Il nostro coraggio non basta più - Live Sicilia

Il nostro coraggio non basta più

Il presidente di Confindustria Palermo, Alessandro Albanese

La riflessione del presidente di Confindustria Palermo, Alessandro Albanese, dopo l'arresto di otto persone per la violenta aggressione a un commerciante della Noce che si era ribellato al pizzo.

L'intervento
di
2 min di lettura

PALERMO – Un colpo, due, dieci. I pugni, i colpi di mazzuolo, l’arroganza di un’aggressione spietata in pieno giorno tra i passanti.

E’ difficilissimo vedere fino in fondo questo video, per me e come me per tutti gli imprenditori e i commercianti che ogni giorno dicono no al pizzo. Passano le scene, passano le percosse, i calci, e c’è da rimanere attoniti, raggelati. Senza parole. Quei colpi sono ferite aperte per le nostre coscienze, per le nostre anime. Sono colpi di flagello. Sono incubi ricorrenti, terribili ricordi di paure e notti insonni. Sono il più macabro e oscuro memento di chi ha subito una minaccia mafiosa.

Le immagini del pestaggio sono un flash allucinante e acido, rimettono in circolo tutte le scorie avvelenate di chi è passato dal giogo del racket, ha avuto il coraggio di denunciare, oggi è un uomo libero, ma non può dimenticare quanto buio è il tunnel di chi subisce l’aggressione di un estorsore.

E ancor più della violenza brutale e manifesta di questo video, brucia la sorda e intima consapevolezza che tutti i nostri sforzi non sono sufficienti.

E’ amaro. E’ sconfortante.

Ma non basta che noi diciamo no al pizzo. Non basta che Confindustria accompagni negli uffici delle forze dell’ordine le vittime del racket. E non bastano gli slogan. Non basta purtroppo nemmeno l’impegno appassionato dei giovani delle associazioni antiracket.

In una parola, non basta crederci.

Di più: non basta l’attuale impiego di forze sul territorio. Nelle periferie, nei quartieri popolari, e in quelli ad altissima densità mafiosa serve una presenza massiccia dello Stato.

Mai le ronde, ma contro il pizzo serve una risposta durissima e concreta.

Abbiamo bisogno di più commissariati. Di più caserme. E i presìdi sul territorio hanno bisogno di più uomini in divisa. A Ballarò, al Capo, al Cep, allo Zen, alla Noce, alla Vucciria, a Brancaccio, a Partanna, a Borgo nuovo e al Borgo vecchio, e ovunque la città si senta sola. Noi ci saremo, con gli incontri nelle scuole, con l’impegno per creare cultura antimafia, col sostegno a questa linea di rigore.

Ma occorre più ordine, e più legge. Perché solo così avremo più giustizia.

E solo così l’impresa, proprio a partire da quel bar della Noce, sarà finalmente più libera.


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