricollocazione tramite outplacement” e prevede, oltre al reinserimento professionale, un percorso di riqualificazione specialistica tramite tutor che parta dalle competenze individuali dei lavoratori. Per classificare tali competenze si avvierà una sorta di censimento dei lavoratori che si prevede di completare già entro il prossimo 31 gennaio. Il percorso di outplacement, invece, dovrà essere avviato entro il 30 giugno 2014. L’ultima soluzione prevista è un incentivo di 15 mila euro all’esodo per 350 lavoratori. Il bando per l’esodo verrebbe pubblicato già entro il prossimo 31 dicembre.

Se approvato, nei primi sei mesi del prossimo anno questo protocollo d’intesa costerà 26 milioni di euro, così ripartiti fra gli enti coinvolti: per la mobilità verso le altre partecipate, il Ministero, il Comune e la Regione scuciranno 10,7 milioni per tutti i 950 lavoratori (sei mesi di ammortizzatori sociali a 1878 euro a testa), mentre alla sola Regione spetterà versare 800 mila euro per garantire l’aggiornamento professionale dei lavoratori in base alle aziende di destinazione; all’outplacement le tre istituzioni destineranno 2,3 milioni di euro per sei mesi di ammortizzatore sociale (1878 a dipendente), più altri 420 mila provenienti da Palazzo d’Orleans per la riqualificazione specialistica e il tutoraggio; per i prepensionamenti Ministero, Regione e Comune stanzieranno 2,5 milioni di euro per sei mesi di ammortizzatore sociale (ancora 1878 euro a persona) fino all’accesso all’Aspi, mentre per l’ammortizzatore sociale per l’esodo, sempre per sei mesi, sono previsti 3,9 milioni (sempre 1878 euro a testa). Palazzo delle Aquile si accollerà l’incentivo all’esodo di 15 mila euro a persona per una spesa complessiva di 5,2 milioni. Il piano sarà gestito e coordinato da una cabina di regia composta da un un membro per ciascuna delle istituzioni coinvolte (Ministero, Regione, Comune) e da un’unità tecnica di Italia Lavoro costituita da un coordinatore operativo e tre operatori, attiva per dodici mesi.

“Crediamo non sia necessario mettere i lavoratori della Gesip in cassa integrazione a zero ore, perché riceverebbero un sussidio che li metterebbe in condizioni di indigenza. Bisogna garantire un reddito superiore e nel frattempo impiegarli nel migliore dei modi ottimizzando le risorse e incrementando i servizi – commenta Marianna Flauto, segretario generale della Uiltucs Sicilia -. “L’istituto che è stato previsto – spiega Flauto – porta ai lavoratori in tasca una sorta di sussidio che li mette in una condizione di indigenza insopportabile. Siamo consapevoli comunque delle difficoltà e crediamo nella bontà del progetto, che andrà monitorato nei prossimi mesi attraverso verifiche semestrali. Adesso ci interessa salvaguardare i lavoratori ma implementando i servizi e utilizzando i lavoratori in attività che siano utili alla cittadinanza, così come del resto è stato dimostrato in tutti questi anni di lavoro”. Intanto questa mattina alcuni operai della Gesip hanno manifestato arrampicandosi su una gru al porto. “C’è tanta disperazione – dice Mario Di Fiore, Rsa Uiltucs della Gesip  – noi non siamo precari, siamo lavoratori a tempo indeterminato assunti da oltre dieci anni che avevano già programmato il loro futuro. Sono state salvate le altre partecipate con debiti ben superiori a quelli della Gesip, chiediamo che l’amministrazione faccia altrettanto con noi che abbiamo sempre svolto lavori utili per la città”.


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