Girlando: "Il Comune non può risarcire l'impresa" - Live Sicilia

Girlando: “Il Comune non può risarcire l’impresa”

La cessione alla società Parcheggio Europa Spa, firmata da Stancanelli, dei diritti di superficie per 23 anni di ben 230 posti auto nelle adiacenze della piazza, non sembra piacere affatto all’amministrazione comunale targata Enzo Bianco he sembra voler rivedere l'accordo bonario.

CATANIA – ” Il Comune non può farsi carico di risarcire l’impresa”. La cessione alla società Parcheggio Europa Spa da parte del Comune dei diritti di superficie per 23 anni di ben 230 posti auto nelle adiacenze della piazza, non sembra piacere affatto all’amministrazione comunale targata Enzo Bianco. Tanto che si moltiplicano i rumors che parlano della volontà da parte di Palazzo degli Elefanti di rivedere l’accordo bonario (mai nome è stato meno indicato) richiesto da Virlinzi nel 2011 dopo la sentenza di primo grado, e siglato dall’ex primo cittadino Raffaele Stancanelli in piena campagna elettorale, a pochi giorni dal voto, lo scorso 2 maggio.

L’allora sindaco, per riequilibrare il piano economico della società, danneggiata a dire dell’amministratore delegato Lorena Virlinzi dal fermo di tre anni imposto dal Tribunale – che nel 2008 sequestrò il cantiere e iniziò a indagare su alcuni progetti relativi ai parcheggi in Project Financing – ha di fatto sottoscritto un accordo che regala, in concessione certo, ma per 23 anni, i diritti degli stalli limitrofi alla piazza, per un valore di appena 275 mila euro l’anno, per un totale di oltre sei milioni di euro. Una cifra enorme che, in fin dei conti, pagheranno i cittadini. E questo nonostante la stessa Lorena Virlinzi avesse evidenziato come l’intenzione della società fosse quella di non rimetterci, non certo di lucrare.

“Non vogliamo risarcimenti ma completare l’opera senza rimetterci – affermò nel 2011 nel corso di un incontro alla Camera di Commercio – per cui stiamo studiando operazioni non onerose per il Comune attraverso un utilizzo diverso del parcheggio”. Abbandonata l’idea iniziale, ovvero di vendere la metà dei posti auto sotto il livello della strada, perchè non compatibile con l’utilità pubblica della struttura, la decisione presa è stata quella di “rifarsi” delle perdite da fermo del cantiere, attraverso lo sfruttamento degli stalli di superficie. Una scelta questa che ha fatto gridare allo scandalo buona parte della città, che ha evidenziato come una decisione del genere, presa senza il passaggio in Consiglio comunale, che avrebbe dovuto esprimersi sulla cessione del demanio rappresenti un vero e proprio scippo. Posizione condivisa dall’amministrazione attuale come spiega l’assessore al Bilancio, Giuseppe Girlando. “I ritardi non sono addebitabili al Comune – afferma Girlando – quindi il Comune non può farsi carico di risarcire l’impresa. In ogni caso – aggiunge – ogni eventuale modifica del pianio finanziario non può essere eseguita a carico dell’Ente”.

Da qui la volontà che sembra caratterizzare l’amministrazione Bianco di cercare di annullare l’accordo bonario, “che non piace affatto” ammettono fonti interne al Comune, o, dal momento che l’ipotesi appare davvero ardua – l’intesa è stata ratificata da un collegio arbitrale che ha dato parere positivo rendendo difficile se non impossibile l’eventuale contestazione – fare in modo che questo non costituisca un pericoloso precedente, nel caso di casi simili. Insieme al parcheggio Europa, infatti, nel 2008 fu sequestrato anche il parcheggio Lupo e, dopo qualche tempo, anche i parcheggi Verga e Asiago. Per quanto, solo relativamente al primo il cantiere aveva aperto i battenti, non si può escludere che i rappresentanti delle società che avrebbero dovuto realizzare i parcheggi in Project Financing, decidano di chiedere ugualmente i danni per il mancato avvio dei lavori, per mancata redditività o per la perdita di una ghiotta occasione. Un conto era, infatti, avviare operazione e cantiere nel 2005 e un conto è farlo oggi, con la crisi galoppante.

Non è escluso, comunque, che l’accordo bonario non possa essere modificato.

 


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