Gli affari con il cognato | di Matteo Messina Denaro - Live Sicilia

Gli affari con il cognato | di Matteo Messina Denaro

I rapporti fra i Niceta, Filippo Guttadauro (nella foto) e Giuseppe Grigoli, braccio economico del latitante di Castelvetrano.

IL FRONTE TRAPANESE
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PALERMO – C’è Filippo Guttadauro, cognato di Matteo Messina Denaro. C’è Giuseppe Grigoli, il braccio economico del latitante. E ci sono i fratelli Piero e Massimo Niceta. Nel provvedimento di sequestro sono inseriti i negozi “Blue Spirit” e “Niceta Oggi” all’interno di Belicittà, il centro commerciale gestito da una società oggi confiscata e un tempo di proprietà di Grigoli. Secondo l’accusa, i Niceta avrebbero fatto da paravento a Filippo Guttadauro per consentirgli di aprire i due negozi, da affidare ai figli, ed evitare la mannaia del sequestro.

L’affare si concretizza quando Filippo Guttadauro è già finito in carcere con l’accusa di essere l’ambasciatore del cognato nei rapporti con Bernardo Provenzano. Che nelle sue lettere lo indicava con il numero 121. Nelle indagini della Divisione anticrimine della Questura di Trapani, ossatura del sequestro disposto oggi, c’è la cronistoria dell’affare dei due negozi. Quattro mesi dopo il suo arresto, avvenuto nel luglio del 2006, la sala colloqui del carcere di Cuneo, dove Guttadauro è rinchiuso, è imbottita di microspie. Che registrano gli incontri con la moglie Rosalia Messina Denaro e il figlio Francesco. Guttadauro, siamo nel novembre 2006, chiede al figlio notizie sull’apertura di un’attività commerciale (“dunque… il negozio ?) e scopre che l’affare è in corso (“il negozio ancora quelli risposta non ce ne hanno data… quelli… quelli che de devono fare il negozio…”. Le sue direttive sono precise. I soggetti di cui si parla devono formalmente assumersi l’incarico di amministratori della società: “… dice lo fai tu inizialmente… a loro li metti dice come amministratori eh…e poi si vede”.

Il successivo 17 dicembre Francesco Guttadauro invia un sms a Massimo Niceta: “ciao Massimo, sono Francesco Guttadauro. Io domani devo scendere a Castelvetrano x sbrigarmi cose mie. Ci vediamo direttamente la x le 11.00 la ok?”. Risposta: “ Ok… ti chiamo quando arrivo…”.

L’incontro avviene al bar dell’area di servizio poco dopo lo svincolo di Castelvetrano dell’autostrada A29. Un mese dopo Francesco Guttadauro spiega alla madre Rosalia Messina Denaro che “…infatti la prossima settimana ci debbo scendere, con quelli del negozio… perché loro ne hanno altri progetti di fare centri commerciali, dice per dire noi, io gli do la collaborazione, per esempio, in un altro centro commerciale che dobbiamo fare, io gli do 1.500 mq solo a loro per l’abbigliamento… a Strasatti…”.

Che il regista dell’affare sia Filippo Guttadauro emergerebbe dalla conversazione in cui l’uomo, nel corso dell’ennesimo colloquio in carcere, spiega al figlio che dovrà fare lavorare anche la sorella Maria: “…ma tu intanto…intanto tu già anno nuovo non anno nuovo in quei due tre mesi li ti dai una mezza impraticata Francesco ti inquadri tutto il lavoro e se tua sorella ti deve dare una mano di aiuto il pomeriggio…. Ve bene… poi in un secondo tempo se tu ti vuoi chiamare a tua sorella Maria…non può essere più in questo modo come ci state… se è magari in franchising che siete voialtri che decidete e lui vi da le cose… allora il discorso cambia”. È lo stesso Francesco che deve occuparsi delle assunzioni: “… ma tu come commesse a chi hai?”. Francesco: “…no io ancora non ho nessuno… però loro lì hanno curriculum e cose molte”. Il padre: “… ma tu cerca di scegliertele tu le tue cose… perché le persone vanno da loro perché gli danno tutte queste belle cose… tu non è che gli puoi dare la paga che gli da lui però… e poi tu te lo devi vedere questo discorso no con lui…con i Picciotti te lo devi vedere”. I picciotti sarebbero i fratelli Niceta. Il primo giorno di novembre 2007 nello studio di un notaio di Castelvetrano nasce la società Nica, con amministratore unico Massimo Niceta. È lui a prendere in affitto i due negozi oggi sequestrati dal Gruppo 6 Gdo, la società di Grigoli che gestiva il centro commerciale.

 


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